Corte di Appello Lecce, riforma ingiusta sentenza del Tribunale riconoscendo € 366.000,00 alla famiglia del neonato deceduto per violento trauma cranico riportato alla nascita.
La Corte di Appello di Lecce, con sentenza del 20 febbraio 2018, ha riformato la sentenza del Tribunale di Lecce (che aveva negato il risarcimento dei danni a due coniugi che avevano perso il proprio figlio a causa di un imperdonabile caso di malasanità), condannando la ASL a risarcire i danni subiti dai genitori, riaffermando il noto indirizzo in materia secondo cui la struttura sanitaria risponde a titolo di responsabilità contrattuale non solo delle obbligazioni direttamente poste a suo carico, ma anche dell’opera svolta dai propri dipendenti ovvero ausiliari, secondo lo schema dell’art. 1228 c.c.
Tale pronuncia è ben motivata anche perché richiama ulteriormente la normativa intervenuta in subiecta materia, ovvero l’art. 7 della c.d. Legge Gelli che consacra in legge questo principio giurisprudenziale, per cui la responsabilità della struttura per fatto del personale sanitario in essa comunque operante (quindi anche nel caso in cui il personale non sia formalmente dipendente della struttura), si argomenta ex artt. 1218 e 2049 c.c. per il quale il debitore che nell’adempimento dell’obbligazione si avvalga dell’opera di terzi, risponde anche dei fatti dolosi o colposi di questi.
Le consulenze effettuate nel processo penale (conclusosi dapprima con delle condanne, risultate poi prescritte per eccessiva durata del processo) nonché nel processo civile avevano individuato come causa del decesso vaste lesioni di natura post traumatica alla testa del neonato che evidentemente era caduto dalle mani dei sanitari!.
Tant’è che dall’autopsia era emersa la presenza di uno strano punto di sutura alla testa: ovviamente omesso nelle cartelle cliniche.
A fronte di tale schiacciante quadro probatorio il Tribunale di Lecce aveva rigettato la domanda dei due genitori perché non si era raggiunta la prova del soggetto responsabile dell’occorso, pur essendo pacifico che il neonato era nato e deceduto in ospedale!
Se il neonato fosse stato vivo, oggi avrebbe letto la sentenza da maggiorenne: sono passati 19 anni dal triste evento!
ADUSBEF ha impugnato la sentenza restituendo alla famiglia la verità!
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21/02/2018
Documento n.10653