IDV E SERVIZI: CHI FURONO I MISTEROSI MANDANTI DELLO STRANO FURTO SINCRONICO A CURNO ED A ROMA IN VIA FARINI,SEDE DELL'ADUSBEF ?

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INCURSIONE NELLA VILLETTA DI CURNO PRECEDUTA DA TELEFONATE ANONIME. "VISITATO" ANCHE L' UFFICIO DI UN CONSULENTE DEL SENATORE Furto misterioso a casa Di Pietro: spariscono il computer e la sua banca dati Incursione nella villetta di Curno preceduta da telefonate anonime. "Visitato" anche l' ufficio di un consulente del senatore. MILANO - La sua banca dati personale, quella dell' Italia dei valori, dei Democratici (il suo movimento) e tutti i documenti processuali nei quali e' scritta l' infinita vicenda giudiziaria vissuta dall' ex simbolo di Mani pulite. Questo il bottino dei ladri che l' altra notte sono entrati nella casa di Antonio Di Pietro, fino a poco tempo fa una specie di fortino inespugnabile, sorvegliato di continuo da agenti di polizia. Da un anno, infatti, la villetta di Curno, uno dei simboli dell' epopea di Tangentopoli, per mesi presa d' assalto da cronisti e telecamere, non e' piu' guardata a vista dalla polizia. Ed e' dunque "vulnerabile" come qualsiasi altra casa. La squadra mobile della Questura di Bergamo sembra pensare che l' incursione in via Lungo Brembo sia opera dei cosiddetti "topi d' appartamento", ma alcuni elementi di questa storia trasformano un episodio di banale microcriminalita' in un giallo. Il senatore Antonio Di Pietro si e' accorto della visita dei ladri ieri mattina, al ritorno da una delle frequenti trasferte a Strasburgo, sede del Parlamento europeo del quale fa parte. E subito ha denunciato il furto. Ma questa denuncia va ad aggiungersi a un' altra, presentata dalla moglie, Susanna Mazzoleni due giorni prima, cioe' il 5 ottobre, martedi' . Ecco perche' : tra la sera del 4 ottobre e la mattina successiva sia il telefono di Curno sia il cellulare privato del senatore sono stati bersagliati da telefonate anonime. Una stranezza, visto che il numero del cellulare di Di Pietro non e' pubblico. E cosi' la moglie del senatore ha sporto denuncia contro ignoti, dopo aver segnalato al 113 il fatto. Una pattuglia di poliziotti si e' presentata a Curno, potendo verificare che le chiamate "mute" continuavano. Secondo gli agenti il furto sarebbe avvenuto tra il pomeriggio e la nottata del giorno successivo: in casa non c' era nessuno, ne' la moglie ne' i due figli del senatore. I ladri hanno forzato la porta finestra della dependance dove si trova l' ufficio del senatore, a qualche decina di metri dalla casa, probabilmente con un cacciavite. Ed e' legittimo pensare a un furto "mirato": dallo studio manca il famoso computer che contiene la banca dati (nella casa ce ne sono altri due, rimasti al loro posto), alcuni registratori e uno scanner: il valore e' di circa 60 milioni. I ladri hanno snobbato altre costose apparecchiature collegate all' hardware, macchine fotografiche e vari oggetti d' oro e d' argento, che il senatore ha trovato sparsi nello studio e nella camera da letto. Nessuna attenzione nemmeno alle armi: l' armadio che le contiene (sono di vario tipo, a canna lunga e a canna corta) e' stato forzato: le pistole e i fucili sono pero' stati abbandonati nelle stanze. Intatti pure libretti degli assegni e carte di credito. Chi e perche' ha sfidato Di Pietro? "La polizia ha fatto il suo dovere, sono stati molto gentili e laboriosi, li ringrazio di cuore", ripete il senatore. Di Pietro non vuole fare supposizioni di alcun tipo ("cosa penso di questa storia? Nessun commento") ma si capisce che l' episodio lo inquieta, anche perche' non ha riguardato soltanto lui: "Mercoledi' la stessa cosa e' accaduta a Roma al mio consigliere economico, Elio Lanutti: tutto il materiale politico sui Democratici che mi hanno portato via era anche nel suo ufficio", conclude il senatore. Mantovan Michela (8 ottobre 1999) - Corriere della Sera

05/02/2010

Documento n.8470

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