Legge 102/2006. Disposizioni in materia di conseguenze derivanti da incidenti stradali.

in Sentenze e testi di legge
LEGGE 21 febbraio 2006, n.102 Disposizioni in materia di conseguenze derivanti da incidenti stradali. (Gazzetta Ufficiale n. 64 del 17-3-2006) La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Promulga la seguente legge: Art. 1. (Modifiche all’articolo 222 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285) 1. Il comma 2 dell’articolo 222 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e’ sostituito dai seguenti: "2. Quando dal fatto derivi una lesione personale colposa la sospensione della patente e’ da quindici giorni a tre mesi. Quando dal fatto derivi una lesione personale colposa grave o gravissima la sospensione della patente e’ fino a due anni. Nel caso di omicidio colposo la sospensione e’ fino a quattro anni. 2-bis. La sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente fino a quattro anni e’ diminuita fino a un terzo nel caso di applicazione della pena ai sensi degli articoli 444 e seguenti del codice di procedura penale". Art. 2. (Elevazione delle pene edittali per i reati di omicidio colposo e di lesioni colpose gravi e gravissime) 1. Il secondo comma dell’articolo 589 del codice penale e’ sostituito dal seguente: "Se il fatto e’ commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena e’ della reclusione da due a cinque anni". 2. Il terzo comma dell’articolo 590 del codice penale e’ sostituito dal seguente: "Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena per le lesioni gravi e’ della reclusione da tre mesi a un anno o della multa da euro 500 a euro 2.000 e la pena per le lesioni gravissime e’ della reclusione da uno a tre anni". Art. 3. (Disposizioni processuali) 1. Alle cause relative al risarcimento dei danni per morte o lesioni, conseguenti ad incidenti stradali, si applicano le norme processuali di cui al libro II, titolo IV, capo I del codice di procedura civile. Art. 4. (Abbreviazione dei termini per le indagini preliminari e per la fissazione della data del giudizio) 1. Dopo il comma 2-bis dell’articolo 406 del codice di procedura penale e’ inserito il seguente: "2-ter. Qualora si proceda per i reati di cui agli articoli 589, secondo comma, e 590, terzo comma, del codice penale, la proroga di cui al comma 1 puo’ essere concessa per non piu’ di una volta". 2. All’articolo 416 del codice di procedura penale e’ aggiunto, in fine, il seguente comma: "2-bis. Qualora si proceda per il reato di cui all’articolo 589, secondo comma, del codice penale, la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero deve essere depositata entro trenta giorni dalla chiusura delle indagini preliminari". 3. Dopo il comma 3 dell’articolo 429 del codice di procedura penale e’ inserito il seguente: "3-bis. Qualora si proceda per il reato di cui all’articolo 589, secondo comma, del codice penale, il termine di cui al comma 3 non puo’ essere superiore a sessanta giorni". 4. Dopo il comma 1 dell’articolo 552 del codice di procedura penale sono inseriti i seguenti: "1-bis. Qualora si proceda per taluni dei reati previsti dall’articolo 590, terzo comma, del codice penale, il decreto di citazione a giudizio deve essere emesso entro trenta giorni dalla chiusura delle indagini preliminari. 1-ter. Qualora si proceda per taluni dei reati previsti dall’articolo 590, terzo comma, del codice penale, la data di comparizione di cui al comma 1, lettera d), e’ fissata non oltre novanta giorni dalla emissione del decreto". Art. 5. (Liquidazione anticipata di somme in caso di incidenti stradali) 1. All’articolo 24 della legge 24 dicembre 1969, n. 990, e’ aggiunto, in fine, il seguente comma: "Qualora gli aventi diritto non si trovino nello stato di bisogno di cui al primo comma, il giudice civile o penale, su richiesta del danneggiato, sentite le parti, qualora da un sommario accertamento risultino gravi elementi di responsabilita’ a carico del conducente, con ordinanza immediatamente esecutiva provvede all’assegnazione, a carico di una o piu’ delle parti civilmente responsabili, di una provvisionale pari ad una percentuale variabile tra il 30 e il 50 per cento della presumibile entita’ del risarcimento che sara’ liquidato con sentenza". Art. 6. (Obblighi del condannato) 1. Dopo l’articolo 224 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, e’ inserito il seguente: "Art. 224-bis. - (Obblighi del condannato). - 1. Nel pronunciare sentenza di condanna alla pena della reclusione per un delitto colposo commesso con violazione delle norme del presente codice, il giudice puo’ disporre altresi’ la sanzione amministrativa accessoria del lavoro di pubblica utilita’ consistente nella prestazione di attivita’ non retribuita in favore della collettivita’ da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato. 2. Il lavoro di pubblica utilita’ non puo’ essere inferiore a un mese ne’ superiore a sei mesi. In caso di recidiva, ai sensi dell’articolo 99, secondo comma, del codice penale, il lavoro di pubblica utilita’ non puo’ essere inferiore a tre mesi. 3. Le modalita’ di svolgimento del lavoro di pubblica utilita’ sono determinate dal Ministro della giustizia con proprio decreto d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. 4. L’attivita’ e’ svolta nell’ambito della provincia in cui risiede il condannato e comporta la prestazione di non piu’ di sei ore di lavoro settimanale da svolgere con modalita’ e tempi che non pregiudichino le esigenze di lavoro, di studio, di famiglia e di salute del condannato. Tuttavia, se il condannato lo richiede, il giudice puo’ ammetterlo a svolgere il lavoro di pubblica utilita’ per un tempo superiore alle sei ore settimanali. 5. La durata giornaliera della prestazione non puo’ comunque oltrepassare le otto ore. 6. In caso di violazione degli obblighi di cui al presente articolo si applicano le disposizioni di cui all’articolo 56 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274". La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Data a Roma, addi’ 21 febbraio 2006 CIAMPI Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Visto, il Guardasigilli: Castelli NOTE Avvertenza: Il testo delle note qui pubblicato e’ stato redatto dall’amministrazione competente per materia, ai sensi dell’art. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull’emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e’ operato il rinvio. Restano invariati il valore e l’efficacia degli atti legislativi qui trascritti. Note all’art. 1: Si riporta il testo dell’art. 222 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada) come modificato dalla legge qui pubblicata: «Art. 222 (Sanzioni amministrative accessorie all’accertamento di reati). - 1. Qualora da una violazione delle norme di cui al presente codice derivino danni alle persone, il giudice applica con la sentenza di condanna le sanzioni amministrative pecuniarie previste, nonche’ le sanzioni amministrative accessorie della sospensione o della revoca della patente. 2. Quando dal fatto derivi una lesione personale colposa la sospensione della patente e’ da quindici giorni a tre mesi. Quando dal fatto derivi una lesione personale colposa grave o gravissima la sospensione della patente e’ fino a due anni. Nel caso di omicidio colposo la sospensione e’ fino a quattro anni. 2-bis. La sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente fino a quattro anni e’ diminuita fino a un terzo nel caso di applicazione della pena ai sensi degli articoli 444 e seguenti del codice di procedura penale. 3. Il giudice puo’ applicare la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente nell’ipotesi di recidiva reiterata specifica verificatasi entro il periodo di cinque anni a decorrere dalla data della condanna definitiva per la prima violazione.». Note all’art. 2: Si riporta il testo dell’art. 589 del codice penale come modificato dalla legge qui pubblicata: «Art. 589 (Omicidio colposo). - Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona e’ punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto e’ commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena e’ della reclusione da due a cinque anni. Nel caso di morte di piu’ persone, ovvero di morte di una o piu’ persone e di lesioni di una o piu’ persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la piu’ grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non puo’ superare gli anni dodici.». Si riporta il testo dell’art. 590 del codice penale cosi’ come modificato dalla legge qui pubblicata: «Art. 590 (Lesioni personali colpose). - Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale e’ punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Se la lesione e’ grave la pena e’ della reclusione da uno a sei mesi o della multa da lire duecentoquarantamila a un milione e duecentomila, se e’ gravissima, della reclusione da tre mesi a due anni o della multa da lire seicentomila a due milioni e quattrocentomila. Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena per le lesioni gravi e’ della reclusione da tre mesi a un anno o della multa da euro 500 a euro 2.000 e la pena per le lesioni gravissime e’ della reclusione da uno a tre anni. Nel caso di lesioni di piu’ persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la piu’ grave delle violazioni commesse, aumentata fino al triplo; ma la pena della reclusione non puo’ superare gli anni cinque. Il delitto e’ punibile a querela della persona offesa, salvo nei casi previsti nel primo e secondo capoverso, limitatamente ai fatti commessi con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative all’igiene del lavoro o che abbiano determinato una malattia professionale.». Note all’art. 3: Il capo I del titolo IV del libro II del codice di procedura civile reca: «Delle controversie individuali di lavoro». Note all’art. 4: Si riporta il testo dell’art. 406 del codice di procedura penale come modificato dalla legge qui pubblicata: «Art. 406 (Proroga del termine). - 1. Il pubblico ministero, prima della scadenza, puo’ richiedere al giudice, per giusta causa, la proroga del termine previsto dall’art. 405. La richiesta contiene l’indicazione della notizia di reato e l’esposizione dei motivi che la giustificano. 2. Ulteriori proroghe possono essere richieste dal pubblico ministero nei casi di particolare complessita’ delle indagini ovvero di oggettiva impossibilita’ di concluderle entro il termine prorogato. 2-bis. Ciascuna proroga puo’ essere autorizzata dal giudice per un tempo non superiore a sei mesi. 2-ter. Qualora si proceda per i reati di cui agli articoli 589, secondo comma, e 590, terzo comma, del codice penale, la proroga di cui al comma 1 puo’ essere concessa per non piu’ di una volta. 3. La richiesta di proroga e’ notificata, a cura del giudice, con l’avviso della facolta’ di presentare memorie entro cinque giorni dalla notificazione, alla persona sottoposta alle indagini nonche’ alla persona offesa dal reato che, nella notizia di reato o successivamente alla sua presentazione, abbia dichiarato di volere esserne informata. Il giudice provvede entro dieci giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle memorie. 4. Il giudice autorizza la proroga del termine con ordinanza emessa in camera di consiglio senza intervento del pubblico ministero e dei difensori. 5. Qualora ritenga che allo stato degli atti non si debba concedere la proroga, il giudice, entro il termine previsto dal comma 3 secondo periodo, fissa la data dell’udienza in camera di consiglio e ne fa notificare avviso al pubblico ministero, alla persona sottoposta alle indagini nonche’, nella ipotesi prevista dal comma 3, alla persona offesa dal reato. Il procedimento si svolge nelle forme previste dall’art. 127. 5-bis. Le disposizioni dei commi 3, 4 e 5 non si applicano se si procede per taluno dei delitti indicati nell’art. 51 comma 3-bis e nell’art. 407, comma 2, lettera a), numeri 4 e 7-bis. In tali casi, il giudice provvede con ordinanza entro dieci giorni dalla presentazione della richiesta, dandone comunicazione al pubblico ministero. 6. Se non ritiene di respingere la richiesta di proroga, il giudice autorizza con ordinanza il pubblico ministero a proseguire le indagini. 7. Con l’ordinanza che respinge la richiesta di proroga, il giudice, se il termine per le indagini preliminari e’ gia’ scaduto, fissa un termine non superiore a dieci giorni per la formulazione delle richieste del pubblico ministero a norma dell’art. 405. 8. Gli atti di indagine compiuti dopo la presentazione della richiesta di proroga e prima della comunicazione del provvedimento del giudice sono comunque utilizzabili sempre che, nel caso di provvedimento negativo, non siano successivi alla data di scadenza del termine originariamente previsto per le indagini.». Si riporta il testo dell’art. 416 del codice di procedura penale come modificato dalla legge qui pubblicata: «Art. 416 (Presentazione della richiesta del pubblico ministero). - 1. La richiesta di rinvio a giudizio e’ depositata dal pubblico ministero nella cancelleria del giudice. La richiesta di rinvio a giudizio e’ nulla se non e’ preceduta dall’avviso previsto dall’art. 415-bis, nonche’ dall’invito a presentarsi per rendere l’interrogatorio ai sensi dell’art. 375, comma 3, qualora la persona sottoposta alle indagini abbia chiesto di essere sottoposta ad interrogatorio entro il termine di cui all’art. 415-bis, comma 3. 2. Con la richiesta e’ trasmesso il fascicolo contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali degli atti compiuti davanti al giudice per le indagini preliminari. Il corpo del reato e le cose pertinenti al reato sono allegati al fascicolo, qualora non debbano essere custoditi altrove. 2-bis. Qualora si proceda per il reato di cui all’art. 589, secondo comma, del codice penale, la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero deve essere depositata entro trenta giorni dalla chiusura delle indagini preliminari.». Si riporta il testo dell’art. 429 del codice di procedura penale cosi’ come modificato dalla legge qui pubblicata: «Art. 429 (Decreto che dispone il giudizio). - 1. Il decreto che dispone il giudizio contiene: a) le generalita’ dell’imputato e le altre indicazioni personali che valgono a identificarlo nonche’ le generalita’ delle altre parti private, con l’indicazione dei difensori; b) l’indicazione della persona offesa dal reato qualora risulti identificata; c) l’enunciazione, in forma chiara e precisa, del fatto, delle circostanze aggravanti e di quelle che possono comportare l’applicazione di misure di sicurezza, con l’indicazione dei relativi articoli di legge; d) l’indicazione sommaria delle fonti di prova e dei fatti cui esse si riferiscono; e) il dispositivo, con l’indicazione del giudice competente per il giudizio; f) l’indicazione del luogo, del giorno e dell’ora della comparizione, con l’avvertimento all’imputato che non comparendo sara’ giudicato in contumacia; g) la data e la sottoscrizione del giudice e dell’ausiliario che l’assiste. 2. Il decreto e’ nullo se l’imputato non e’ identificato in modo certo ovvero se manca o e’ insufficiente l’indicazione di uno dei requisiti previsti dal comma 1 lettere c) e f). 3. Tra la data del decreto e la data fissata per il giudizio deve intercorrere un termine non inferiore a venti giorni. 3-bis. Qualora si proceda per il reato di cui all’art. 589, secondo comma, del codice penale, il termine di cui al comma 3 non puo’ essere superiore a sessanta giorni. 4. Il decreto e’ notificato all’imputato contumace nonche’ all’imputato e alla persona offesa comunque non presenti alla lettura del provvedimento di cui al comma 1 dell’art. 424 almeno venti giorni prima della data fissata per il giudizio.». Si riporta il testo dell’art. 552 del codice di procedura penale cosi’ come modificato dalla legge qui pubblicata: «Art. 552 (Decreto di citazione a giudizio). - 1. Il decreto di citazione a giudizio contiene: a) le generalita’ dell’imputato o le altre indicazioni personali che valgono a identificarlo nonche’ le generalita’ delle altre parti private, con l’indicazione dei difensori; b) l’indicazione della persona offesa, qualora risulti identificata; c) l’enunciazione del fatto, in forma chiara e precisa, delle circostanze aggravanti e di quelle che possono comportare l’applicazione di misure di sicurezza, con l’indicazione dei relativi articoli di legge; d) l’indicazione del giudice competente per il giudizio nonche’ del luogo, del giorno e dell’ora della comparizione, con l’avvertimento all’imputato che non comparendo sara’ giudicato in contumacia; e) l’avviso che l’imputato ha facolta’ di nominare un difensore di fiducia e che, in mancanza, sara’ assistito dal difensore di ufficio; f) l’avviso che, qualora ne ricorrano i presupposti, l’imputato, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, puo’ presentare le richieste previste dagli articoli 438 e 444 ovvero presentare domanda di oblazione; g) l’avviso che il fascicolo relativo alle indagini preliminari e’ depositato nella segreteria del pubblico ministero e che le parti e i loro difensori hanno facolta’ di prenderne visione e di estrarne copia; h) la data e la sottoscrizione del pubblico ministero e dell’ausiliario che lo assiste. 1-bis. Qualora si proceda per taluni dei reati previsti dall’art. 590, terzo comma, del codice penale, il decreto di citazione a giudizio deve essere emesso entro trenta giorni dalla chiusura delle indagini preliminari. 1-ter. Qualora si proceda per taluni dei reati previsti dall’art. 590, terzo comma, del codice penale, la data di comparizione di cui al comma 1, lettera d), e’ fissata non oltre novanta giorni dalla emissione del decreto. 2. Il decreto e’ nullo se l’imputato non e’ identificato in modo certo ovvero se manca o e’ insufficiente l’indicazione di uno dei requisiti previsti dalle lettere c), d), e) ed f) del comma 1. Il decreto e’ altresi’ nullo se non e’ preceduto dall’avviso previsto dall’art. 415-bis, nonche’ dall’invito a presentarsi per rendere l’interrogatorio ai sensi dell’art. 375, comma 3, qualora la persona sottoposta alle indagini lo abbia richiesto entro il termine di cui al comma 3 del medesimo art. 415-bis. 3. Il decreto di citazione e’ notificato all’imputato, al suo difensore e alla parte offesa almeno sessanta giorni prima della data fissata per l’udienza di comparizione. Nei casi di urgenza, di cui deve essere data motivazione, il termine e’ ridotto a quarantacinque giorni. 4. Il decreto di citazione e’ depositato dal pubblico ministero nella segreteria unitamente al fascicolo contenente la documentazione, gli atti e le cose indicati nell’art. 416, comma 2.». LAVORI PREPARATORI Camera dei deputati (atto n. 521): Presentato dall’on. Carboni ed altri il 6 giugno 2001. Assegnato alla II commissione (Giustizia), in sede referente, il 28 giugno 2001 con pareri delle commissioni I e IX. Esaminato dalla II commissione (Giustizia), in sede referente, il 23, 30 gennaio 2002; il 12 febbraio 2002; il 23 gennaio 2003; il 13 febbraio 2003; il 14 ottobre 2003; il 13 novembre 2003; il 2, 3 dicembre 2003; il 14 gennaio 2004; l’11 febbraio 2004; l’11 marzo 2004; il 6 maggio 2004. Esaminato in aula il 7 marzo 2005 ed approvato il 9 marzo 2005 in un Testo unificato con atti n. 866 (on. Misuraca e Amato); n. 1857 (on. Lucidi); n. 4125 (on. Foti e Butti). Senato della Repubblica (atto n. 3337): Assegnato alla 2ª commissione (Giustizia), in sede referente, il 15 marzo 2005 con pareri delle commissioni 1ª, 5ª, 8ª, 10ª e 11ª. Esaminato dalla 2ª commissione (Giustizia), in sede referente, il 10 maggio 2005; il 14 giugno 2005; il 19, 27 luglio 2005; il 20 settembre 2005; l’11 gennaio 2006. Esaminato in aula ed approvato il 9 febbraio 2006.

20/03/2006

Documento n.5822

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