G7: PALAZZO CHIGI ED I GIOCHETTI DI GIULIETTO

in Articoli e studi
tratto da www.dagospia.it TREMONTI FA APOLOGIA DI PRODI: IRA A Palazzo Chigi PER i giochetti dI Giulietto - danielle Gardner, ambasciatrice (del gossip) IN ITALIA? -COLLE DEL CODICE ETICO - A Milano è caduto un altro McKinsey-boy, Massimo Capuano – CELLI, EXIT IPPOLITO 1 - TREMONTI FA APOLOGIA DI PRODI: A Palazzo Chigi i giochetti di Giulietto fanno terribilmente incazzare Gli uscieri dell'hotel Excelsior in via Veneto che per due giorni hanno servito champagne e tramezzini ai membri del G7, non hanno dubbi: il vertice è stato un fiume di acqua fresca con qualche bollicina e non lascerà il segno. Alcuni di loro parlano addirittura di un valzer dell'ipocrisia che si è svolto nel perimetro compreso tra l'albergone romano e i saloni del ministero del Tesoro di via XX Settembre. Gli uscieri hanno analizzato una per una le 53 righe del comunicato finale dove le buone intenzioni per cacciare il protezionismo e introdurre regole nei mercati sembrano nuvolette di fumo. Se ne riparlerà al G20 della Maddalena quando il Cavaliere di villa Certosa farà esplodere il suo Bagaglino da statista e salvatore dell'umanità. A dargli manforte in quell'occasione dovrebbero essere Giulietto Tremonti e Mario Draghi che nell'incontro romano si sono comportati come due fidanzatini a San Valentino. Non importa se l'ex-tributarista di Sondrio ha preferito parlare italiano piuttosto che inglese, e anche se la sua teoria del "legal standard" ha lasciato indifferenti i ministri di cultura calvinista e anglosassone, Giulietto ha fatto la parte dell'economista-teologo che vuole separare il bene dal male per uccidere il settimo mostro del suo videogame, i derivati. Ed è proprio su questo punto che Draghi con il suo inglese impeccabile ha detto le cose più significative quando si è rivolto alle banche intimando di tirar fuori i titoli tossici. L'invito del Governatore è preciso ed è indirizzato alle banche di tutto il mondo dove sta per scoppiare la bolla degli hedge fund. Le notizie che arrivano dall'America e dall'Inghilterra confermano che molti hedge fund hanno bloccato la restituzione dei fondi agli investitori. Addirittura (così raccontavano nei saloni dell'Excelsior) sembra che un grande investitore americano si sia presentato con guardaspalle malavitosi negli uffici di un famoso hedge fund di New York per riscuotere le somme investite.Il linguaggio etico di Giulietto è parso meno incisivo di quello del Governatore atermico al quale però gli uscieri dell'Excelsior avrebbero voluto chiedere l'utilità degli organismi di Vigilanza, primo fra tutti quello della Banca d'Italia. La curiosità si spinge oltre e si interroga sul modo con cui sgombrare il mercato dai titoli tossici quando è noto che molte banche italiane e internazionali hanno una contabilità parallela che soltanto carabinieri e guardia di finanza potrebbero far emergere alla luce del sole. Il risultato comunque del G7 (sul quale soltanto l'economista Mario Deaglio e il guru di "Repubblica", Federico Rampini, hanno scritto parole veritiere) viene archiviato con grande ipocrisia alla stregua di un successo. Ed è di questa opinione anche Romano Prodi che ieri sul "Messaggero" ha scritto un articolo di plauso al clima di concordia tra i vari paesi auspicando una nuova Bretton Woods.Il Professore di Bologna fa il suo gioco ecumenico cercando di tessere la tela dei rapporti internazionali che dovrebbero assicurargli la poltrona dell'Onu dove già lavora per i problemi dell'Africa. Ma la cosa stupefacente e che stamane ha fatto saltare sulla sedia decine di lettori del giornale di Caltagirone, è l'applauso sperticato che Tremonti rivolge all'articolo di Prodi, "un articolo di grandissimo interesse che esprime la "cifra" della grande politica. Una "cifra" che somma la visione e la cultura istituzionale: la capacità di mettere insieme materiali apparentemente eterogenei, economici e giuridici, facendo una sintesi politica". L'apologia di Tremonti è sbalorditiva e si può interpretare soltanto in chiave personale. Giulietto, che è visto con diffidenza dal premier e pochi giorni fa è stato accusato dal "Foglio" di Ferrara di sfasciare la politica economica del governo, spariglia le carte e si ritaglia il ruolo di uomo super partes che non parla inglese come Draghi, ma pontifica sull'etica e sul protezionismo sapendo che "salvare tutto è missione divina. Salvare il possibile è missione politica". Queste parole le ha scritte sulla rivista "Italianieuropei" di D'Alema e con la stessa enfasi apprezza le parole del suo nemico storico Romano Prodi. A Palazzo Chigi i giochetti di Giulietto fanno terribilmente incazzare. 2 - danielle Gardner, ambasciatrice del gossip IN ITALIA? Dopo le fatiche del G7 i giornalisti che lavorano in Italia per la stampa estera si sono ritrovati ieri sera all'Hilton per un Grande Ballo.Erano più di 300 e fino a tarda notte si sono divertiti con la musica live da Big Band americana per finire con l'estrazione di alcuni premi tra cui una crociera sulle nuove navi della Costa. Sponsor dell'evento sono stati Unicredit, Edison e Autogrill ed era davvero bella l'immagine dei corrispondenti che saltellavano nella sala del tutto indifferenti rispetto al timido esordio del Segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, che con la sua aria da ragazzino è intervenuto al G7 senza infiammare gli animi.Tra i tavoli si è parlato molto del nuovo ambasciatore americano in Italia che dovrà sostituire Donald Spogli, il diplomatico-finanziere che lascia oggi Villa Taverna. Su questo tema sembrava che i giochi fossero fatti per l'italo-americano di Norcia, Arturo Gajarsa, l'avvocato della Corte Suprema amico di Clinton che in America presiede la Niaf, l'Associazione degli italiani d'America. Ieri sera all'Hilton girava tra i tavoli anche il nome di una donna: Danielle Gardner, l'esuberante moglie dell'ex-ambasciatore in Italia Richard Gardner, grande amico di Furio Colombo e kennediano di ferro. La dinamica signora Gardner è molto conosciuta anche negli ambienti giornalistici perché tra il '77 e l'81, quando il marito Richard era ambasciatore a Roma, era animata da furori letterari e mondani (rubrica di gossip su "Chi"). La notizia della sua candidatura ha lasciato perplessa la gran parte dei corrispondenti esteri convenuti all'Hilton ("Alfonso Signorini all'Onu!") perché i Gardner sono sempre stati considerati kennediani di ferro, una lobby che appare oggi letteralmente stritolata dalla lady di Obama, Hillary Clinton. 3 - IL COLLE ETICO Non è uno scandalo, ma la nomina di Giulio Napolitano, figlio del Presidente della Repubblica, tra gli esperti dell'AgCom, l'Autorità per le Comunicazioni che deve garantire tra l'altro la tutela del pluralismo nel settore della radiotelevisione, ha creato qualche perplessità. Il figlio del Presidente ha 40 anni e una calvizie ereditaria che gli dà un'aria professorale. D'altra parte è professore ordinario di diritto pubblico all'Università RomaTre e si porta dietro un curriculum di tutto rispetto. Dopo la laurea ha conseguito nel '97 il titolo di dottore di ricerca nella scuola Sant'Anna di Pisa poi ha studiato all'università di Francoforte, Parigi e al Max Planck Institute di Heidelberg. Il suo nome è balzato alla cronaca per il feeling con WalterEgo Veltroni e Marianna Madia, la 27enne fanciulla che il leader del Partito Democratico ha messo in orbita come una stella cadente. Adesso Giulio Napolitano insieme all'economista Claudio Leporelli e a Gérard Pogorelle (ex-manager di France Telecom) dovrà vigilare sul rispetto degli impegni di TelecomItalia nell'apertura della Rete. La materia è molto delicata, ma il giovane professore ha assicurato di conoscere a memoria il Codice Etico dell'Authority che all'articolo 7 parla chiaramente di conflitto di interessi. 4 - A Milano è caduto un altro McKinsey-boy, Massimo Capuano A Milano è caduto un altro McKinsey-boy. È Massimo Capuano, il 50enne ingegnere elettronico che dal gennaio del '98 è amministratore delegato di BorsaItaliana. Chi lo conosce sa che è un uomo molto ambizioso che dopo aver lavorato in McKinsey per 11 anni, si è buttato nell'area della finanza fino a diventare il numero 1 dell'organismo che gestisce Piazza Affari. Il grande sogno di Capuano è stato negli ultimi anni di legare la piccola Borsa italiana al London Stock Exchange e la fusione tra i due organismi è avvenuta nel 2007 con grandi applausi. A Londra Capuano era di casa al punto tale che nel settembre 2006 gli fu conferito dal sindaco il titolo di "Freedom of the City of London", un riconoscimento che trae le sue origini nel 1237. Su queste premesse l'uomo McKinsey pensava di diventare amministratore delegato del London Stock Exchange guidato da Clara Furse, ma venerdì scorso le sue ambizioni sono state troncate dalla nomina di Xavier Rolet, un 49enne che ha lavorato per otto anni a Goldman Sachs e nella defunta Lehman Brothers. Per Capuano è un colpo durissimo. 5 - CELLI ACCOMPAGNA ALL'USCITA IPPOLITO Avviso ai naviganti numero 1: "Si avvisano i signori naviganti che a seguito di un duro scontro con il direttore generale della Luiss, Pierluigi Celli, il giornalista Roberto Ippolito è stato dimissionato dalla carica di responsabile relazioni esterne dell'università romana. Sembra che Ippolito (ex-giornalista de "La Stampa", ex-responsabile comunicazione di Confindustria e autore dell'ultimo libricino "Evasori") sia stato messo di fronte all'alternativa di scegliere tra fare il manager o il giornalista".

16/02/2009

Documento n.7761

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