BANKITALIA: DOPO AVER PRODOTTO MACERIE,CRAC E DISSESTI ADDOSSATI AI RISPARMIATORI, QUESTI OLIGARCHI PARLANO ANCORA DI CONCENTRAZIONI? INCAPACI DI VIGILARE, PERFINO GESTIRE LE BANCHE?

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COMUNICATO STAMPA

 

BANKITALIA: DOPO AVER PRODOTTO MACERIE,CRAC E DISSESTI ADDOSSATI AI RISPARMIATORI, QUESTI  OLIGARCHI PARLANO ANCORA DI CONCENTRAZIONI? INCAPACI DI VIGILARE, PERFINO GESTIRE LE BANCHE?

DICHIARAZIONE DI BARBAGALLO CAPO VIGILANZA BANKITALIA, NON E’UN PESCE D’APRILE, MA LA REALTA’

 

    L’arroganza, la supponenza e l’assenza di un’autocritica minimale da parte degli oligarchi di Bankitalia, è fotografata dalle dichiarazioni di Barbagallo Carmelo, capo dipartimento della vigilanza bancaria e finanziaria, secondo cui,  per le banche italiane: "è necessario proseguire nel processo di concentrazione, attraverso operazioni di aggregazione mirate, condotte secondo logiche di convenienza industriale".      

   Sfidando il senso del ridicolo, forse confidando di non essere preso sul serio nel giorno del ‘pesce d’aprile’, il capo della vigilanza ritiene che: “l'aumento dimensionale permetterebbe di conseguire rilevanti economie di scala e di scopo e di migliorare le condizioni di accesso ai mercati, con il recupero di una adeguata redditività è una esigenza per tutte le banche europee e lo è a maggior ragione per le banche italiane".

    Le concentrazioni bancarie eseguite sotto i diktat di Bankitalia, invece di portare economie di scala in un sistema bancario vessatorio, che spicca per usi, abusi ed ordinari soprusi, hanno generato soltanto prebende e stock option per i banchieri lautamente retribuiti, alimentati da un aumento di costi e condizioni, addossati ai correntisti, costretti a pagare i più elevati costi di gestione dei conti correnti, pari a 318 euro annui, contro 114 euro della media europea, la cui totale assenza di vigilanza ha generato crac e dissesti bancari per 108 miliardi di euro addossati a 1,3 milioni di famiglie.

   Il doppio dissesto della Banca Popolare di Vicenza di Giovanni Zonin e di Veneto Banca, dell'ex padre-padrone Vincenzo Consoli, pari a 18,9 miliardi di euro a danno di 210.000 mila azionisti (120.000 BpVi, 90.000 Veneto Banca) tra azzeramento del valore delle azioni (10 miliardi), perdite ultimi 3 anni (per 4 miliardi), aumenti di capitale (4,9 miliardi), è solo l'ultimo anello di una lunga catena di scandali e crac bancari, quali Bipop-Carire (Bruno Sonzogni 2002); Banca Popolare di Lodi (Giampiero Fiorani 2005); Banca Italease (Massimo Faenza 2008); Tercas (Di Matteo & Samorì 2012); Banca Popolare di Milano (Massimo Ponzellini 2012); Carige (Giovanni Berneschi 2014); MPS (Giuseppe Mussari (2013).

    I Governatori che si sono succeduti in Bankitalia (Fazio, Draghi, Visco), non sono riusciti ad impedire un saccheggio sistematico del pubblico risparmio e la lunga catena di scandali bancari, che hanno messo sul lastrico 1,3 milioni di risparmiatori (440.000 famiglie solo negli ultimi 12 mesi, 210.000 BpV e Veneto Banca, 130.000 con la risoluzione delle 4 banche Marche, Etruria, Chieti, Ferrara, col decreto del 22 novembre 2015), per i rapporti incestuosi tra vigilanti e vigilati, che in qualità di azionisti ricevono 380 milioni di euro di cedole l'anno (1.060 mld  nel triennio) dalla rivalutazione delle quote della Banca Centrale da 156.000 euro a 7,5 mld di euro, per incapacità nella prevenzione delle crisi bancarie, per una lasca vigilanza.

    Ma anche quando deve gestire le banche in risoluzione con i fiduciari nominati, Bankitalia non brilla per efficienza, trasparenza, buoni risultati.  Il Fondo di risoluzione per le banche infatti, gestito dai fiduciari di Bankitalia, ha generato un buco di 2,6 mld di euro in 1 solo anno, che dovrà essere ripianato dagli utenti, com'è già accaduto in passato, con un costo pro-capite di  circa 100 euro a correntista (platea calcolata in 26 milioni) con futuri aumenti surrettizi di costi e condizioni.

    Assurdo che Bankitalia possa continuare a taglieggiare le banche, pretendendo il pizzo di contributi aggiuntivi per coprire le perdite subite dal Fondo Nazionale di risoluzione nella cessione dei 4 istituti (Carife, Carichieti, Etruria e Banca Marche), dimostrando la più completa incapacità, non solo di vigilare sulle banche socie, con i risultati che sono sotto gli occhi di 1,3 milioni di famiglie frodate dalle banche negli ultimi anni, ma anche di saper gestire ed amministrare con oculatezza gli istituti di credito.

     Il resoconto 2016 del Fondo gestito dai fiduciari, con Bankitalia che batte cassa, esigendo contribuzioni aggiuntive, che per il solo 2016, ammontano a due ulteriori quote annuali, della contribuzione ordinaria pari a circa 1.526 milioni di euro, la dimostrazione più lampante di incapacità gestionale di Bankitalia e dei suoi fiduciari, che non potrà essere addossata ancora una volta agli incolpevoli correntisti. 

   Adusbef che diffida preventivamente le banche e Bankitalia, a rivalersi per la loro mala gestio, sugli utenti e consumatori, già costretti a pagare i più alti costi di gestione dei conti correnti, alla luce di tali risultati fallimentari, pone una domanda: chi sarebbe disponibile a far gestire a questi  ‘strapagati oligarchi’, soltanto l’amministrazione del proprio condominio ?

 

                                                                                                               

04/01/2017

Documento n.10507

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