BANCHE: HA RAGIONE IL FINANCIAL TIMES. ITALIA PAESE DI BENGODI PER BANCHIERI AVIDI,PREMIATI SE DISTRUGGONO VALORE, PER PRECISE RESPONSABILITA' VIGILANTI. TROPPI 150 BANCHIERI IN ITALIA CON STIPENDI D'ORO OLTRE 1 MILIONE EURO (RAPPORTO EBA),TRA CUI I FRODATORI DI 117.000 AZIONISTI BPVI
COMUNICATO STAMPA
BANCHE: HA RAGIONE IL FINANCIAL TIMES. ITALIA PAESE DI BENGODI PER BANCHIERI AVIDI,PREMIATI SE DISTRUGGONO VALORE, PER PRECISE RESPONSABILITA’ VIGILANTI. TROPPI 150 BANCHIERI IN ITALIA CON STIPENDI D’ORO OLTRE 1 MILIONE EURO (RAPPORTO EBA),TRA CUI I FRODATORI DI 117.000 AZIONISTI BPVI
Per precise responsabilità della contigua autorità vigilante (Bankitalia), che paga alle banche socie 380 milioni di euro l’anno di cedole, l’Italia vanta il triste primato di costi dei conti correnti più alti d’Europa, pari a 318 euro contro una media Ue di 114 euro, dei tassi su mutui e prestiti più elevati, per pagare stipendi d’oro e laute prebende a banchieri avidi, in un sistema bancario traballante e pieno di buchi spacciato per solido ed affidabile.
Dopo il rapporto dell’Eba, l'autorità bancaria europea che ha registrato una crescita degli stipendi d’oro dei banchieri in Europa che guadagnano più di 1 milione di euro l’anno, passati dai 3178 del 2013 ai 3865 del 2014 con una crescita del 21,6%, mentre in Italia sono saliti da 138 a 153 con una spesa totale di circa 260 milioni di euro più altri 52 milioni di premi maturati, la cui retribuzione media è stata di 1,7 milioni di euro, è arrivata l’analisi impietosa del Financial Times su un sistema bancario appesantito dai consigli d'amministrazione "più stravaganti di qualsiasi altro posto", con poche donne (appena il 16%) nei quali è difficile trovare meno di 15 consiglieri, la cui retribuzione è "d'altro mondo" con una media di 850.000 euro.
Il giudizio impietoso del Financial Times sulle banche italiane, che negli stress test della Bce del 2014 hanno preso "la bocciatura più sonora" di tutte,eppure elargiscono stipendi d'oro ai loro amministratori che continuano a occupare cda assolutamente in sovrannumero, come i 18 consiglieri di Bper, i 24 di Banco popolare, i 23 di Ubi Banca, dovrebbe indurre le contigue autorità vigilanti ad intervenire, essendo già scandalose tali retribuzioni per alimentare l’inefficienza ed i ricchi premi a banchieri che distruggono valore, frodando e truffando piccoli azionisti e risparmiatori.
Infatti, tra i 150 manager bancari che hanno guadagnato in Italia stipendi d’oro superiori ad 1 milione di euro, i banchieri di Vicenza, premiati per aver frodato 117.000 azionisti, dopo che nel 2015 la Popolare di Vicenza ha chiuso l'esercizio con una perdita di 1,4 miliardi e con un crollo del valore delle azioni, svalutate da 62,50 euro a 6,30 euro, la cui azione di responsabilità è stata bocciata da un’attenta regia assembleare.
L'amministratore delegato, Francesco Iorio, in carica dallo scorso 1 giugno, ha ricevuto 2,678 milioni di euro, di cui 1,8 milioni come bonus d'ingresso una tantum. Il vice direttore generale, Jacopo De Francisco, in carica dal 22 giugno 2015, ha percepito 1,02 milioni di euro, di cui 700 mila anche in questo caso come bonus d'ingresso una tantum. L'ex presidente Gianni Zonin ha incassato 1,01 milioni. Dalla relazione sulla remunerazione emerge che l'istituto ha pagato 2,675 milioni di euro di bonus d'ingresso una tantum a sei dirigenti, inclusi i già citati Iorio e De Francisco, e 5,2 milioni di euro di buonuscita a cinque ex dirigenti.
La liquidazione più consistente, pari a 4 milioni di euro, è stata riconosciuta all'ex amministratore delegato, Samuele Sorato, che ne ha incassati già due e incasserà gli altri due con differimento triennale. Per l'ex ad, indagato con Zonin per ostacolo all'attività di vigilanza e aggiotaggio, il compenso complessivo del 2015 (si è dimesso il 12 maggio) è stato di 4,6 milioni.
E’ un vero e proprio scandalo, tollerato dalla Banca d’Italia, offrire liquidazioni e bonus a banchieri di sistema, come Giovanni Zonin ed altri manager con liquidazioni d’oro che invece di creare valore hanno distrutto almeno 9 miliardi di euro nella BpVi (tra perdite ed aumenti di capitale), che al contrario bisognerebbe sequestrare per risarcire in parte, le vittime di tale dissennata e fraudolenta gestione del credito e del risparmio.
Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori)
Roma,31.3.2016
31/03/2016
Documento n.10283