Bankitalia: leggo sul sito della Camera, che il Governatore Visco Ignavio, sarà audito oggi 14,30, Commissioni Finanze riunite, per riferire del suo operato al Parlamento (Legge 262/2005). Adusbef chiede che gli on.li deputati e senatori, pongano al Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco alcune semplici domande: dopo i crac, perchè non sidimette ?
#Bankitalia: leggo sul sito della Camera, che il Governatore #Visco Ignavio, sarà audito oggi 14,30, Commissioni Finanze riunite, per riferire del suo operato al Parlamento (Legge 262/2005). Adusbef chiede che gli on.li deputati e senatori, pongano al Visco alcune semplici domande:
1) Scandalo Ubi Banca, Family Giovanni Bazoli (Banca Intesa) & Francesca.
Sul gravissimo scandalo di Ubi Banca, la cui gestione fraudolenta del credito e del risparmio è sempre stata avallata dalla silente, contigua Bankitalia, molto attenta a non disturbare gli affari privati dei banchieri soci, in particolare Giovanni Bazoli, il maggiore azionista del Governatore Ignazio Visco, spuntano gravi ipotesi di riciclaggio internazionale, nel poderoso filone di indagine aperto dalle denunce Adusbef (fine 2012), dei 5 consiglieri di minoranza (luglio 2013),del presidente dei piccoli azionisti di Ubi Giorgio Jannone, con la procura di Bergamo che ha attivato una robusta inchiesta giudiziaria riguardante 39 soggetti più Ubi, a carico di banchieri come Emilio Zanetti, Andrea Moltrasio, Giampiero Pesenti, l’ad di Ubi Victor Massiah, il vicepresidente Mario Cera, Giovanni Bazoli e la figlia Francesca, per i quali la GDF aveva chiesto l’arresto nel dicembre 2015 per la “spiccata indole delinquenziale”.
L’indagine Ubi e la misura della custodia cautelare, chiesta ai sensi dell’articolo 274 del codice di procedura penale per il pericolo di reiterazione del reato e, nel caso di Giovanni Bazoli (presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo), per “un'indole delinquenziale particolarmente accentuata”, nell’inchiesta condotta dalla procura di Bergamo che il 17 novembre 2016 ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 39 persone fra amministratori e dirigenti di Ubi Banca, della controllata Ubi Leasing, di due associazioni di azionisti e altri soggetti esterni al gruppo, coi magistrati che non ritennero di procedere con l’arresto delle 16 persone indicate dalla Guardia di Finanza, per l’effetto dirompente e le ripercussioni imprevedibili nei confronti del mercato, si arricchisce di nuovi sviluppi, con la procura di Brescia che ha aperto nei giorni scorsi un ulteriore filone per il reato di riciclaggio.
La Guardia di Finanza su mandato della Procura di Brescia, ha acquisito e sequestrato infatti tutta la documentazione informatica e cartacea utile alle indagini, dove ci sarebbero segnalazioni di operazioni sospette in materia di antiriciclaggio e agli obblighi di adeguata verifica della clientela, su un correntista che avrebbe fatto rientrare ingenti capitali dall’estero, in particolare una ferriera di Brescia riconducibile all’ex presidente del consiglio di gestione Ubi, utilizzando la succursale Ubi in Lussemburgo, la Ubi Banca International. A fronte di questi ulteriori elementi, denunciati anche dall’ex responsabile dell’ufficio antiriciclaggio Ubi Banca, Roberto Peroni, come mai Bankitalia e Uif (Unità di informazione finanziaria), non non hanno prestato la dovuta attenzione al riciclaggio internazionale, che è stato concretizzato da Ubi Banca, anche nella triangolazione internazionale delle sue controllate ?
2) Bankitalia, che non ha mai fatto nulla per impedire la gestione fraudolenta del credito e del risparmio di Banca UBI del banchiere socio di maggioranza Giovanni Bazoli, alla quale ha perfino regalato ad 1 euro come premio di fedeltà, 3 delle 4 banche in risoluzione (CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche),h a nulla da rispondere in merito alla debacle clamorosa del’Unità di informazione finanziaria (Uif), che avrebbe il dovere di prevenire fenomeni di riciclaggio, come quelli denunciati da Roberto Peroni nel 2014 e da Adusbef e piccoli soci Ubi nel 2012 ed il 4 aprile 2016 ? Delle due l’una: o non si è accorta del riciclaggio internazionale, avvenuto negli sportelli Ubi e ciò sarebbe molto grave; oppure –e sarebbe gravissimo, non è intervenuta per non disturbare gli affari sporchi dei ‘banchieri amici’- già provati inconfutabilmente dalle indagini della Procura di Bergamo in quasi 50.000 pagine depositate, sulle lampanti violazioni civili e penali, di una banca vigilata da Bankitalia;
2) Npl per 4 mld di euro di Bazoli & C. Il deposito di nuovi atti nell' inchiesta da parte del procuratore di Bergamo Walter Mapelli e del sostituto Fabio Pelosi che avevano chiuso le indagini il 16 novembre 2016, sulle presunte malversazioni nella gestione di Ubi Banca, conferma le ipotesi delittuose avanzate negli esposti sulle cartolarizzazioni dei crediti di Ubi Banca e Ubi Leasing, ossia la cessione ad altre società di una preminente quota dei crediti del gruppo Ubi, per un valore di 4 miliardi di euro.
Le cartolarizzazioni, ossia la cessione e gestione dei crediti ammalorati, per alleggerire i conti delle banche, vengono dislocati in apposite scatole finanziarie (Spv, special purpose vehicle) e impacchettati in titoli piazzati sul mercato o sottoscritti dalla stessa banca originatrice, generando un guadagno calcolato tra il prezzo di cessione (mettiamo 20, e quello di realizzo, sempre superiore a 30) .
Nel rapporto firmato dal comandante della Guardia di Finanza Giovanni Padula e dal colonnello Gabriele Procucci), viene riscontrato che le cinque società veicolo delle cartolarizzazione dei crediti, sono controllate al 90% da due fondazioni olandesi, e che «fra i soggetti che hanno posto in essere le operazioni di cartolarizzazione» dei 4 miliardi di crediti di Ubi ci sono altre tre società: la Progressio, la Mire, e la Castello. “Quest' ultima”, scrivono i finanzieri, “è partecipata al 21,81% dalla Mittel Spa”. “Indagini tecniche- sostiene il rapporto- hanno confermato gli interessi della famiglia Bazoli sia nella gestione della Mittel, sia nella gestione delle fondazioni di diritto olandese”.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno individuato cinque società veicolo (24-7 Finance srl, Lombarda Lease Finance 3 srl, Lombarda Lease Finance 4 srl, Ubi Finance 2 srl e Ubi Finance 3 srl) nelle quali 'l' incarico di presidente era stato affidato all'ex genero di Giovanni Bazoli”. Quattro delle cinque società sono partecipate da Ubi con il 10 per cento del capitale e controllate al 90 per cento dalla fondazione di diritto olandese Stichting Brixia. Dalla corrispondenza tra la Consob e l'A.D. di Ubi banca Victor Massiah (anch' esso indagato), risulta che le fondazioni olandesi costituite dalla stessa Ubi per agevolare la trasformazione dei crediti in titoli, sono un marchingegno giuridico, gradito sia alle banche che alla Banca d' Italia.
La novità che emerge dai documenti della Guardia di Finanza è che almeno parte dei crediti cartolarizzati sono usciti dalle società veicolo, smentendo clamorosamente l'Ad di Ubi Victor Massiah, il quale aveva verbalizzato all'assemblea dei soci, che tali cartolarizzazioni restano in banca. L'indagato Giovanni Bazoli, ritenendosi al di sopra delle leggi, forse confidando nell'immunità celeste, aveva rinunciato all' interrogatorio dei magistrati, preferendo una intervista in ginocchio al Corsera, in data 25.11.2016, quotidiano soggetto alle nomine designate dallo stesso ex presidente di Intesa S. Paolo.
Quali atti concreti ha messo in campo Bankitalia, per prevenire tale gestione delinquenziale di Bazoli & C ?
3) Traffico di armi. Dalle dichiarazioni, riportate dalla stampa e rese da Roberto Peroni, funzionario dell'Ufficio Rischi di Riciclaggio e Terrorismo di UBI, verbalizzate dai Carabinieri di Roma, risulta un quadro pesantissimo nella gestione della banca, in particolare, degli affari gestiti dalla lussemburghese UBI Banca International S.A., già coinvolta nel gravissimo scandalo finanziario "Panama Papers". Secondo Peroni- in quella società: "si facevano le peggio schifezze, perché le forniture di armi ai belligeranti proprio della Siria, dall’Italia non li puoi gestire.” Moltrasio e Massiah hanno replicato in Assemblea: “UBI Banca dedica al commercio in armamenti solo lo 0,12% degli impieghi”, dicendosi dispiaciuti per il coinvolgimento in Assemblea di un argomento di stringente e sconvolgente attualità quale quello del commercio di armamenti in Siria e nei paesi belligeranti. Gli impieghi di UBI Banca, nel solo esercizio 2016, ammontano a circa 82 miliardi di Euro, quindi Ubi ha dedicato al traffico delle armi, solo per l’esercizio 2017, circa 100 milioni di Euro, a cui vanno aggiunte tutte le transazioni finanziarie e i denari transitati dal lato dei depositi, con operazioni ripetute e consolidate per decine e decine di esercizi. Conosce i dettagli di questi sporchi traffici, il Governatore Visco ? Di quante e di quali armi stiamo parlando? In quali paesi sono state commercializzate in tutti questi anni? Ci sono state "triangolazioni"? Quante vittime hanno direttamente o indirettamente causato queste centinaia di milioni di Euro (solo nel 2016) di impieghi in armi?
4) Il sistema bancario è solido. La colpa di crac e dissesti non è della Vigilanza, ma dei risparmiatori.
Nella lunga intervista pubblicata domenica 11 giugno sul Corriere della Sera, il Governatore di Bankitalia Ignazio VISCO, che ha continuato a difendere la Vigilanza, perché a suo dire, 'ha lavorato con il massimo impegno utilizzando tutti gli strumenti a disposizione', oltre a continuare ad addossare agli incolpevoli risparmiatori- privi di cultura finanziaria- la responsabilità di aver acquistato prodotti tossici, affermando che, 'un elemento cruciale ha a che fare con percezione e capacità di tutti i risparmiatori di fare scelte finanziarie equilibrate e complesse con consapevolezza', ha perso l'ultima occasione per fare pubblica ammenda per i propri evidenti errori, con richiesta di pubbliche scuse, analoghe a quelle che porgono Istituzioni serie, quando sbagliano. Visco non spiega perché la vigilanza non ha segnalato in tempo i crac bancari di MPS, Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza dello spiccia faccende Zonin, addirittura designato ad acquisire Banca Etruria, né lo strano commissariamento di Bene Banca Vacienna coi conti in ordine, diversamente dalle altre decotte o in decozione, con la nomina dei soliti fiduciari in qualità di commissari, in gravissimo conflitto di interesse la cui missione era anche di fornire liquidità alle esauste casse della BPVI. Ma i punti più spassosi dell'intervista di Visco, riguardano l'allarme del FMI, che nell'ottobre 2012 pubblica un rapporto preoccupato sullo stato di salute delle banche italiane, giudicate solide dalla narrazione congiunta col MEF, 'ma da qui a dire -dice il Governatore- che il sistema italiano già nel 2012 era in difficoltà tremenda ce ne corre. Infatti il programma di valutazione del sistema finanziario (FSAP) condotto dal Fondo nel 2013, un'analisi approfondita da me incoraggiata consentendo anche l'accesso a dati individuali sotto garanzie di rispetto del segreto d'ufficio, non giunse certo a una tale conclusione. Anzi a marzo 2013 arriva la dichiarazione della missione del Fmi che afferma che il sistema bancario era straordinariamente “resilient” — qualcosa più che resistente — alla luce della gravissima crisi dell'economia. Lo era per la sua capacità di aumentare il capitale e i cuscinetti di patrimonio, disse l'Fmi allora. Certo, poi avvertiva anche che ci sarebbero stati problemi se le condizioni economiche si fossero aggravate ancora'; e l'approvazione del bail-in, esproprio criminale del risparmio, avvenuto senza alcun contrasto ufficiale noto, anche per mettere in guardia i risparmiatori da tali gravissimi rischi.
Mentre Adusbef metteva in guardia a fine 2012 ed inizio 2013, coi suoi comunicati giudicati 'allarmistici' sul modello Cipro, ossia l'esproprio criminale del risparmio col bail-in, Visco racconta tranquillamente che:'la discussione abbiamo iniziato a farla molto in fretta nel Comitato economico e finanziario, una costola dell'Ecofin a Bruxelles, nella primavera del 2013.... Ci voleva gradualità nell'introdurre le norme, che poi sarebbero state estese per giungere al bail-in, che potenzialmente arriva a coinvolgere nelle perdite anche gli obbligazionisti senior e i depositanti oltre i 100 mila euro. La proposta della Commissione sul Meccanismo unico di risoluzione, basato sulla BRRD, prevedeva il 2018 come data per l'entrata in vigore del bail-in. La data fu poi anticipata al 2016 nella riunione del Consiglio Ecofin di dicembre 2013... La terza cosa che scrivemmo era che al fine di coinvolgere i risparmiatori nelle perdite in caso di dissesto le banche avrebbero dovuto emettere nuovi strumenti appositamente identificati, in altri termini abbiamo sempre sostenuto il bail-in per via contrattuale e sempre respinto il bail-in per via legale e applicato in modo retroattivo. Ma nella fretta della discussione o nella difficoltà di arrivare a un accordo sull'unione bancaria,
questi tre punti non sono passati'.
Signor Governatore, per anni ha spergiurato sulla solidità del sistema bancario che era pieno di buchi, come indicato perfino dal FMI. Invece di autoassolversi, continuando a non ammettere responsabilità evidenti di Bankitalia nelle crisi e nei crac bancari addossati ad almeno 350.000 risparmiatori, o scaricare evidenti colpe del bail-in solo sul governo, non pensa di avere sulla coscienza sua e dell’intero direttorio, i gravissimi drammi sociali per aver distrutto risparmi, frutto di sudore, lacrime e sacrifici di intere vite di lavoro ?
5) 67 mld di Bond subordinati, molti in tasca alle famiglie ed appunto al Direttorio del 30.12.2015;
In un appunto per il direttorio di Bankitalia del 30 dicembre 2015, con all'oggetto titoli di debito subordinati emessi dalle banche italiane, il dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, fa il punto sui dati relativi ai bond subordinati, sulla consistenza e tipologia dei sottoscrittori, con un aggiornamento imposto per: "Le recenti vicende legate alla risoluzione delle crisi aziendali di quattro intermediari , che hanno generato una forte richiesta di informazioni sull'ammontare dei titoli subordinati emessi dalle banche".
Le obbligazioni subordinate in essere al 31 ottobre 2015- si legge nell'appunto- pari a 67 miliardi, l'11 per cento del totale delle obbligazioni emesse dalle banche (623 miliardi), Le obbligazioni subordinate in essere al 31 ottobre 2015- si legge nell'appunto- sono pari a 67 miliardi, ed il 46,1% di tali rischiosi bond subordinati, 31 miliardi di euro, espropriabili dal 1 gennaio 2016 con la normativa del 'bail in', erano in mano alle famiglie italiane, contro il 3,3% dei Fondi.
Come mai, signor governatore, come risulta inconfutabilmente anche da questo documento, Bankitalia, sapeva da molto tempo sui rischi tangibili delle obbligazioni subordinate, e ciononostante non ha attivato alcuna doverosa e trasparente informazione, per offrire la possibilità ai sottoscrittori retail di tali bond spazzatura con la direttiva Ue del bail-in del maggio 2014, quelle famiglie poi truffate ed espropriate dal decreto salva banche del 22 novembre 2015, di prendere cognizione sui loro rischiosissimi investimenti? Infine, signor Governatore Visco, anche se il senso dell’onore e della dignità umana e professionale è andata perduta in questi ultimi tempi, a fronte di queste semplici domande che certificano il totale fallimento di una istituzione che fu, diventato un carrozzone costoso di circa 1 miliardo di euro l’anno, con 7.000 dipendenti super retribuiti fino a 20.000 euro al mese per fare concorrenza agli operatori turistici nelle visite a Palazzo Koch, non sente l’esigenza di dimettersi per aver gettato nella polvere una gloriosa Istituzione, e nella disperazione almeno 350.000 famiglie solo negli ultimi 18 mesi di Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, CariChieti, Cariferrara, Mps, Banca Etruria, Banca Marche ?
Grazie dell’attenzione
Legge 28 dicembre 2005, n. 262
" Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina
dei mercati finanziari " pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 301 del 28 dicembre 2005 - Supplemento ordinario n. 208 Art. 19.
(Banca d’Italia)
1. La Banca d’Italia è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali ed agisce secondo gli indirizzi e le istruzioni della Banca centrale europea.
2. La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico.
3. Le disposizioni normative nazionali, di rango primario e secondario, assicurano alla Banca d’Italia ed ai componenti dei suoi organi l’indipendenza richiesta dalla normativa comunitaria per il migliore esercizio dei poteri attribuiti nonché per l’assolvimento dei compiti e dei doveri spettanti.
4. La Banca d’Italia, nell’esercizio delle proprie funzioni e con particolare riferimento a quelle di vigilanza, opera nel rispetto del principio di trasparenza, naturale complemento dell’indipendenza dell’autorità di vigilanza. Riferisce del suo operato al Parlamento e al Governo con relazione
semestrale sulla propria attività.
5. Gli atti emessi dagli organi della Banca d’Italia hanno forma scritta e sono motivati, secondo quanto previsto dal secondo periodo del comma 1 dell’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241. Delle riunioni degli organi collegiali viene redatto apposito verbale.
6. La competenza ad adottare i provvedimenti aventi rilevanza esterna rientranti nella competenza del governatore e quella relativa agli atti adottati su sua delega sono trasferite al
direttorio. Agli atti del direttorio si applica quanto previsto dal comma 5. Le deliberazioni del direttorio sono adottate a maggioranza; in caso di parità dei voti prevale il voto del governatore. La disposizione contenuta nel primo periodo non si applica, comunque, alle decisioni rientranti nelle
attribuzioni del Sistema europeo di banche centrali.
7. Il governatore dura in carica sei anni, con la possibilità di un solo rinnovo del mandato. Gli altri membri del direttorio durano in carica sei anni, con la possibilità di un solo rinnovo del
mandato. In sede di prima applicazione i membri del direttorio diversi dal governatore cessano dalla carica secondo una articolazione delle scadenze disciplinata dallo statuto dell’Istituto, compresa in un periodo comunque non superiore ai cinque anni.
8. La nomina del governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Il procedimento previsto dal presente comma si applica anche, nei casi previsti dall’articolo 14.2 del Protocollo sullo statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, per la revoca del governatore....".
14/06/2017
Documento n.10542