First Cisl – Giulio Romani: un bancario deve lavorare tre vite per guadagnare quanto un anno da ad, legge vincoli compensi a obiettivi sociali

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First Cisl – Giulio Romani: un bancario deve lavorare tre vite per guadagnare quanto un anno da ad, legge vincoli compensi a obiettivi sociali

“Un dipendente medio di Intesa Sanpaolo deve lavorare tre vite per guadagnare quanto ha incassato nel 2017 il suo ceo Carlo Messina. Non pretendiamo che si faccia come nelle banche etiche, dove i compensi più alti non possono superare di 5 volte il salario medio, ma fa specie vedere che tra i vertici delle banche italiane c’è chi ottiene più di 40, 50 o anche 100 volte lo stipendio dei propri dipendenti, senza che il legislatore si senta in dovere di stabilire un tetto e soprattutto di legare le retribuzioni dei manager a obiettivi di carattere sociale in un arco temporale medio-lungo. Ci vuole una legge, subito”: lo afferma il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, a commento dell’analisi dell’Ufficio Studi del sindacato in merito ai dati sulle remunerazioni del top management bancario che emergono dai bilanci in corso di approvazione.

“Considerate le varie voci di remunerazione e il fair value delle azioni ricevute come incentivo -spiega il responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl, Riccardo Colombani - il ceo di Intesa, Carlo Messina, ha incassato quasi 5,5 milioni di euro, che equivalgono allo stipendio medio annuo di 122 dipendenti del gruppo: sono 15 mila euro al giorno, inclusi i festivi. L’ad di UniCredit, Jean Pierre Mustier, è a meno della metà: 6.200 euro al giorno, inclusa la parte azionaria, per un totale di 2,3 milioni, corrispondenti a 53 salari medi del gruppo. Restando nel perimetro delle big 5 italiane, gli ad del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, e di Ubi, Victor Massiah, hanno incassato rispettivamente 1,8 e 1,6 milioni di euro, mentre l’ad del Monte dei Paschi, Marco Morelli, ha ricevuto 1,1 milioni, come lo stipendio di 22 dipendenti, il doppio rispetto al moltiplicatore di 10 retribuzioni imposto dalla Commissione europea a luglio in sede di approvazione della ricapitalizzazione prudenziale della banca. Senza averne obbligo, è invece allineato al livello di 10 volte lo stipendio medio dei dipendenti il presidente del Banco Bpm, Carlo Fratta Pasini, che ha incassato 560 mila euro”.

“Al di fuori dal perimetro delle big 5 del credito – continua Colombani –, non è certo irrisoria la retribuzione dei manager di Carige e Creval, due banche che attraversano difficoltà. Per ciascuno dei suoi 193 giorni di lavoro in Carige, l’ad Paolo Fiorentino ha avuto quasi 3.750 euro, per un totale di 723 mila euro, equivalenti a quanto hanno avuto nello stesso periodo 29 dipendenti della banca ligure. Al Creval il dg Mauro Selvetti e il presidente Miro Fiordi hanno ottenuto compensi intorno ai 700 mila euro, pari a una quindicina di stipendi medi. Il competitor locale, la Popolare di Sondrio, adotta invece politiche retributive molto diversificate per i due ruoli apicali: l’ad Mario Alberto Pedranzini ha ottenuto 1,4 milioni di euro, equivalenti a 28 stipendi medi, mentre è di soli 6 salari il moltiplicatore del presidente Francesco Venosta, che ha ricevuto 314 mila euro”.

“Al Governo che si andrà a formare – aggiunge Giulio Romani – chiediamo una legge che stabilisca un rapporto massimo tra retribuzione fissa dei top manager e retribuzione media dei dipendenti e che preveda un compenso variabile dei vertici al massimo doppio rispetto alla parte fissa. Almeno un terzo dei salari manageriali andrà vincolato all’effettivo conseguimento di obiettivi, verificabili, di natura sociale quali, ad esempio, la crescita dell’occupazione, la stabilitaL8; di valore dei prodotti finanziari emessi, la qualità del credito erogato e l’offerta di educazione finanziaria alla clientela. Le politiche di remunerazione dei top manager andranno verificate da commissioni paritetiche tra aziende e rappresentanze dei lavoratori e l’assemblea dei soci dovrà esprimersi in merito. Sono regole che mirano ad escludere azzardi nella gestione manageriale e per questo crediamo che la loro eventuale violazione diventi un vero e proprio fattore di rischio operativo e comporti dunque uno specifico accantonamento a riserva e l’inibizione dall’emissione di obbligazioni subordinate”.

Roma, 12 aprile 2018

 

Tabella 1 – compensi 2017 top manager big 5 banche italiane

Elaborazione Ufficio Studi First Cisl su dati di bilancio e relazioni sulle remunerazioni.

Nominativo

Banca

Ruolo

Giorni

in

carica

Retribuz. fissa

 + variabile

+ non monetaria

(migliaia di euro)

Retribuz.

+ compensi equity

(migliaia di euro)

Retribuz. giornaliera

(compresi equity) (euro)

Multiplo rispetto a

stipendio medio del personale1

Carlo Messina

Intesa Sanpaolo

Ad+Dg

 365

 4.053

5.471

14.989

 122

Gianni Franco Papa

UniCredit

Dg

 365

 1.648

3.201

8.770

76

Jean Pierre Mustier

UniCredit

Ad

 365

 1.222

2.261

6.195

53

Giuseppe Castagna

Banco Bpm

Ad

 365

 1.508

1.758

4.816

33

Victor Massiah

Ubi

Ad+Dg

 365

 1.486

1.562

4.279

29

Marco Morelli

Mps

Ad+Dg

 365

 1.097

1.097

3.005

22

Giuseppe Vita

UniCredit

Pres.

 365

953

953

2.611

22

Gian Maria Gros-Pietro

Intesa Sanpaolo

Pres.

 365

906

906

2.482

20

Domenico De Angelis

Banco Bpm

Cond. Gen.

 365

806

883

2.419

16

Maurizio Faroni

Banco Bpm

Dg

 365

779

850

2.329

16

Salvatore Poloni

Banco Bpm

Cond. Gen.

 365

511

597

1.636

11

Carlo Fratta Pasini

Banco Bpm

Pres.

 365

560

560

1.534

10

Letizia Brichetto Arnaboldi

Ubi

Pres. Com. Gestione

 365

495

495

1.356

  9

Andrea Moltrasio

Ubi

Pres. Com. Sorveglianza

 365

490

490

1.342

  9

Alessandro Falciai

Mps

Pres.

 354

487

487

1.376

10

Stefania Bariatti2

Mps

Pres.

11

111

111

10.091

75

[1] Considerando come parametro di confronto salari e stipendi dell’azienda di appartenenza (gruppo), pro capite; i multipli sono arrotondati all’unità.

2 La maggior parte del compenso è riferita all’incarico di consigliere; il rapporto giornaliero ed il conseguente multiplo è scarsamente significativo.

 

 

 

Tabella 2 – compensi 2017 altri top manager di banche italiane

Elaborazione Ufficio Studi First Cisl su dati bilancio e relazioni sulle remunerazioni.

 

Ruolo

Giorni

in

carica

Retribuz. fissa

 + variabile

+ non monetaria

(migliaia di euro)

Retribuz.

+ compensi equity

(migliaia di euro)

 Retribuz. giornaliera

(compresi equity) (euro)

 Multiplo rispetto a

stipendio medio del personale1

BANCA POPOLARE EMILIA ROMAGNA

 

 

 

 

 

 

Alessandro Vandelli

Ad

365

1.034

1.098

3.008

22

Fabrizio Togni

Dg

365

678

716

1.962

14

Luigi Odorici

Pres.

365

452

452

1.238

9

BANCA POPOLARE SONDRIO

 

 

 

 

 

 

M. Alberto Pedranzini

Ad+Dg

365

1.389

1.389

3.805

28

Francesco Venosta

Pres.

365

314

314

860

6

BANCO DESIO BRIANZA

 

 

 

 

 

 

Tommaso Cartone

Ad

96

343

343

3.573

26

Angelo Antoniazzi

Dg

166

483

483

2.910

21

Luciano Camagni

Dg

191

652

652

3.414

25

Agostino Gavazzi

Pres.

96

175

175

1.823

13

Stefano Lado

Pres.

269

491

491

1.825

13

CARIGE

 

 

 

 

 

 

Guido Bastianini

Ad

160

392

392

2.450

19

Paolo Fiorentino

Ad

193

723

723

3.746

29

Giuseppe Tesauro

Pres.

365

570

570

1.562

12

CREDITO VALTELLINESE

 

 

 

 

 

 

Mauro Selvetti

Dg

365

708

708

1.940

15

Miro Fiordi

Pres.

365

677

677

1.855

14

MEDIOBANCA

 

 

 

 

 

 

Alberto Nagel

Ad

365

3.235

4.054

11.107

49

Francesco Saverio Vinci

Dg

365

2.736

3.324

9.107

40

Renato Pagliaro

Pres.

365

2.258

2.258

6.186

27

MEDIOLANUM

 

 

 

 

 

 

Massimo Antonio Doris

Ad

365

1.355

1.522

4.170

30

Ennio Doris

Pres.

365

600

600

1.644

12

BANCA POPOLARE PUGLIA BASILICATA

 

 

 

 

 

 

Alessandro Piozzi

Ad+Dg

365

640

640

1.753

14

Leonardo Patroni Griffi

Pres.

365

252

252

690

6

[1] Considerando come parametro di confronto salari e stipendi dell’azienda di appartenenza (gruppo), pro capite; i multipli sono arrotondati all’unità.

 

 

16/04/2018

Documento n.10664

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