Banche: 500.000 famiglie truffate ed espropriate da Bankitalia e dallo Stato,ingiuriate da Visco come 'analfabeti funzionali', l'educazione finanziaria con maestri i loro carnefici ? Dopo interrogazione,stasera (31 maggio) Striscia la Notizia,ore 20,45
Pubblicato il 29 maggio 2018, nella seduta n. 7
LANNUTTI- Ai Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
500.000 famiglie vittime dei crac di Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Chieti, Cassa di rispario di Ferrara, Veneto banca, Banca popolare di Vicenza, Monte dei Paschi di Siena, oltre ad aver subito l'esproprio del risparmio col bail-in, hanno dovuto subire nel 2016 le offese del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che ha ad avviso dell'interrogante offeso i risparmiatori italiani, accusandoli di essere "analfabeti funzionali" perché non sufficientemente esperti di prodotti finanziari truffaldini, proponendo l'educazione finanziaria come rimedio, alla stessa stregua di uno scippato vittima dello strappo o di un rapinato a mano armata, accusato di non avere la guardia del corpo, la licenza di porto d'armi o di non aver frequentato un corso di arti marziali;
il Governo ha prontamente raccolto le indicazioni del governatore, con l'articolo 24-bis del decreto-legge 23 dicembre 2016, n. 237 (convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 2017, n. 15, recante "Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio"), rubricato "Disposizioni generali concernenti l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale";
la norma stabilisce che il Ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, adotta il programma per una "Strategia nazionale per l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale". Essa è affidata al "Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria", nominato dal Ministro dell'economia, di concerto con i Ministri dell'istruzione e dello sviluppo economico. Il comitato è composto da 11 membri, ed è presieduto da un direttore, nominato dal Ministro dell'economia, d'intesa con il Ministro dell'istruzione, scelto fra personalità con comprovate competenze ed esperienza nel settore;
i membri diversi dal direttore sono designati: dal Ministro dell'economia, dal Ministro dell'istruzione, dal Ministro dello sviluppo economico, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d'Italia, dalla Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB), dall'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), dal Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti ed dall'Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo dei consulenti finanziari (OCF). Il comitato opera attraverso riunioni periodiche, prevedendo, ove necessario, la costituzione di specifici gruppi di ricerca cui possono partecipare accademici ed esperti nella materia;
la composizione è la seguente: professoressa Annamaria Lusardi, direttore, Denit trust endowed chair of economics and accountancy at The George Washington university school of business; dottor Roberto Basso (Ministero dell'economia); dottor Rocco Pinneri (Ministero dell'istruzione); avvocato Mario Fiorentino (Ministero dello sviluppo economico); dottoressa Concetta Ferrari (Ministero del lavoro); dottoressa Magda Bianco (Banca d'Italia); dottor Giuseppe D'Agostino (CONSOB); dottoressa Elena Bellizzi (IVASS); dottoressa Elisabetta Giacomel (COVIP); avvocato Antonio Tanza (Consiglio nazionale consumatori ed utenti, CNCU); professoressa Carla Rabitti Bedogni (OCF);
considerato che:
in un articolo pubblicato su "il Fatto Quotidiano" del 19 febbraio 2018, scrive il professor Beppe Scienza, ordinario di Matematica ed uno dei massimi esperti nel settore del risparmio e della previdenza: «Come si può essere contro una migliore formazione e maggiori conoscenze? Si può, se viene gabellata per informazione una pubblicità camuffata, se viene spacciata per insegnamento una manipolazione della realtà. Sta iniziando la sua attività il Comitato per l'educazione finanziaria (Edufin), voluto dal governo dopo i crac bancari dello scorso biennio. Visti i precedenti è giusto partire prevenuti e fare il processo alle intenzioni. E marca male che ne parli bene Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera, rispolverando la storiella che le perdite dei risparmiatori derivano da "titoli che promettevano contestualmente bassi rischi e alti rendimenti". Discendono piuttosto dalle malversazioni di parecchi banchieri e dai silenzi di chi doveva vigilare. Presiede il comitato Annamaria Lusardi, sui cui per ora sospendiamo il giudizio. È certo sottoscrivibile quanto dichiarò al Sole 24 Ore il 18 settembre 2010: "A fare l'alfabetizzazione finanziaria non può essere un bancario, come invece accade in Italia con le iniziative dell'Associazione Bancaria Italiana". Peccato che la strada dell'Inferno sia lastricata di buone intenzioni. C'è un aspetto positivo: è la nomina di Antonio Tanza, a rappresentare i consumatori. È infatti il presidente dell'Adusbef, associazione non adusa alle pastette con banche e assicurazioni, a differenza di molte altre. Ma cosa farà invece il rappresentante dei venditori porta a porta, ribattezzati in consulenti, e poi la Banca d'Italia, la Covip ecc.?. Due sono comunque i punti focali da chiarire. Primo: a chi verrà demandata questa sedicente educazione finanziaria? C'è da scommettere che la parte del leone o addirittura il monopolio l'avranno soggetti quale il Museo del Risparmio, che è un pezzo di Banca Intesa, o la Feduf finanziata da decine e decine di banche. Pare addirittura che avranno titolo per fare "educazione finanziaria" Banca Intesa, BNL, Unicredit, l'Ania (assicurazioni) ecc. Il loro fine è ammorbidire i clienti per rifilargli i prodotti più redditizi per sé, ovvero peggiori per i risparmiatori (polizze, piani previdenziali, fondi ecc. stracari e straopachi). E perché non dovrebbero agire così, trattandosi o essendo finanziati da società con fini di lucro? Altra questione: come verranno ripartiti i soldi destinati alla educazione finanziaria, che potrebbero arrivare a 5,5 milioni di euro? Magari finiranno a chi già lucra sul risparmio degli italiani e invece niente a chi difende i risparmiatori»;
a giudizio dell'interrogante, ha rincarato la dose Francesco Bonazzi, in un articolo per "La Verità" del 27 aprile 2018: «Pronti, via, casino. Il comitato Edufin per l'educazione finanziaria, quello che dovrebbe "rieducare" i risparmiatori italiani in modo che la smettano di perdere soldi stupidamente con le banche, rischia di perdere la copertura delle associazioni dei consumatori a neppure 10 giorni dalla partenza del portale internet varato da Ministero dell'Economia, Consob, Bankitalia e via vigilando. Il rappresentante del coordinamento dei consumatori nel comitato Edufin, Antonio Tanza, nell'ultima riunione ha criticato pesantemente tutto l'impianto dell'operazione, sia dal punto di vista dell'impostazione ideologica (tutta "filo-banche"), sia della trasparenza nell'uso dei fondi pubblici. E ha scritto alla ventina di associazioni che rappresenta, da Adusbef a Federconsumatori, passando per Cittadinanzattiva e Adiconsum, aprendo un dibattito che potrebbe portare all'uscita dei consumatori dall'iniziativa. L'antefatto di questa trovata del Ggoverno Gentiloni sono le crisi bancarie di questi ultimi anni che si sono mangiati i risparmi di oltre mezzo milione di italiani, in avventure che La Verità ha raccontato fin dalla sua nascita, come Popolare Vicenza, Banca Etruria. In un paese normale, sarebbero stati messi sul banco degli imputati i banchieri che hanno violato la legge e, eventualmente, i vigilanti che non hanno vigilato. Da noi, invece, il centrosinistra è riuscito a far passare un messaggio subliminale ben diverso: se uno ha perso i soldi, per esempio, nei bond convertibili di Banca Etruria, non è che qualcuno lo ha truffato, ma è lui che è ignorante. Il comitato per l'Educazione finanziaria è stato istituito ad agosto con apposito decreto del ministro Pier Carlo Padoan, che ha nominato come presidente l'economista Annamaria Lusardi e altre dieci personalità tra le quali spiccano il proprio portavoce Roberto Basso e i rappresentanti di Bankitalia, Consob, Covip (fondi pensione), Ivass (assicurazioni), Ocf (consulenti finanziari). E l'avvocato Tanza, presidente di Adusbef, su indicazione di tutta la galassia dei consumatori. Bilancio annuo: un milione di euro. Lo scorso 16 aprile è finalmente partito il portale internet, intitolato "Quello che conta", ma nella riunione del 13 aprile il rappresentante dei consumatori ha sollevato varie questioni che ha poi riversato in una lettera ai propri mandatari e che La Verità ha potuto leggere. Tanza ha innanzitutto contestato l'impostazione del sito internet, dove "si mira esclusivamente a promuovere le magnifiche e progressive sorti del sistema bancario, nel tentativo di acquisire gli ultimi 3 o 4 milioni di cittadini non ancora bancarizzati". Quando si apre il sito, ci sono subito alcuni video che presentano in ordine alfabetico i vari strumenti bancari e di risparmio, anziché in ordine di popolarità e complessità. Nel primo modulo, ad esempio, ci si imbatte subito nel "Bonifico Sepa", ma Tanza fa notare che non è esattamente la prima cosa con cui introdurre il cittadino al magico mondo bancario. "Le guide già presenti sul sito di Bankitalia, dai mutui per la casa al credito al consumo, sono addirittura più accattivanti di quelle sfornate dal Comitato", scrive il presidente Adusbef. Che poi definisce il sito "carente" perché "non è stato studiato tenendo conto delle ampie conoscenze dei consumatori". Quello che dovrebbe connotare un'iniziativa del genere dovrebbe essere almeno la trasparenza, a dire dei consumatori manca anche quella. Il bilancio 2017 non è stato ancora consegnato ai membri del comitato, anche se è stato loro detto che una copia di questo sarebbe stato pubblicata nel sito del ministero dell'Economia. Anche qui Tanza allarga le braccia e scrive: "Pare sia nella sezione Trasparenza del sito del Mef, ma io non sono stato capace di trovarlo". A dire il vero, non è riuscito neppure a noi. In ogni caso, si sa che circa 750.000 euro sono stati spesi per attrezzature varie e per far partire il portale, mentre il resto del milione sarebbe finito in borse di studio e consulenze. Ma è la proposta di bilancio per il 2018 che è già ritenuta "inaccettabile" dai consumatori. Le loro associazioni, in prima fila nell'assistere decine di migliaia di truffati, sono contemplate solo in quanto riceveranno 100.000 calendari, che dovranno poi distribuire gratuitamente. "Ho lottato perché i calendari arrivassero almeno a spese del comitato presso le sedi delle associazioni: inizialmente avremmo dovuto curare noi anche il ritiro", scrive Tanza ai colleghi. Per gestire il portale si spenderanno invece 13.500 euro al mese, ovvero molto di più quanto spendono le associazioni per i propri siti, mentre ben 640.000 euro se ne andranno in "pubblicità ed eventi". Di questi, ben 400.000 euro andranno in inserzioni sui giornali. Ma non mancheranno anche 15.000 penne a sfera con il logo Edufin da regalare qua e là. Sul budget 2018 hanno espresso perplessità anche altri quattro consiglieri, ma è con i consumatori, che si vedranno il 3 maggio, che si rischia lo strappo più doloroso. Il tutto mentre da oltre quattro mesi si attende lo sblocco di 10 milioni di euro derivanti dalle multe Antitrust, in buona parte frutto delle denunce dei consumatori»,
si chiede di sapere:
se risponda al vero che il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che si permette di pronunciare espressioni che l'interrogante ritiene ingiuriose, riceva una pensione dalla Banca d'Italia dall'età di 65 anni, in caso affermativo quale ne sia l'ammontare, oltre agli emolumenti per la carica pari a 450.000 euro all'anno, che, diversamente da altri dirigenti del pubblico impiego, non sembra sia soggetta al cumulo per i dirigenti dell'intero direttorio compreso il presidente Ivass e direttore generale Salvatore Rossi;
se risponda al vero che il comitato Edufin, presieduto dalla professoressa Lusardi, abbia speso circa 750.000 euro per attrezzature varie e per far partire il portale, mentre il resto del milione sarebbe finito in borse di studio e consulenze;
se sia vero che per gestire il portale Edufin si spenderanno 13.500 euro al mese, ovvero molto di più quanto spendono le associazioni per i propri siti, mentre ben 640.000 euro se ne andranno in "pubblicità ed eventi", ben 400.000 euro in inserzioni sui giornali;
quali siano le valutazioni del Governo rispetto a tale gestione "allegra" (che l'interrogante ritiene anche clientelare) dei fondi pubblici, per offrire il monopolio dell'"educazione" a soggetti quale il museo del risparmio di Intesa Sanpaolo, alla Feduf finanziata da decine e decine di banche associate all'Abi, che avranno titolo per fare "educazione finanziaria" (in testa banca Intesa, BNL, Unicredit, l'Ania, cioè le assicurazioni), con la finalità, secondo le accuse, di ammorbidire i clienti per affibbiare loro i prodotti più redditizi per loro stessi, ovvero peggiori per i risparmiatori (polizze, piani previdenziali, fondi molto cari ed opachi, piani assicurativi, piani individuali di risparmio e polizze vita dai dubbi rendimenti);
se non sia più utile sottrarre il monopolio dell'educazione finanziaria a soggetti che a giudizio dell'interrogante avrebbero bisogno di un corso accelerato di "rieducazione", alla luce di crac e dissesti che hanno ridotto sul lastrico almeno 500.000 famiglie per un valore stimato da Adusbef in 110 miliardi di euro, per affidarlo invece alle strutture pubbliche di insegnamento, ossia alle scuole secondarie di primo e secondo grado;
se, infine, il portale denominato "Quello che conta" non rappresenti una ben congegnata beffa, in aggiunta alla truffa patita dalle incolpevoli famiglie i cui risparmi sono stati azzerati.
31/05/2018
Documento n.10684