FONSAI Processo penale a Torino e a Milano

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FONSAI -  Processo penale a Torino e a Milano: a Milano tutti gli imputati sono stati assolti anche in secondo grado dopo che, all’udienza dell’8 maggio 2018 il Proc. Generale, incredibilmente, ne aveva chiesto l’assoluzione. A Torino dopo la sentenza di condanna in primo grado di tutti gli imputati,  ADUSBEF ha proposto atto di appello contro il mancato riconoscimento della 'provvisionale' a tutti risparmiatori parti civili costituite. Si è in attesa di fissazione dell’udienza d’inizio del processo d’Appello.

 

Processo penale a Torino

 

Nonostante la sentenza dell'11 ottobre 2016 con la quale il Tribunale di Torino ha condannato Salvatore Ligresti a 6 anni di carcere e a una multa da 1 milione e 200 mila euro, la figlia Jonella a 5 anni e 8 di carcere e una multa da un milione. L'ex amministratore delegato, Fausto Marchionni, a 5 anni e tre mesi, 700 mila euro di multa. L'ex revisore della società assicuratrice Riccardo Ottaviani a 2 anni e 6 mesi, gli avvocati ADUSBEF hanno depositato atto di appello contro il mancato riconoscimento della c.d. “provvisionale” a tutti risparmiatori parti civili costituite in primo grado

 

In primo grado sono stati assolti invece Antonio Talarico, l'ex vicepresidente della compagnia assicurativa e Virgilio Ambrogio, revisore dei conti. I giudici hanno anche disposto che restino sotto sequestro i dieci milioni circa già sequestrati nel corso delle indagini agli imputati.

 

Ligresti padre e figlia sono stati condannati per manipolazione del mercato, per aver falsificato il bilancio 2010 della compagnia assicurativa, provocando un danno per gli azionisti da 250 milioni di euro. Il procedimento torinese è l'ultimo dei tre processi di primo grado dell'inchiesta Fonsai scoppiata con gli arresti della famiglia Ligresti a luglio 2013 e condotta dalla Guardia di Finanza, nucleo di polizia tributaria di Torino.

 

I giudici hanno condannato gli imputati, in solido con le società Fondiaria Sai (oggi Unipolsai) e la società di revisione Reconta Ernst&Young, responsabili civili per i fatti delittuosi degli imputati, a risarcire i danni subiti da tutti i risparmiatori costituti parte civile con gli avvocati ADUSBEF.

 

L'unica 'nota stonata' della sentenza, il mancato riconoscimento sulla richiesta di provvisionale avanzata da tutte le parti civili, che avrebbe potuto dare un immediato, seppur piccolo, ristoro dei danni subiti a tutti i risparmiatori.

 

Infatti la sentenza emessa dal Tribunale penale di Torino narra che la somma da risarcire ad ogni parte civile si potrà quantificare in un separato giudizio civile e solo dopo che la sentenza penale diverrà definitiva, quindi dopo la celebrazione del processo di appello e di quello presso la Suprema Corte di Cassazione.

 

Ora siamo in attesa che la Corte ‘Appello di Torino fissi la data d'inizio del processo di secondo grado.

 

Processo penale a Milano

 

E' iniziata il 01 dicembre 2017 la prima udienza del processo di secondo grado presso Corte D'Appello di Milano avverso la sentenza che ha assolto gli imputati in primo grado, nel filone milanese relativo al crak Fonsai.

 

Ricordiamo che il 17 novembre 2014 il GUP di Torino si era dichiarato incompetente per territorio e aveva trasferito il processo a Milano per il reato più grave, aggiotaggio e manipolazione mercato, gli imputati Ligresti, Bedogni, Gismondi, D'Ambrosio, Spadacini e Marino.

 

All'udienza preliminare, nel 2015, gli imputati avevano chiesto il rito abbrevviato: all'esito del procedimento, il Gup Andrea Ghinetti ha assolto Paolo Ligresti, figlio dell'ex patron di Fondiaria Sai Salvatore, dalle accuse di aggiotaggio e falso in bilancio per presunti illeciti nella gestione del gruppo assicurativo, con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Nel processo con rito abbreviato Ligresti, che si era costituito dopo due anni di latitanza in Svizzera, e aveva anche ottenuto la revoca degli arresti domiciliari. Oltre al figlio dell'ingegnere di Paternò, che sedeva nel consiglio di amministrazione di Fonsai, il giudice ha assolto anche la società (imputata per la legge 231) e i suoi ex manager Pier Giorgio Bedogni, ex dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili, e Fulvio Gismondi, all'epoca attuario della compagnia assicurativa che si è poi fusa con Unipol. A chiedere l'assoluzione per Paolo Ligresti e gli altri imputati e il non luogo a procedere per la compagnia è stato lo stesso PM Luigi Orsi, ora procuratore generale in Cassazione.

 

Anche avverso a questa sentenza ADUSBEF ha proposto appello e il 01 dicembre 2017 ha avuto inizio la nuova battaglia presso la Corte d'Appello di Milano.

 

All’udienza dell’8 maggio 2018 presso la Corte d'Appello di Milano Il PG ha chiesto incredibilmente l’assoluzione degli imputati e il processo si è chiuso con l’assoluzione di tutti gli imputati.

 

Questa associazione, comunque, continuerà a battersi anche nei successivi gradi di giudizio e in tutte le altre sedi al fine di ottenere il giusto risarcimento per tutti i risparmiatori truffati dalle malefatte degli imputati e delle società condannate con la sentenza del Tribunale di Torino.

 

Autore: ufficio legale Adusbef

 

 



Processo penale a Torino



Nonostante la sentenza dell'11 ottobre 2016 con la quale il Tribunale di Torino ha condannato Salvatore Ligresti a 6 anni di carcere e a una multa da 1 milione e 200 mila euro, la figlia Jonella a 5 anni e 8 di carcere e una multa da un milione. L'ex amministratore delegato, Fausto Marchionni, a 5 anni e tre mesi, 700 mila euro di multa. L'ex revisore della società assicuratrice Riccardo Ottaviani a 2 anni e 6 mesi, gli avvocati ADUSBEF hanno depositato atto di appello contro il mancato riconoscimento della c.d. “provvisionale” a tutti risparmiatori parti civili costituite in primo grado



In primo grado sono stati assolti invece Antonio Talarico, l'ex vicepresidente della compagnia assicurativa e Virgilio Ambrogio, revisore dei conti. I giudici hanno anche disposto che restino sotto sequestro i dieci milioni circa già sequestrati nel corso delle indagini agli imputati.



Ligresti padre e figlia sono stati condannati per manipolazione del mercato, per aver falsificato il bilancio 2010 della compagnia assicurativa, provocando un danno per gli azionisti da 250 milioni di euro. Il procedimento torinese è l'ultimo dei tre processi di primo grado dell'inchiesta Fonsai scoppiata con gli arresti della famiglia Ligresti a luglio 2013 e condotta dalla Guardia di Finanza, nucleo di polizia tributaria di Torino.



I giudici hanno condannato gli imputati, in solido con le società Fondiaria Sai (oggi Unipolsai) e la società di revisione Reconta Ernst&Young, responsabili civili per i fatti delittuosi degli imputati, a risarcire i danni subiti da tutti i risparmiatori costituti parte civile con gli avvocati ADUSBEF. 



L'unica 'nota stonata' della sentenza, il mancato riconoscimento sulla richiesta di provvisionale avanzata da tutte le parti civili, che avrebbe potuto dare un immediato, seppur piccolo, ristoro dei danni subiti a tutti i risparmiatori.



Infatti la sentenza emessa dal Tribunale penale di Torino narra che la somma da risarcire ad ogni parte civile si potrà quantificare in un separato giudizio civile e solo dopo che la sentenza penale diverrà definitiva, quindi dopo la celebrazione del processo di appello e di quello presso la Suprema Corte di Cassazione. 



Ora siamo in attesa che la Corte ‘Appello di Torino fissi la data d'inizio del processo di secondo grado.



Processo penale a Milano



E' stata fissata al 01 dicembre 2017 la prima udienza del processo di secondo grado presso Corte D'Appello di Milano avverso la sentenza che ha assolto gli imputati in primo grado, nel filone milanese relativo al crak Fonsai.



Ricordiamo che il 17 novembre 2014 il GUP di Torino si era dichiarato incompetente per territorio e aveva trasferito il processo a Milano per il reato più grave, aggiotaggio e manipolazione mercato, gli imputati Ligresti, Bedogni, Gismondi, D'Ambrosio, Spadacini e Marino.



All'udienza preliminare, nel 2015, gli imputati avevano chiesto il rito abbrevviato: all'esito del procedimento, il Gup Andrea Ghinetti ha assolto Paolo Ligresti, figlio dell'ex patron di Fondiaria Sai Salvatore, dalle accuse di aggiotaggio e falso in bilancio per presunti illeciti nella gestione del gruppo assicurativo, con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Nel processo con rito abbreviato Ligresti, che si era costituito dopo due anni di latitanza in Svizzera, e aveva anche ottenuto la revoca degli arresti domiciliari. Oltre al figlio dell'ingegnere di Paternò, che sedeva nel consiglio di amministrazione di Fonsai, il giudice ha assolto anche la società (imputata per la legge 231) e i suoi ex manager Pier Giorgio Bedogni, ex dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili, e Fulvio Gismondi, all'epoca attuario della compagnia assicurativa che si è poi fusa con Unipol. A chiedere l'assoluzione per Paolo Ligresti e gli altri imputati e il non luogo a procedere per la compagnia è stato lo stesso PM Luigi Orsi, ora procuratore generale in Cassazione.



Anche avverso a questa sentenza ADUSBEF ha proposto appello e il 01 dicembre 2017 ha avuto inizio la nuova battaglia presso la Corte d'Appello di Milano.



All’udienza dell’8 maggio 2018 presso la Corte d'Appello di Milano Il PG ha chiesto incredibilmente l’assoluzione degli imputati!!



Il processo è stato aggiornato alle udienze del 22 e del 29 maggio 2018 per la discussione delle difese imputati.



Questa associazione, pertanto, continuerà a battersi anche nei successivi gradi di giudizio e in tutte le altre sedi al fine di ottenere il giusto risarcimento per tutti i risparmiatori truffati dalle malefatte degli imputati e delle società condannate con la sentenza del Tribunale di Torino.



Autore: ufficio legale Adusbef 



 



Processo penale a Torino



Nonostante la sentenza dell'11 ottobre 2016 con la quale il Tribunale di Torino ha condannato Salvatore Ligresti a 6 anni di carcere e a una multa da 1 milione e 200 mila euro, la figlia Jonella a 5 anni e 8 di carcere e una multa da un milione. L'ex amministratore delegato, Fausto Marchionni, a 5 anni e tre mesi, 700 mila euro di multa. L'ex revisore della società assicuratrice Riccardo Ottaviani a 2 anni e 6 mesi, gli avvocati ADUSBEF hanno depositato atto di appello contro il mancato riconoscimento della c.d. “provvisionale” a tutti risparmiatori parti civili costituite in primo grado



In primo grado sono stati assolti invece Antonio Talarico, l'ex vicepresidente della compagnia assicurativa e Virgilio Ambrogio, revisore dei conti. I giudici hanno anche disposto che restino sotto sequestro i dieci milioni circa già sequestrati nel corso delle indagini agli imputati.



Ligresti padre e figlia sono stati condannati per manipolazione del mercato, per aver falsificato il bilancio 2010 della compagnia assicurativa, provocando un danno per gli azionisti da 250 milioni di euro. Il procedimento torinese è l'ultimo dei tre processi di primo grado dell'inchiesta Fonsai scoppiata con gli arresti della famiglia Ligresti a luglio 2013 e condotta dalla Guardia di Finanza, nucleo di polizia tributaria di Torino.



I giudici hanno condannato gli imputati, in solido con le società Fondiaria Sai (oggi Unipolsai) e la società di revisione Reconta Ernst&Young, responsabili civili per i fatti delittuosi degli imputati, a risarcire i danni subiti da tutti i risparmiatori costituti parte civile con gli avvocati ADUSBEF. 



L'unica 'nota stonata' della sentenza, il mancato riconoscimento sulla richiesta di provvisionale avanzata da tutte le parti civili, che avrebbe potuto dare un immediato, seppur piccolo, ristoro dei danni subiti a tutti i risparmiatori.



Infatti la sentenza emessa dal Tribunale penale di Torino narra che la somma da risarcire ad ogni parte civile si potrà quantificare in un separato giudizio civile e solo dopo che la sentenza penale diverrà definitiva, quindi dopo la celebrazione del processo di appello e di quello presso la Suprema Corte di Cassazione.



Ora siamo in attesa che la Corte ‘Appello di Torino fissi la data d’inizio del processo di secondo grado.



 



Processo penale a Milano



E’ stata fissata al 01 dicembre 2017 la prima udienza del processo di secondo grado presso Corte D'Appello di Milano avverso la sentenza che ha assolto gli imputati in primo grado, nel filone milanese relativo al crak Fonsai.



Ricordiamo che il 17 novembre 2014 il GUP di Torino si era dichiarato incompetente per territorio e aveva trasferito il processo a Milano per il reato più grave, aggiotaggio e manipolazione mercato, gli imputati Ligresti, Bedogni, Gismondi, D’Ambrosio, Spadacini e Marino.



All’udienza preliminare, nel 2015, gli imputati avevano chiesto il rito abbrevviato: all’esito del procedimento, il Gup Andrea Ghinetti ha assolto Paolo Ligresti, figlio dell’ex patron di Fondiaria Sai Salvatore, dalle accuse di aggiotaggio e falso in bilancio per presunti illeciti nella gestione del gruppo assicurativo, con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Nel processo con rito abbreviato Ligresti, che si era costituito dopo due anni di latitanza in Svizzera, e aveva anche ottenuto la revoca degli arresti domiciliari. Oltre al figlio dell’ingegnere di Paternò, che sedeva nel consiglio di amministrazione di Fonsai, il giudice ha assolto anche la società (imputata per la legge 231) e i suoi ex manager Pier Giorgio Bedogni, ex dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili, e Fulvio Gismondi, all’epoca attuario della compagnia assicurativa che si è poi fusa con Unipol. A chiedere l’assoluzione per Paolo Ligresti e gli altri imputati e il non luogo a procedere per la compagnia è stato lo stesso PM Luigi Orsi, ora procuratore generale in Cassazione.



Anche avverso a questa sentenza ADUSBEF ha proposto appello e il 01 dicembre 2017 ha avuto inizio la nuova battaglia presso la Corte d'Appello di Milano. Il processo è stato aggiornato alle udienze del 2 e del 20 febbraio 2018 per la discussione.



Questa associazione, pertanto, continuerà a battersi anche nei successivi gradi di giudizio e in tutte le altre sedi al fine di ottenere il giusto risarcimento per tutti i risparmiatori truffati dalle malefatte degli imputati e delle società condannate con la sentenza del Tribunale di Torino.





 

 

15/10/2018

Documento n.10590

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