Audizione 18.10.01: caro polizze RC Auto.

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INTERVENTO DI ELIO LANNUTTI, PRESIDENTE ADUSBEF SUL CARO POLIZZE, ALLA COMMISSIONE FINANZE DELLA CAMERA (ROMA,18.10.2001) Signor presidente, onorevoli deputati, anzitutto grazie per l?invito a questa importante audizione sulle questioni delle tariffe assicurative rc auto, i cui infiniti aumenti, dalla liberalizzazione tariffaria del lontano 1 luglio 1995, hanno sovvertito qualsivoglia regola di mercato, posto che la concorrenza tra le imprese, quando funziona, ha il compito di fissare un giusto equilibrio di prezzi e tariffe che in Italia non si è realizzato per una serie di fattori compresi gli omessi controlli delle Autorità che dovrebbero regolare il mercato. E proprio per protestare contro tali gravissime omissioni, Adusbef pur avendo le carte in regola, ha deciso un anno e mezzo fa di non rinnovare la domanda di iscrizione al CNCU. Non voglio dilungarmi su quanto è stato scritto sulle cause che hanno generato stangate continue delle tariffe obbligatorie: basta andare a rileggere i documenti di programmazione economica e finanziaria degli ultimi anni per verificare che le tariffe RC Auto sono aumentate del 97,5 per cento dalla liberalizzazione tariffaria del luglio 1994,a fronte di una inflazione del 22,6 per cento, perché le compagnie associate all?Ania, non hanno avuto interesse ad utilizzare strumenti per calmierare il mercato, come una banca dati sulle truffe, campagne di prevenzione e di educazione sulla sicurezza stradale, accordi con i costruttori per costruire auto sicure, tanto alla fine, si rifanno sulla platea degli assicurati che in stragrande maggioranza non denunciano o non hanno denunciato sinistri. Perfino nel 2000, quando c?è stato il blocco delle tariffe, come si può leggere a pag.54 dell?ultimo documento di accompagno al DPEF, si è registrato un aumento del 9,7 per cento delle tariffe RC Auto, mentre da gennaio ad agosto del 2001,i rincari sono stati del 9,9 per cento, con un aggravio medio pari a 122.000 lire a polizza. La politica dei continui ed ingiustificati rincari, anche a seguito di alcune riforme come quella del danno biologico di lieve entità che fa risparmiare alle assicurazioni circa 3.200 miliardi l?anno, non devono trovare coperture, anche perché ciò ha contribuito a frenare importanti segmenti dell?economia: in una intervista pubblicata da Affari & Finanza lo scorso 24 settembre, il presidente e fondatore dell?Aprilia, una delle più importanti case costruttrici italiane delle 2 ruote, per spiegare la crisi del mercato ha testualmente affermato:" Un periodo di riduzione di vendite ce lo aspettavamo. Ma se il calo è stato maggiore del previsto la colpa è sicuramente delle assicurazioni che hanno fatto lievitare i prezzi delle polizze a dismisura configurando un deterrente all?acquisto. Negli ultimi 5 anni, afferma Beggio, gli aumenti sono quintuplicati. Ma considerando che il parco circolante è rimasto stabile,che il casco ha ridotto le conseguenze degli incidenti, e che comunque il numero degli incidenti è invariato, non riusciamo proprio a comprendere come si possa essere arrivati a questo. Al punto che abbiamo realizzato un dossier su questa vicenda e lo abbiamo spedito al ministero, mentre ci siamo anche rivolti all?Antitrust", che ha inflitto la storica multa di 700 miliardi. Proprio oggi l?ANCMA (l?associazione nazionale di moto e motocicli),ha stimato che a settembre il mercato delle 2 ruote ha subito un calo del 33 per cento per i motoveicoli, del 50 per cento per i motorini, e tale diminuzione è attribuita all?aumento esorbitante e fuori controllo delle tariffe assicurative che rappresenta una vera e propria barriera all?acquisto con costi medi di 750.000 lire a Torino, Milano e Bologna, 800.000 lire a Bari e Roma, 900 mila a Palermo,1,7 milioni a Napoli. Per difendere i cittadini dal caro polizze ed altre imprese frenate dall?avidità delle compagnie bisogna far funzionare il mercato e gli organismi che lo controllano. Per questo chiediamo di sottrarre all?arbitrio delle compagnie la determinazione delle tariffe assicurative per affidarle ad una vera Authority di settore, che non può essere l?Isvap il cui previsto scioglimento è sacrosanto, prevedendo meccanismi di price-cap a seconda della qualità del servizio erogato, della velocità nei risarcimenti, nei rapporti di soddisfazione degli utenti. Una recente ricerca secondo la quale il 90 per cento degli assicurati è soddisfatto, oltre ad essere ridicola, è offensiva dell?intelligenza degli utenti. Ognuno faccia il suo mestiere senza commistioni di sorta tra chi gestisce le imprese e chi ha il dovere di controllo. E? singolare che le compagnie, che registrano utili consistenti, con il beneplacito dell?Isvap,da una parte denunciano perdite nel settore RC Auto, mentre aumentano a dismisura le riserve sinistri. Le authorityes del gas energia e delle telecomunicazioni fissano già i prezzi delle tariffe del gas, dell?elettricità e delle telecomunicazioni senza suscitare scandalo. Questa deve essere, a nostro giudizio, la strada maestra da inserire nel Testo Unico di Riforma, senza altri palliativi come le franchigie fisse che rendono inutile l?obbligo di assicurarsi ed altri espedienti, se si vuole veramente difendere la libertà delle imprese e le tasche dei consumatori. Grazie dell?attenzione Roma,18.10.2001

18/10/2001

Documento n.3066

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