RISPARMIO TRADITO: UBI BANCA DISATTENDE LE PRONUNCE DELL'ARBITRO CONSOB (ACF) CHE DANNO RAGIONE AI RISPARMIATORI TRUFFATI DAL SALVA-BANCHE. COL CONCORSO (O L'ORDINE) DI BANKITALIA?

in Comunicati stampa

 

     Ubi Banca, che aveva ricevuto in regalo 3 delle 4 banche in risoluzione (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti per 1 euro),  disattende le pronunce dell’arbitro per le controversie finanziarie (ACF) della Consob, nonostante sia stata condannata a risarcire i risparmiatori truffati, disattende le pronunce con la consueta complicità di Bankitalia, che delegittima e ridicolizza l’operato dell’Acf.

a decisione rivoluzionaria presa dell'Arbitro Consob per le controversie finanziarie nei pronunciamenti oggi su alcuni ricorsi di investitori in azioni di Banca Marche nell'aumento di capitale del 2012 dell'istituto, che hanno lamentato di averlo fatto - appunto - in qualità di clienti e nell'ambito del quadro informativo fornito dalla banca.

   Le decisioni dell'Arbitro Consob, su investimenti azionari nelle quattro 'bad bank', avevano accertato una reale violazione delle regole di correttezza e trasparenza nella prestazione di un servizio di investimento, in merito al provvedimento di Banca d'Italia del novembre 2015, con la continuità dei rapporti contrattuali. I  clienti degli istituti di credito infatti, avrebbero potuto avanzare pretese risarcitorie verso la "vecchia banca", ed allo stesso modo "non possono non ritenersi legittimati a procedere in tal senso anche nei confronti della Nuova Banca". Quanto invece alla procedura di risoluzione "a carico" di azionisti e obbligazionisti, si riferisce "all'esercizio di diritti patrimoniali e/o amministrativi incorporati nelle azioni e da queste discendenti", ma non si possono ritenere inglobate in essa anche pretese risarcitorie relative a rapporti contrattuali tra cliente e intermediario per la prestazione di servizi d'investimento, che sono stati "unitariamente trasferiti dalla Vecchia alla Nuova Banca".

  Nel primo anno di vita (2017) l'Arbitro Consob, nato con lo scopo di poter fornire ai risparmiatori anche piccoli e piccolissimi una via d'accesso ai risarcimenti in casi di evidente violazione delle norme, con le banche partecipanti tenute ad ottemperare ai suoi pronunciamenti, su quasi 1.900 ricorsi, per il 63% di essi aveva dato ragione ai risparmiatori, stabilendo risarcimenti per circa 5,2 milioni di euro, in media 28.000 euro a ricorso.

    Ubi Banca, che ha ricevuto in dono Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti subentrando nelle cause attive e passive che gravano sui tre istituti, non paga per i pronunciamenti dell'Arbitro che stabiliscono il diritto dei risparmiatori ad essere risarciti, né vogliono pagare, non per l’assenza di fondi, dato che secondo i termini contrattuali di cessione, è il Fondo di risoluzione tenuto a risarcire all'istituto subentrante queste soccombenze, ma per una precisa volontà del Fondo stesso.

   Sarebbe quindi la Banca d’Italia ad aver ordinato al Fondo di risoluzione di non risarcire i risparmiatori, già truffati per l’assenza di vigilanza di Bankitalia, a non ottemperare alle disposizioni arbitrali,  per arrivare  ad un esame più approfondito dei procedimenti, quindi alla giustizia civile i cui tempi biblici ed i costi tendono a scoraggiare le vittime del bail-in, truffate e beffate, svuotando il ruolo dell'Acf, delegittimato proprio nelle sue funzioni.

    Adusbef, dopo aver battuto nei tribunali la pretesa di relegare in un ‘limbo’ 500.000 famiglie espropriate dei propri risparmi col concorso di Bankitalia e dello Stato, che non potrebbero rivalersi né sulle vecchie banche, né sulle nuove ed aver sollevato eccezione di costituzionalità su un decreto illegittimo, estraneo alla consolidata cultura giuridica, denuncia ancora una volta gli espedienti di un Governatore che tira a campare, senza mai rispondere finora, del proprio discutibile operato.

 

                                                                                                 

 

                  

 

24/04/2018

Documento n.10674

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