Dal Corsera (7-12-05), Poste. Avrebbe dovuto occuparsi della gestione del fondo di buonuscita dei lavoratori

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Avrebbe dovuto occuparsi della gestione del fondo di buonuscita dei lavoratori delle Poste. Avrebbe dovuto occuparsi della gestione del fondo di buonuscita dei lavoratori delle Poste. Un affare da milioni di euro che doveva rappresentare il rilancio dell’Ipost, l’Istituto dei postelegrafonici con sede alla Garbatella. Invece sui suoi conti bancari la guardia di finanza ha trovato oltre 300 mila euro che sarebbero stati "distratti" dall’amministrazione del suo ufficio. Mario Di Bernardo, 58 anni, ex direttore generale vicario dell’Ipost e dal ’99 commissario ad acta del fondo buonuscita dei lavoratori postali, è stato arrestato nei giorni scorsi nella sua abitazione di Ostia. Le accuse nei suoi confronti sono peculato e abuso d’ufficio. Secondo il pm Maria Letizia Fucci della procura di Pesaro, titolare delle indagini, Di Bernardo si sarebbe impossessato di 331 mila euro prelevandoli dalle casse dell’ente previdenziale che provvede al pagamento delle pensioni di oltre 100 mila ex dipendenti delle Poste. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex direttore generale, ora ai domiciliari a Rimini, ha avuto l’effetto di un terremoto negli uffici dell’Ipost dove la notizia del suo arresto, avvenuto il 16 novembre scorso, è stata resa nota soltanto ieri. L’inchiesta della procura di Pesaro, scattata cinque mesi fa, riguarda una serie di transazioni sospette, tutte gestite dal funzionario arrestato. In particolare, come hanno accertato gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria, Di Bernardo era stato incaricato di curare l’amministrazione del fondo di buonuscita nel passaggio dall’Ipost a Poste Italiane. Dall’esame della documentazione relativa ai movimenti finanziari dell’ex direttore, gli investigatori hanno riscontrato numerose irregolarità e l’ammanco dei 331 mila euro, in parte versati in banca e in parte (circa 100 mila euro) custoditi in contanti a casa. Dai controlli incrociati è anche emerso il pagamento di 28 mila euro per prestazioni di servizio mai rese da Di Bernardo a favore di una società della quale l’ex direttore generale era socio. Già nel giugno scorso il funzionario dell’Ipost era stato denunciato a piede libero sempre dalla guardia di finanza con altre 28 persone, fra dirigenti e impiegati, per tentata truffa e falso ideologico nel corso dell’operazione "Rush finale"". In quel caso, come hanno spiegato gli investigatori marchigiani, il raggiro, poi solo tentato, riguardava la falsa sottoscrizione di buoni postali fruttiferi collegati ai premi per i dipendenti. Di Bernardo è un personaggio di spicco dell’Ipost. Nel 2002, insieme con l’attuale presidente Giovanni Ialongo, l’allora direttore generale venne ascoltato da una commissione parlamentare incaricata di indagare proprio sul funzionamento degli enti previdenziali. A Di Bernardo, inoltre, è stato dato il merito di aver avviato il decentramento territoriale degli uffici di assistenza per dipendenti e pensionati delle poste, e di aver ideato e realizzato la tesserina "ICard". "Ancora una volta si è cercato di mettere il silenziatore sulla gestione di un ente pubblico - ha commentato Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef (l’Associazione per la difesa degli utenti di servizi bancari, finanziari, postali e assicurativi) - le conseguenze potrebbero ricadere su migliaia di persone, fra utenti e dipendenti". Rinaldo Frignani. Avrebbe dovuto occuparsi della gestione del fondo di buonuscita dei lavoratori delle Poste. Un affare da milioni di euro che doveva rappresentare il rilancio dell’Ipost, l’Istituto dei postelegrafonici con sede alla Garbatella. Invece sui suoi conti bancari la guardia di finanza ha trovato oltre 300 mila euro che sarebbero stati "distratti" dall’amministrazione del suo ufficio. Mario Di Bernardo, 58 anni, ex direttore generale vicario dell’Ipost e dal ’99 commissario ad acta del fondo buonuscita dei lavoratori postali, è stato arrestato nei giorni scorsi nella sua abitazione di Ostia. Le accuse nei suoi confronti sono peculato e abuso d’ufficio. Secondo il pm Maria Letizia Fucci della procura di Pesaro, titolare delle indagini, Di Bernardo si sarebbe impossessato di 331 mila euro prelevandoli dalle casse dell’ente previdenziale che provvede al pagamento delle pensioni di oltre 100 mila ex dipendenti delle Poste. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex direttore generale, ora ai domiciliari a Rimini, ha avuto l’effetto di un terremoto negli uffici dell’Ipost dove la notizia del suo arresto, avvenuto il 16 novembre scorso, è stata resa nota soltanto ieri. L’inchiesta della procura di Pesaro, scattata cinque mesi fa, riguarda una serie di transazioni sospette, tutte gestite dal funzionario arrestato. In particolare, come hanno accertato gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria, Di Bernardo era stato incaricato di curare l’amministrazione del fondo di buonuscita nel passaggio dall’Ipost a Poste Italiane. Dall’esame della documentazione relativa ai movimenti finanziari dell’ex direttore, gli investigatori hanno riscontrato numerose irregolarità e l’ammanco dei 331 mila euro, in parte versati in banca e in parte (circa 100 mila euro) custoditi in contanti a casa. Dai controlli incrociati è anche emerso il pagamento di 28 mila euro per prestazioni di servizio mai rese da Di Bernardo a favore di una società della quale l’ex direttore generale era socio. Già nel giugno scorso il funzionario dell’Ipost era stato denunciato a piede libero sempre dalla guardia di finanza con altre 28 persone, fra dirigenti e impiegati, per tentata truffa e falso ideologico nel corso dell’operazione "Rush finale"". In quel caso, come hanno spiegato gli investigatori marchigiani, il raggiro, poi solo tentato, riguardava la falsa sottoscrizione di buoni postali fruttiferi collegati ai premi per i dipendenti. Di Bernardo è un personaggio di spicco dell’Ipost. Nel 2002, insieme con l’attuale presidente Giovanni Ialongo, l’allora direttore generale venne ascoltato da una commissione parlamentare incaricata di indagare proprio sul funzionamento degli enti previdenziali. A Di Bernardo, inoltre, è stato dato il merito di aver avviato il decentramento territoriale degli uffici di assistenza per dipendenti e pensionati delle poste, e di aver ideato e realizzato la tesserina "ICard". "Ancora una volta si è cercato di mettere il silenziatore sulla gestione di un ente pubblico - ha commentato Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef (l’Associazione per la difesa degli utenti di servizi bancari, finanziari, postali e assicurativi) - le conseguenze potrebbero ricadere su migliaia di persone, fra utenti e dipendenti". Rinaldo Frignani.

07/12/2005

Documento n.5364

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