ENEL:GREEN POWER; ADUSBEF PRESENTA ESPOSTO SU VENDITA AZIONI PER ABUSO INFORMAZIONI PRIVILEGIATE,MANIPOLAZIONE MERCATO,TRUFFA

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ENEL:GREEN POWER; ADUSBEF PRESENTA ESPOSTO SU VENDITA AZIONI PER ABUSO INFORMAZIONI PRIVILEGIATE,MANIPOLAZIONE MERCATO,TRUFFA ROMA (ANSA) - ROMA, 6 NOV - Sullo "strano" collocamento di un miliardo 625 milioni di azioni Enel Green Power (Egp), sui "conflitti di interessi tra amministratori Enel e banche creditrici, sui soggetti che potrebbero aver manipolato il corso azionario il 4 novembre scorso, prima giornata di quotazione di Egp", Adusbef ha presentato ieri esposti-denunce alle Procure della Repubblica chiedendo l'apertura di un'indagine. In particolare, il presidente dell'associazione dei consumatori, Elio Lannutti, chiede indagini sui dirigenti Enel, tra cui il presidente Piero Gnudi e sull'amministratore delegato Fulvio Conti, nonché sulle banche coinvolte nel collocamento quanto meno per abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del mercato e truffa. Secondo l'Adusbef, "Enel, servendosi di dieci banche come joint bookrunners (che hanno convinto i clienti che le azioni Egp erano un affare), ha collocato un miliardo 625 milioni di azioni Egp a 1,6 euro l'una, incassando 2,6 miliardi di euro, inducendo circa 350 mila persone a sottoscrivere le azioni, in cambio di una commissione pari all'1,85% dell'incasso Enel, ossia 48 milioni di euro". Commissioni, sottolinea Adusbef, "che le banche si sono guadagnate per aver convinto i risparmiatori a comprare le Egp a un prezzo tra 1,8 e 2,1 euro (successivamente abbassate ad 1,6 euro), che invece gli investitori istituzionali, cioé le stesse banche, i fondi d'investimento, le compagnie d'assicurazione, hanno giudicato scandalosamente alto". Nell'esposto, si chiede, tra l'altro, perché Enel, "invece di collocare l'85% delle azioni agli investitori istituzionali e solo il 15% ai piccoli investitori, abbia invertito le promesse inducendo 350 mila risparmiatori ad accettare i consigli per gli acquisti della loro banca, collocando il 23% agli istituzionali, contro il 77% dei piccoli investitori e se questo non possa costituire il reato di falso in prospetto e false comunicazioni". E poi, perché Enel, invece di vendere ai piccoli risparmiatori titoli per 400 milioni di euro, ha venduto loro titoli per 2 miliardi di euro, perché quel miliardo e 600 milioni di differenza le grandi banche si sono rifiutate di prenderlo, perché non considerato un "affare". Se le banche non abbiano gonfiato il valore del titolo Egp, per lucrare commissioni di 48 milioni di euro, inducendo i piccoli risparmiatori a comprare le Egp a un prezzo tra 1,8 e 2,1 euro, poi abbassata ad 1,6 euro, che gli investitori istituzionali, ossia banche, fondi d'investimento, compagnie d'assicurazione, hanno giudicato troppo alto.(ANSA).

06/11/2010

Documento n.8757

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