FT 7-2-2013 MONTI DICE CHE NON SAPEVA DELLE INDAGINI SULLA BANCA.

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MONTI DICE CHE NON SAPEVA DELLE INDAGINI SULLA BANCA.

Guy Dinmore e Giulia Segreti, 7 febbraio 2013.

 Monti ha detto di non sapere nulla circa le indagini giudiziarie su MPS l’ anno scorso, quando il suo Governo stava approvando un prestito di salvataggio di 3,9 miliardi di euro, sollevando questioni circa il fatto che il primo Ministro italiano fosse stato tenuto allo scuro dalle Autorità di vigilanza del settore bancario.
Alla richiesta del Financial Time se egli fosse consapevole dell’ inchiesta, Monti, che stava tenendo un comizio elettorale a Padova in vista delle elezioni, ha risposto: “No”.

“Io sono il Primo Ministro è ho già detto tutto quello che c’ era da dire” ha detto Monti riferendosi alla banca di Siena.

Il Parlamento ha approvato il prestito di 3,9 miliardi al Monte dei Paschi, il terzo finanziatore di attività in Italia, nel mese di dicembre 2012. Da allora è emerso che gli ex dirigenti della banca erano sotto inchiesta per sospetta frode includendo transazioni con banche straniere per derivati in perdita ed altri crimini finanziari.

Sotto pressione per rivelare i dettagli sulla sua vigilanza del Monte dei Paschi, la Banca d’ Italia ha dichiarato il 28 gennaio che dalla fine del 2011 aveva collaborato alle indagini penali condotte dal PM di Siena, insieme alla CONSOB e al Ministero delle Finanze.

Alla richiesta del FT sul fatto che essa (Banca d’ Italia, ndt) avesse informato il Governo, la Banca d’ Italia dichiarò che le indagini penali erano coperte da riservatezza.

“La Banca d’ Italia informò il Governo  circa le questioni rilevanti per la sua azione non appena i magistrati inquirenti le diedero l’ autorizzazione” ha dichiarato la Banca d’ Italia. Non ha voluto rivelare quando informò il Governo.

L’ Ufficio di Monti non ha voluto dire quando il Governo fu informato dell’ indagine penale sulla banca (MPS ndt) o quando è venuto a conoscenza delle perdite.

Con lo scandalo bancario che si sviluppa nell’ ambito della campagna elettorale in viste delle elezioni del 24-25 febbraio, Elio Lannutti, senatore di opposizione e membro della Commissione finanze del Senato, ha accusato la Banca d’ Italia, la CONSOB, i politici dei 2 maggiori partiti ed il Governo di un insabbiamento di massa.

“Questo è un grande atto di mistificazione e insabbiamento del più grande scandalo della Repubblica Italiana”, ha detto al FT.

“Le Camere del Parlamento non sono state informate…Come è possibile che i piccoli criminali sono in prigione, i ladri di polli sono intercettati e nessuno al MPS ha avuto le chiamate intercettate? Questo accade perché c’ è un sistema che si autoprotegge. E chi doveva controllare non controlla.” – ha aggiunto il senatore – che non è in corsa per la rielezione.

Lannutti, conosciuto come un critico feroce delle banche e come difensore di azionisti e consumatori, è Senatore dell’ Italia dei Valori, piccolo partito che non ha sostenuto il tecnocrate e non eletto Governo Monti, entrato in carica nel novembre 2011.

Il senatore ha detto che Monti doveva sapere cosa stava succedendo, notando che i giornali avevano riportato lo scorso maggio la Guardia di Finanza aveva perquisito la sede della banca di Siena e l’ abitazione dell’ ex presidente Giuseppe Mussari. Questi reportages seguivano, nei giorni successivi, un documentario della giornalista d’ inchiesta Milena Gabanelli sulla TV di stato che parlava di ingenti perdite generate da rischiosi derivati.

Il nuovo management di MPS ha dichiarato mercoledì sera che gli scambi di derivati hanno causato perdite per 730m (milioni ?)di euro.

Nel giugno scorso – giusto poche settimane dopo che i derivati erano in onda sui media – il Consiglio dei Ministri ha approvato, su raccomandazione della Banca d’ Italia, l’ aumento del prestito da 3,3 miliardi a 3,9 miliardi.

Spiegando il perché dell’ aumento proposto, una dichiarazione del Consiglio dei Ministri specificò che la Banca d’ Italia aveva spiegato che l’ aumento era necessario per raggiungerei coefficienti patrimoniali imposti dall’ Autorità Bancaria Europea tenendo conto delle “perdite del quarto trimestre del 2011 e l’ evoluzione delle attività della banca”. La dichiarazione non ha fatto menzione delle perdite causate dai derivati o delle inchieste penali.

Il senatore Lannutti, a capo di un’ associazione di consumatori, ha avviato un’ azione legale contro la Banca d’Italia e la CONSOB, dichiara che la Banca d’ Italia, che iniziò un’ intensa attività di ispezione su MPS nel 2010, voleva mantenere coperto tutto ciò che era emerso in modo da non pregiudicare l’ ascesa dell’ allora governatore Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea alla fine del 2011.

Alla domanda di un intervistatore televisivo se Draghi avesse mancato di informare “qualcuno” circa il risultato delle indagini della Banca d’ Italia, Ignazio Visco, che dalla fine del 2011 è governatore al posto di Draghi, insisteva nel dire che la banca (d’ Italia) è stato un supervisore molto attento e che il precedente management di MPS ha occultato documenti dai supervisori.

Un alto funzionario della Banca d’ Italia ha respinto le accuse di aver cercato di coprire lo scandalo per non pregiudicare l’ ascesa di Draghi alla presidenza della BCE.
Tuttavia l’ alto funzionario ha ammesso che la Banca d’Italia ha impiegato troppo tempo per sostituire i dirigenti MPS, pur rilevando che la banca centrale (la Banca d’ Italia ndt) non aveva i poteri per farlo ed ha dovuto agire attraverso la “moral suasion”.

Giovedì alla conferenza stampa mensile della BCE, Draghi ha difeso il suo ruolo di vigilanza di MPS dicendo che la Banca d’ Italia ha “fatto tutto ciò che doveva, in modo appropriato e al momento giusto”.

L’ Italia a metà del 2011 – ancora alcuni mesi prima che Monti fosse designato per sostituire Berlusconi come Primo Ministro – era immersa nella crisi del debito sovrano. 2 alti funzionari che stanno seguendo da vicino lo scandalo e che chiedono l’ anonimato, hanno detto che l’ intero sistema italiano aveva un interesse nella gestione in un tranquillo salvataggio del MPS, senza provocare un’ ampia crisi del sistema bancario – coinvolgendo il partito democratico, partito dell’ opposizione di centro sinistra, che da molto tempo ha stretti legami con la banca.

I critici stanno anche mettendo in dubbio una dichiarazione del 28 novembre 2012 del nuovo management MPS che chiede un extra di 500 m (milioni?) di euro in aiuti di stato senza rivelare che la banca già sapeva da allora che il precedente management era sospettato di nascondere i derivati in perdita, o (sapeva) che una indagine giudiziaria era in corso.

Spinti dalle fughe di notizie sui media, il nuovo direttore generale del MPS Fabrizio Viola e il governatore della banca centrale Ignazio Visco, hanno rivelato il mese scorso di aver scoperto la “vera natura” delle perdite dei derivati nel momento in cui un documento precedentemente sconosciuto fu scoperto in una cassaforte della banca nell’ ottobre 2012.

La CONSOB ha poteri ad ampio raggio per condurre indagini in coordinamento con il potere giudiziario, incluse intercettazioni, perquisizioni e sequestri. La CONSOB ha detto al FT di aver “prontamente” usato tutti i suoi poteri e di aver informato le autorità giudiziarie di ciò. Alla domanda su quando la CONSOB ha detto al governo che stava cooperando con le autorità giudiziarie, il regolatore (la CONSOB ndt) sostenendo di essere un’ organizzazione “indipendente”.

Giuseppe Vegas, capo della CONSOB, ha detto al Messaggero, un giornale di Roma, il 30 gennaio, di aver fatto partire un’ indagine su MPS dopo aver ricevuto un documento da un informatore anonimo nell’ agosto 2011. Vegas ha detto che la lettera parlava di transazioni riguardanti titoli di stato, “azioni strutturate” e niente altro.

Tuttavia una copia di quel documento ottenuto dalla giornalista d’ inchiesta Milena Gabanelli – e pubblicato sul Corriere della Sera pochi giorni dopo l’ articolo del messaggero – rivelò che esso parlava di 800 m (milioni?) di euro di perdite sospette attraverso “fondi neri”, schemi fraudolenti, “titoli tossici” e “prodotti strutturati valutati a prezzi di fantasia” nascosti dai conti.
Nonostante questo apparente riferimento ai derivati, la CONSOB ha tagliato fuori dalle sue indagini il suo dipartimento di analisi quantitative, che sarebbe stato capace di valutare le possibile perdite dei derivati.

Vegas ha detto al FT che l’ uso di scenari di probabilità può essere utilizzato solo riguardo ad informazioni date ai clienti e che nel caso di MPS non è un problema di prodotti al dettaglio, ma di “contratti finanziari negoziati tra le banche”.

La CONSOB ha specificato che non è suo compito non è indagare e valutare l’ efficienza dei modelli di gestione del rischio delle banche, ma supervisionare la trasparenza e la completezza di informazione data al mercato dalle società quotate, come il MPS.

Vegas ha sottolineato la riservatezza delle conclusioni della magistratura fino a quando saranno depositate in tribunale.

I PM stanno ancora interrogando i sospetti, compreso Mussari, che è stato sostituito come presidente da Alessandro Profumo lo scorso aprile su pressione della Banca d’ Italia. Mussari non ha commentato in pubblico le accuse.

La linea temporale emergente degli eventi nel periodo precedente alla richiesta della banca toscana per € 3,9 miliardi ha sollevato questioni non solo di vigilanza della banca, ma anche la misura in cui sono stati tenuti gli azionisti di minoranza al buio. Mentre il più grande azionista Monte dei Paschi, la fondazione bancaria, teneva posti a bordo della banca e sarebbe stato al corrente delle dichiarazioni di regolamentazione da parte della Banca d'Italia, gli azionisti di minoranza non lo erano.  

14/02/2013

Documento n.9337

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