Audizione del 28/9/99: aumenti dei tassi bancari

in Articoli e studi
AUDIZIONE DI ELIO LANNUTTI,PRESIDENTE ADUSBEF, PRESSO LA COMMISSIONE FINANZE CAMERA,IN DATA 28.09.1999. Ringrazio ancora una volta la Commissione Finanze della Camera ed Ella in particolare, signor presidente, per la sensibilità e l'attenzione dimostrati verso le questioni dei consumatori-utenti e dei cittadini. Dopo le audizioni sul sistema bancario meridionale e quella più recente sulla questione della rinegoziazione dei mutui, ancora una volta la Commissione Finanze ascolta le organizzazioni dei consumatori sui recenti aumenti dei tassi bancari. Personaggi più autorevoli di noi hanno già dimostrato in precedenza che gli aumenti alla chetichella, effettuati nel mese di agosto sui mutui fondiari e che costeranno oltre 700 mila lire in più ogni l'anno per un mutuo di cento milioni, non dipendono esclusivamente dalle tensioni internazionali dei tassi. Almeno il 50 per cento degli aumenti attuati non derivano già dalla crescita delle obbligazioni, come Abi e Banca d'Italia vorrebbero far credere non essendovi alcun collegamento, né legale né contrattuale, tra i mutui ed i rapporti giuridici volti all'acquisizione delle provviste. Il sistema bancario italiano che gode di enormi protezioni a tutti i livelli basti pensare al decreto truffa del 23 luglio sull'anatocismo trimestrale, che cancella con un colpo di spugna 13 anni di battaglie sfociate in numerose sentenze di Cassazione che hanno riconosciuto l'illegittimità della contabilizzazione degli interessi trimestrale sui prestiti, annuale sui depositi), è stato abituato a fare il bello ed il cattivo tempo con i diritti dei consumatori, anche perché finora non ha mai risposto ad alcuno del suo operato, neanche quando gli errori di una allegra gestione del credito e del risparmio sono costati 12.000 miliardi alla collettività. Proprio qui in Commissione Finanze 12 anni fa con i parlamentari di tutti i partiti (ricordo il prof. Visco, l'on. Piro, Bellocchio, Usellini e tanti altri), iniziammo una dura battaglia per rendere più trasparenti i rapporti bancari. E proprio qui, signor presidente,Le chiedo oggi di istituire una commissione parlamentare di inchiesta per accertare le diffuse illegalità sostanziali del sistema bancario a danno dei cittadini che non consistono soltanto nel negare l'accesso al credito a coloro che hanno tutti i requisiti o di revocare con il preavviso di 24 ore l'affidamento proprio nel momento in cui vi è maggiore necessità; che non significa soltanto il protezionismo di Bankitalia sulle banche che ha impedito la concorrenza e con essa maggiore efficienza (occorre correggere, signor presidente, l'anomala attribuzione a Bankitalia, invece che all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, delle normative Antitrust). Ma significa tutta una serie di quotidiane prepotenze da parte di un sistema che ritiene di essere il nuovo padrone delle ferriere, che stabilisce accordi di cartello mediante l'Abi vogliamo ricordare lo scandalo del caro cambi dettato e suggerito proprio dall'Abi, che imponeva dei prezzi per cambiare valute dell'aerea Euro alle proprie associate ?),oppure la doppia commissione richiesta per trasferire somme di denaro nei Paesi dell'UE? Avrei una serie infinita di documentazioni che comprovano l'illegalità formale e sostanziale del sistema creditizio italiano. Mi limito per ragioni di tempo a riassumerle. Vi è una vera e propria imposizione di aprire un conto corrente che, senza alcuna convenzione e con soltanto 11 operazioni mensili, arriva a costare oltre 600 mila lire l'anno. Non esiste infatti alcuna possibilità di cambiare un assegno circolare o bancario seppur di modesto importo neppure allo sportello emittente a chi non ha la titolarità di un conto corrente: tutto questo è illegale e non può esserci alcuna giustificazione rispetto a tali comportamenti arroganti delle banche. Basti pensare che mentre da una parte aumentano i tassi sui prestiti, dall'altra diminuiscono, con effetto retroattivo, la retribuzione sui depositi fissata allo 0,125 per cento. Tale giungla che porta i correntisti a subire la prepotenza di un sistema bancario troppo a lungo protetto da Bankitalia, se poteva essere funzionale prima dell'ingresso dell'Italia nell'Euro anche a quei partiti politici che nominavano i banchieri pubblici in cambio di "favori" e di clientele nella gestione del credito e del risparmio, oggi non è più tollerabile. Le banche,certe della più ampia impunità, si arrogano infatti il diritto di: - non cambiare gli assegni circolari (o bancari) anche di modesto importo ai legittimi prenditori, qualora non dispongano di un conto corrente ; - rimborsare obbligazioni alla pari(100) emesse in precedenza, seppur collocate ad un prezzo superiore (ad.es.120), quando non è più conveniente pagare quei tassi prefissati e garantiti all'atto di acquisto; - aumentare arbitrariamente le commissioni sui fondi comuni di investimento quando non quadra il conto economico; - effettuare gestioni patrimoniali sempre a danno dei clienti; - revocare gli affidamenti concessi senza alcuna giustificazione; - retrodatare le variazioni delle condizioni accordate in precedenza (ad.es. vengono deliberati aumenti o diminuzioni della struttura dei tassi e/o delle commissioni, a far tempo da 30-45 giorni precedenti alla decisione stessa; - pretendere doppie commissioni sui bonifici effettuati nei Paesi dell'Area Euro; - continuano a scaricare sui correntisti gli oneri derivanti da perdite o smarrimenti dei valori versati allo sportello e tutta una serie di piccole prepotenze che non possono vederci rassegnati. Anche per stimolare il sistema bancario italiano ad un radicale cambiamento di cultura, sarebbe utile una commissione d'inchiesta che aiuterebbe certamente a scoperchiare le malefatte per restituire quell'efficienza dei servizi bancari di cui il paese non potrà fare a meno. Roma,28.09.1999

28/09/1999

Documento n.3072

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