Dagospia 30-8-07 DA AFFITTOPOLI A COMPROPOLI, LO SCHIFO E’ BREVE: CASE REGALATE ALLA CASTA
DA AFFITTOPOLI A COMPROPOLI, LO SCHIFO E’ BREVE: CASE REGALATE ALLA CASTA VELTRONI: 190 METRI IN CENTRO PER 377 MILA EURO - A CASINI-MOGLIE UNA PALAZZINA A MARINI DUE PIANI DI UNA PALAZZINA AI PARIOLI – MASTELLA HA BEN 5 APPARTAMENTI Marco Lillo per “L’espresso” in edicola domani (ha collaborato Laura Venuti) Ci sono ministri e leader di partito, ex presidenti del Parlamento e della Repubblica, magistrati e giornalisti. La nazionale dell’acquisto immobiliare scontato è talmente vasta e assortita che ci si potrebbe fare un ottimo governo di coalizione. Si va dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ai presidenti della Camera e del Senato del primo governo Prodi: Luciano Violante e Nicola Mancino. Dalla famiglia del presidente dell’Udc Pier Ferdinando Casini a quella del ministro della Giustizia Clemente Mastella passando per la figlia del deputato di An Francesco Proietti. C’è il candidato leader del Partito democratico, Walter Veltroni e il presidente del Senato Franco Marini. Non mancano la Borsa, con il presidente della Consob Lamberto Cardia e il mondo del lavoro con il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. C’è il senatore Udc Mario Baccini e il responsabile della Margherita in Sicilia Salvatore Cardinale. Situazioni diverse tra loro che talvolta convivono nello stesso palazzo. Prendiamo lo stabile Inpdai di via Velletri, a due passi da via Veneto. Al primo piano la moglie di Walter Veltroni ha comprato più o meno allo stesso prezzo pagato dall’ex sottosegretario Marianna Li Calzi che abita al quarto. Ma le due storie sono diverse. Li Calzi ha ottenuto il suo attico alla vigilia della svendita a seguito di una discussa procedura pubblica. Veltroni invece è nato nelle case dell’ente previdenziale dei dirigenti. L’Inpdai aveva affittato sin dal 1956 un appartamento al padre, dirigente Rai. Nel 1994 i Veltroni restituirono all’ente i due alloggi nei quali vivevano Walter e la mamma per averne in cambio uno più grande, il famoso primo piano di via Velletri da 190 metri quadrati che nel 2005 è stato acquistato dalla moglie del sindaco, Flavia Prisco, per 373 mila euro. Il prezzo è basso per effetto non di un’elargizione personale ma per il meccanismo degli sconti collettivi concessi a tutti allo stesso modo. Altra cosa ancora sono gli acquisti delle case dell’Ina ora finite a Generali e Pirelli. Questi colossi privati in alcuni casi si sono comportati come spietati alfieri del libero mercato. Altre volte hanno fatto prezzi bassi per blocchi di appartamenti finiti poi a famiglie dai nomi noti come Mastella e Casini. Scelte discutibili per società quotate in Borsa come Pirelli e Generali che dovrebbero puntare solo al profitto e che, evidentemente, hanno pensato di fare gli interessi dei propri azionisti cedendo appartamenti ai politici e ai loro amici a valori bassi. Insomma, ci sono differenze radicali tra venditore privato e ente pubblico ma anche all’interno delle due categorie. Se non bisogna far di tutta l’erba un fascio però ci sono due cose che accomunano i protagonisti della nostra inchiesta: sono potenti che hanno pagato troppo poco ieri per l’affitto e oggi per l’acquisto. Inoltre nella maggioranza dei casi in quegli immobili sono entrati grazie a conoscenze, entrature e amicizie. Questa disparità di trattamento con i comuni mortali non è una novità. Emerse con violenza populista nel 1996 durante il primo Governo Prodi grazie alla campagna “Affittopoli” de “il Giornale” di Vittorio Feltri. Oggi quegli stessi immobili affittati dieci anni fa ad equo canone sono stati svenduti definitivamente e il privilegio è stato reso eterno. Per fare qualche esempio: Lamberto Cardia, presidente Consob, pagava 1 milione e 100 mila lire al mese di affitto nel 1996 e ha comprato nel 2002 a 328 mila euro 10 vani e due posti auto a due passi dal Palaeur. Maura Cossutta, onorevole dei Comunisti Italiani, pagava 1 milione e 50 mila lire allora e compra nel 2004 quattro camere, due bagni e balconi a due passi da San Pietro a 165 mila euro. Franco Marini pagava 1 milione e 700 mila lire allora e compra nel 2007 a un milione di euro due piani ai Parioli. A rendere “svendopoli” ancora più odiosa di “affittopoli” c’è il peggioramento drastico del mercato della casa. Il trattamento di favore diventa un’offesa insopportabile per chi è costretto a combattere ogni giorno con l’ufficiale giudiziario che vuole sfrattarlo. Per capire “svendopoli” bisogna iniziare il nostro viaggio da via Clitunno, nel quartiere Trieste. In questa strada immersa nel verde, ci sono due palazzi che facevano parte del patrimonio Ina-Assitalia e che rappresentano bene il confine tra i sommersi e i salvati delle dismissioni. Lì abitava, prima della separazione, Pier Ferdinando Casini con la prima moglie Roberta Lubich e le due figlie minorenni. Nello stabile accanto abitava una coppia di dipendenti Assitalia: Davide Morchio e la moglie Maria Teresa. Negli anni Novanta le famiglie Morchio e Casini sono uguali: entrambi inquilini delle Generali, pagano un canone basso e sperano di poter comprare l’appartamento con lo sconto. Poi arrivano le vendite tanto attese e l’uguaglianza svanisce: la famiglia Lubich-Casini rileva a prezzi di saldo tutto il palazzo. Morchio insieme ad altre 19 famiglie deve andar via. Nessuna offerta per lui dalla nuova proprietà, che per ironia della sorte è Caltagirone, il nuovo suocero di Casini. Gran parte degli inquilini, come l’ex ministro verde Edo Ronchi che può permettersi di comprare lì vicino, lascia il campo. La famiglia Morchio invece resiste all’ufficiale giudiziario che chiede l’intervento della forza pubblica. «Abbiamo un contratto che ci dà il diritto di prelazione», spiega Davide Morchio, «ed è stato ignorato. Nel palazzo vicino hanno potuto comprare a prezzi di favore. È un’ingiustizia». Anche l’immobile dove vive la prima moglie di Casini è stato ceduto in blocco ma con una procedura atipica. Ha comprato a un prezzo basso, 1 milione e 750 mila euro, la Clitunno Spa, società creata appositamente da un manager bolognese di area Udc, amico di Casini e della prima moglie. Si chiama Franco Corlaita e ha già rivenduto tutto. Indovinate a chi? Alla famiglia Lubich. Nel novembre del 2006 la mamma di Roberta compra per 586 mila euro il secondo piano. Ad aprile del 2007 la prima moglie di Casini compra il piano terra, a 323 mila euro. Passano due mesi e il 21 giugno scorso l’operazione si chiude con la cessione alle due figlie minori di Casini del terzo piano (306 mila euro per 5 vani catastali) e del primo piano (8,5 vani per 586 mila euro). Casini partecipa all’atto (mediante un procuratore) in qualità di genitore anche se il notaio precisa che paga tutto la moglie. Per convincere il giudice tutelare ad autorizzare la stipula dell’atto, i genitori presentano una perizia da cui risulta che l’acquisto è “molto conveniente”. Generali non fa una piega. Inutile dire che gli inquilini del palazzo vicino sono infuriati e ipotizzano una simulazione dietro questo strano giro. Nella sostanza, dicono, la famiglia Casini ha comprato con lo sconto e noi no. Alla beffa contro i vicini, si aggiunge quella agli inquilini, senza alcuna distinzione di rango. Al primo piano del palazzetto Lubich-Casini vive in affitto Roberto Barbieri, senatore del centrosinistra e presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti. Paga un canone di ben 3 mila euro ma è stato trattato come gli altri. Nessuno gli ha detto che il suo appartamento è diventato della figlia di Casini. Nessuno gli ha proposto l’acquisto a 586 mila euro. Con tremila euro al mese avrebbe potuto accendere un mutuo per comprare. Invece a maggio del 2008 dovrà lasciare. Anche il caso della famiglia Mastella dimostra che non sempre le società private sono così cattive. Il ministro della Giustizia abita all’ottavo piano di un palazzo sul lungotevere Flaminio che ha fatto la stesa trafila di quello di via Clitunno. Da Ina-Assitalia a Initium, società di Pirelli e Generali. Initium è proprietaria anche dei condomini di via Nicolai alla Balduina, dove abita l’ex ministro Baccini e di via Visconti a Prati, dove vive Francesco Cossiga. Gli inquilini di questi palazzi non sono stati trattati come quelli di via Clitunno. Stavolta Initium ha concesso prelazione e sconto. Così nel 2004 Baccini ha comprato la sua reggia da 15 vani, due terrazze e 4 bagni per 875 mila euro e Cossiga è diventato proprietario di casa, soffitta e magazzino per 710 mila euro. Nel caso di Mastella però Initium ha fatto di più. Il 3 dicembre del 2004 nello studio del notaio Claudio Togna (dell’Udeur anche lui) c’era una riunione familiare. I Mastella al gran completo facevano la fila per stipulare atti e il povero Togna sfornava atti come una pizzeria di Ceppaloni. Sandra Mastella ha comprato l’appartamento dove dorme il marito e si è impegnata a prendere la residenza lì per ottenere le agevolazioni fiscali. Per lei un ottimo affare: 500 mila euro per un appartamento che include una veranda abusiva (condonata) e la terrazza su tre lati che guarda il Tevere e Monte Mario dall’ottavo piano. Subito dopo la moglie del ministro ecco arrivare i figli Elio e Pellegrino. Comprano altri quattro appartamenti, due a testa. I prezzi erano davvero allettanti. A Pellegrino vanno il primo piano da 4,5 vani per 175 mila euro e altri 6 vani al quarto piano per 300 mila euro. Va ancora meglio al fratello che si accaparra un terzo piano con 5,5 vani per soli 200 mila euro e un miniappartamento con ingresso, camera, bagno e terrazza a livello per 67.500 euro, nemmeno il costo di un box in periferia. Le case sono state pagate in gran parte grazie ai mutui concessi da San Paolo (400 mila euro alla moglie) e Bnl (un milione e 100 mila euro ai figli che dovranno versare una rata mensile di 6.430 euro). E che nessuno vada in giro più a dire che Initium è cattiva con gli inquilini. Anche Francesca Proietti, socia di Daniela Fini e figlia di Francesco, deputato di An e braccio destro di Gianfranco, ha comprato un appartamento a un prezzo d’occasione: 267 mila euro per un secondo piano con terrazza su tre lati, salone e due camere all’Eur. Sempre dal patrimonio ex Ina arrivano gli immobili di Nicola Mancino e Luciano Violante. L’ex magistrato torinese ha pagato con la moglie 327 mila euro nel 2003 un gioiello incastonato tra i Fori Imperiali e piazza Venezia: due terrazzette, tre livelli e una settantina di metri quadrati coperti. Nicola Mancino ha comprato insieme alla figlia Chiara nel 2001 una dimora da 10 vani più una soffitta autonoma su Corso Rinascimento, a due passi dal Senato per 1 miliardo e 550 mila lire del vecchio conio. Sempre dal gruppo Pirelli Giuliano Ferrara ha acquistato l’appartamento ex Ina da 7,5 vani in piazza dell’Emporio al Testaccio nel palazzo che un tempo veniva chiamato “il Cremlino” per l’alta percentuale di comunisti. Ferrara, che un tempo tuonava contro De Mita per il suo affitto a Fontana di Trevi, ha rilevato un sesto piano con terrazzo a 890 mila euro. Molto più bassi i prezzi praticati dagli enti previdenziali. Grazie al doppio sconto (30 per cento più 15 a chi compra tutto il palazzo) le parlamentari Franca Chiaromonte e Maura Cossutta hanno stipulato un atto collettivo per due appartamenti in via della stazione San Pietro rispettivamente per 113 mila e 165 mila euro. Notevole anche il caso di Raffaele Bonanni. Il segretario della Cisl ha conquistato nel 2005 un grande appartamento dell’Inps al sesto piano in via del Perugino, nel cuore del quartiere Flaminio: otto vani a 201 mila euro. Con quella cifra in zona si compra solo un garage. L’anno scorso ha fatto il colpo del secolo anche l’ex ministro e deputato della Margherita siciliana Totò Cardinale. In via degli Avignonesi, una strada bellissima tra il Tritone e via Veneto, ha messo le mani su un terzo piano da otto vani con affaccio su via delle Quattro Fontane : un gioiellino da due milioni sul mercato libero portato via per 844 mila euro. L’ultimo è stato Franco Marini. Il presidente del Senato ha stipulato il rogito il 23 aprile scorso. Un milione di euro per aggiudicarsi la casa assegnata alla moglie dall’Inpdai in via Lima: due livelli per 14 vani nel cuore dei Parioli. Se Marini è il politico che ha pagato il prezzo più alto (per una casa che vale comunque il doppio) l’oscar del rapporto qualità-prezzo spetta al senatore Udc Francesco Pionati. L’uomo che ha sfornato per anni pastoni per i telespettatori del Tg1 ha comprato un attico e superattico da favola in via Traversari. L’appartamento è aggrappato alla collina di Monteverde ed è affacciato su Trastevere. Grazie al solito doppio sconto ha speso un’inezia. L’allora mezzobusto del Tg uno aveva fatto ricorso al Tar per ridurre ulteriormente la valutazione e in Parlamento gli amici dell’Udc avevano presentato pure un’interrogazione parlamentare per contestare il prezzo esorbitante: 509 milioni di lire nel 2001 per 10 vani con doppia terrazza. Sì, un prezzo veramente scandaloso. QUEI FIGLI DI PAPÀ IN VIA ARENULA Il motto dell’Udeur è “la famiglia prima di tutto”. Clemente Mastella lo ha applicato alla lettera quando si è trovato di fronte a una grande occasione: acquistare a un ottimo prezzo l’appartamento che ospita la redazione del giornale del partito. Invece di intestare tutto all’Udeur, il segretario ha preferito far comprare alla società dei figli, Elio e Pellegrino. Permettendo loro un vero affarone. Se vendessero oggi potrebbero incassare una plusvalenza da un milione di euro. Tutto inizia il 7 aprile del 2005 quando il consorzio che cura le vendite dell’Inail scrive all’Udeur, in qualità di inquilino, per offrirgli di acquistare l’appartamento dove ha sede il giornale del partito al prezzo di un milione e 452 mila euro più Iva. Prendere o lasciare. Mastella prende e fa bene. Stiamo parlando del quarto piano di Largo Arenula 34, pienissimo centro con affaccio su Largo Argentina. Un appartamento quasi identico, al primo piano dello stesso stabile, è stato ceduto nel 2006 dall’Inail a 1,4 milioni ed è stato rivenduto nel 2007 per 2 milioni e 350 mila più 100 mila euro di commissioni. La letterina che offre l’acquisto all’Udeur equivale a un assegno circolare che andrebbe incassato subito. La prelazione spetta al partito, che è intestatario del contratto di locazione. Stranamente invece l’Udeur comincia un balletto di sigle e lettere. Prima sembra che acquisti “Il Campanile nuovo” la cooperativa che edita il giornale. Poi invece acquista la società “Il campanile Srl”. Tra le due c’è una bella differenza. Nel lontano 2001 anche “Il campanile Srl” era la casa editrice del quotidiano ma ora, a dispetto del nome, è diventata qualcosa di ben diverso. Dopo aver incassato 480 mila euro di contributi per coprire i costi affrontati per il quotidiano nel 2000-2001, ha ceduto il campo alla cooperativa, come vuole la nuova legge. La srl “Il campanile” sembrava destinata alla rottamazione quando Clemente Mastella la ricicla per comprare l’appartamento di largo Arenula. L’atto doveva essere fatto entro ottobre del 2005 ma prima di firmare il segretario cambia opportunamente i connotati alla società. Il Campanile, diventa una società della sua famiglia. Prima era intestata a Tancredi Cimmino, l’ex tesoriere che nell’aprile del 2006 si candida con Di Pietro e viene trombato. Dopo le elezioni, nel maggio del 2006, Cimmino cede tutto a Clemente Mastella (che già aveva un 10 per cento della società). Pochi giorni dopo il ministro della Giustizia gira le quote ai figli, Pellegrino ed Elio. Ora tutto è pronto per il grande acquisto. Il 10 luglio 2006 finalmente la società dei Mastella compra l’appartamento al quarto piano. Non basta. La srl cambia oggetto e si trasforma da semplice società editrice in azienda a tutto campo che può occuparsi di giornali ma anche di acquisizioni immobiliari, pubblicità, import-export, ristrutturazione di casali, attività turistiche e finanziarie. Poi muta anche il nome: ora si chiama “Servizi e Sviluppo”. Una volta acquisita la sede, addio Campanile. Oggi i figli di Mastella sono proprietari dell’appartamento e il giornale (che aveva più diritto di loro a comprare) è solo l’inquilino. Alla fine di questo giro tortuoso sono due le cose che sorprendono: una società finanziata dallo Stato con 480 mila euro nel biennio 2000-2001 per editare la testata del partito è diventata nel 2006 l’immobiliare privata dei figli del leader, scavalcando ogni distinzione tra interessi pubblici e affari privati che, anche in un partito a conduzione familiare, dovrebbe restare sacra. Inoltre la società di Pellegrino ed Elio ha fatto l’affare della sua vita grazie alla rinuncia del partito di papà a esercitare un suo diritto. «Non c’è nulla di strano», dice il tesoriere dell’Udeur Pierpaolo Sganga, «l’acquisto è stato fatto senza alcuno sconto e senza alcun favoritismo, seguendo rigorosamente le procedure stabilite». Sganga annuncia che il partito sta per concludere un secondo colpo, ancora più grande, nello stesso palazzo. Anche i due appartamenti del secondo piano che ospitano la sede nazionale dell’Udeur presto saranno venduti all’inquilino. Un affarone che vale il doppio di quello già concluso: sono 21 vani contro i 9 dell’appartamento del quarto piano. Stavolta chi comprerà? Dalle carte depositate in conservatoria spunta una lettera dell’Inail del 2005 nella quale l’ente riconosce la prelazione per questi appartamenti, come per quello già venduto, alla solita società “Il campanile Srl” oggi “Servizi e Sviluppo” dei Mastella. A “L’espresso” il tesoriere Sganga giura: «Comprerà l’Udeur». AAA VENDESI MA SOLTANTO AI PRIVILEGIATI 1 PIER FERDINANDO CASINI presidente Udc Via Clitunno (zona Trieste) Il palazzo nel quale (fino al 1999) Casini viveva in affitto con la prima moglie Roberta Lubich e le figlie è stato ceduto a fine 2005 da Generali a una società di un amico di famiglia. I 5 appartamenti che lo compongono sono stati poi girati all’ex moglie (due interni), alle due figlie (uno per ciascuna) e alla ex suocera del presidente dell’Udc. Per un totale di 30 vani catastali totale 1,8 milioni di euro Anno 2005-2007 stima zona 2006 fonte Agenzia del territorio 5100/6900 euro mq 2 WALTER VELTRONI sindaco di Roma, candidato segretario Pd Via Velletri (piazza Fiume) acquistato dalla moglie dalla Scip ex Inpdai. Primo piano, 8,5 vani, (ingresso, 5 camere e accessori per 190 mq) posto auto e cantina anno 2005 377 mila euro stima zona 2006 4900/6400 euro mq 3 MARIANNA LI CALZI ex deputato Fi ed ex sottosegretario alla Giustizia Via Velletri (piazza Fiume) acquisto da Scip ex Inpdai. Attico da 190 metri per 10,5 vani (doppio ingresso, salone, 5 camere, cucina, tre bagni, ripostiglio e terrazza) con cantina da 18 mq anno 2005 366 mila euro stima zona 2006 4900/6400 euro mq 4 FRANCESCO FORLENZA ex direttore generale Fs Via Velletri (piazza Fiume) acquisto da Scip ex Inpdai. IV piano 7,5 vani (ingresso, 4 camere, accessori e balcone) più 70 mq di magazzino e cantina anno 2005 278 mila euro stima zona 2006 4900/6400 euro mq 5 RAFFAELE BONANNI Segretario Cisl Via Perugino (Flaminio) acquisto da Scip ex Inps. VI piano 8 vani più cantina anno 2005 201 mila euro stima zona 2006 5000/6200 euro mq 6 SALVATORE CARDINALE segretario siciliano Margherita, ex ministro Via degli Avignonesi, affaccio su via Quattro fontane (centro storico) III piano 8 vani anno 2006 844 mila euro stima attuale zona 6300/8600 euro mq 7 LAMBERTO CARDIA Presidente della Consob Via Nairobi (Eur) XII piano, 10 vani (ingresso, 5 camere, accessori e balconi) più due posti auto e cantina anno 2002 328 mila euro stima zona 2006 4200/5500 euro mq 8 MAURA COSSUTTA parlamentare Pdci Via Stazione San Pietro (dietro al Vaticano) acquisto da Scip V piano, 6 vani (ingresso, disimpegni, 3 camere, cameretta, cucina, 2 bagni e 2 balconi) più cantina anno 2004 165 mila euro stima attuale zona 3600/4900 euro mq 9 FRANCA CHIAROMONTE senatore dell’Ulivo Via Stazione San Pietro acquisto da Scip 4 vani catastali (ingresso, disimpegni, due camere, cameretta, cucina, bagno, 2 balconi) più cantina anno 2004 113 mila euro stima zona 2006 3600/4900 euro mq 10 FRANCESCO PROIETTI deputato di An, ex segretario di Fini Via del Serafico 106 (zona Eur) la figlia ha acquistato dalle Generali una casa ex Ina Secondo piano, terrazza su 3 lati, salone, 2 camere disimpegno, posto auto coperto e cantina anno 2004 267 mila euro stima zona 2006 3100/4100 euro mq 11 MARIO BACCINI senatore Udc ed ex ministro Via Filippo Niccolai (Balduina) attico e superattico con scala interna, 15 vani (ingresso, 6 camere, 4 bagni e due ripostigli, doppia terrazza e soffitta privata condonata più box e cantina) anno 2004 875 mila euro stima zona 2006 4200/5500 euro mq 12 CLEMENTE MASTELLA segretario Udeur e ministro della Giustizia Edificio lungotevere Flaminio (Flaminio) acquisito ex Ina 5 appartamenti intestati a moglie e figli per un totale di 26 vani più balconi e terrazzo su tre lati, due verande e un box auto anno 2004 1,2 milioni euro stima zona 2006 5000/6600 euro mq 13 MASTELLA/2 Largo Arenula (centro storico, largo Argentina) acquisito da Scip, ex Inail un appartamento (sede del quotidiano dell’Udeur) ora intestato alla società “Servizi e Sviluppo” dei figli del segretario. La società potrebbe comprarne un altro al primo piano da 21,5 vani. L’Inail ha già accettato l’opzione. IV piano 9,5 vani anno 2007 1,45 milioni di euro stima: un appartamento al piano inferiore è stato venduto nel 2007 per 2,4 milioni di euro 14 LUCIANO VIOLANTE deputato dei ds acquisito da ex Ina Via Santa Eufemia (tra il Quirinale e i Fori) III/IV/V piano soggiorno, quattro camere, accessori, disimpegno, terrazzo al piano più terrazzo superiore anno 2003 327 mila euro stima zona 2006 7200/9400 euro mq 15 NICOLA MANCINO senatore Ulivo, vicepresidente Csm Corso Rinascimento (centro storico, Piazza Navona) 10 vani più ampia soffitta acquisito da Pirelli (ex Ina) anno 2001 1,550 miliardi di lire stima zona 2006 7300/9200 euro mq 16 FRANCESCO PIONATI senatore Udc e vicedirettore tg1 Via Traversari (Monteverde vecchio, affaccio su Trastevere) attico e superattico 10 vani con terrazza panoramica acquisto da Scip, ex Inpdai anno 2001 509 milioni di lire stima zona 2006 5200/7100 euro mq 17 GIULIANO FERRARA direttore del Foglio, ex ministro del primo governo Berlusconi Piazza Emporio (Testaccio, di fronte all’Aventino) 6 vani, terrazzo, ripostiglio acquisto dal gruppo Pirelli (ex Ina) anno 2003 889 mila euro stima zona 2006 4200/5500 euro mq 18 FRANCO MARINI senatore Margherita, presidente del Senato Via Lima (Parioli) acquisto da Scip ex Inpdai Piano terra e primo piano per un totale di 14 vani catastali anno 2007 un milione di euro stima zona 2006 5400/7100 euro mq 19 FRANCESCO COSSIGA senatore a vita, presidente emerito della Repubblica Via Quirino Visconti (zona Prati) acquisto da Generali, ex Ina 9,5 vani soffitta box auto ampio magazzino anno 2004 710 mila euro stima zona 2006 4800/6600 euro mq MASTELLA QUERELA ESPRESSO PER INCHIESTA IMMOBILI (Apcom) - "La mia moralità è fuori discussione e sfido il direttore de L'Espresso, quando e dove vuole, ad un pubblico dibattito". Così il segretario politico dei Popolari-Udeur, Clemente Mastella replica in una nota alle anticipazioni del settimanale circa gli sconti bipartisan ai politici nell'acquisto degli immobili. "Per trent'anni, come tutti sanno, ho vissuto a Roma in affitto ed ho usufruito, lo ripeto, dopo trent'anni, come migliaia di cittadini comuni, - spiega - della legge che ha permesso agli affittuari di acquisire l'immobile ad un prezzo stabilito dal mercato, dalla legge stessa, e non certo da logiche di favore. Tant'è che, per diventare proprietario della casa che avevo in affitto, ho investito tutti i risparmi, miei e di mia moglie, con l'aggiunta di un mutuo di ben 500mila euro". "Domando, - aggiunge Mastella - è questo lo sconto e i favori di cui avrei beneficiato? Se avessi voluto, in questi trent'anni e nei ruoli che ho ricoperto, la casa l'avrei potuta acquistare molto prima, e negli anni di tangentopoli, forse me l'avrebbero anche regalata. Le insinuazioni de L'Espresso sono una cosa ignobile. Se qualcuno immagina o vuole favorire la nascita di nuovi partiti, pensando di attentare alla onorabilità e alla mia onestà personale, ha sbagliato destinatario. Ripeto: sfido pubblicamente L'Espresso e il suo direttore ad un dibattito e, sin d'ora, annuncio di aver dato mandato al mio legale di querelare il settimanale. Può darsi che l'azione giudiziaria mi aiuti ad estinguere quel mutuo di 500 mila euro, non certo di favore". Dagospia 30 Agosto 200731/08/2007
Documento n.6786