Società di rating. Intervento di Elio Lannutti al Senato 14-9-2011
Sulle attività delle agenzie di rating LANNUTTI (IdV). Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. LANNUTTI (IdV). Signora Presidente, a proposito dell'antipolitica e dei poteri forti, delle Agenzie di rating e dei banchieri centrali che definisco criminali seriali per quello che hanno fatto, a proposito di tutto questo, desidero ricordare quanto segue. Qualche giorno fa sul quotidiano «la Repubblica» è stato publicato un pezzo molto illuminante nel quale i politici sono stati definiti ladri, dove era scritto che guadagnano troppo e vi era una tabella secondo cui i deputati e i senatori italiani sono al top della classifica di coloro che guadagnano, nel senso che ricevano compensi tra i più alti d'Europa. Questi fatti non sono veri - come è noto - perché già altre fonti hanno smentito la favoletta che passa. Aggiungo che, quando ho telefonato al quotidiano per chiedere la provenienza della fonte, mi è stato detto che non vi era addirittura la fonte di quella tabella nella quale ci fanno passare per ladri. Non mi sento di appartenere alle caste, ma ritengo che bisogna reagire. Se la politica è debole e in una fase come questa è debole, sono altri che surrogano la funzione nobile della politica di difendere gli interessi generali di tutti, e non solo di questo o di quell'altro come fanno i settori economici. Tengo inoltre a dire in questa sede che tre agenzie di rating, quelle che decidono i destini del mondo, che sono Moody's, Standard & Poor's e Fitch Ratings, continuano ad emettere rapporti ad orologeria sui debiti degli Stati, pur senza che ci siano le richieste, facendo quindi deprimere il valore delle azioni, delle obbligazioni e dei titoli di Stato. Ebbene, c'è una inchiesta della procura di Trani, e al riguardo ho presentato molte interrogazioni, che ha rinviato a giudizio l'amministratore delegato di Standard & Poor's, quella stessa agenzia che ha declassato il debito americano non accorgendosi di un errore di 2.000 miliardi di dollari. Ripeto che ha fatto un errore di 2.000 miliardi di dollari. Signora Presidente, concludo il mio intervento ringraziandola per l'attenzione mostrata e aggiungendo che questa cricca del rating in Italia non è registrata all'ESMA, ossia l'ente europeo di registrazione che dà le licenze per poter emettere il rating. Le agenzie in questione hanno presentato la domanda e, a differenza di quelle bulgare o tedesche, non hanno superato l'esame, per cui non hanno ottenuto la licenza. È bene che il Parlamento sia informato su questo. Dobbiamo certamente ridurre il debito e al riguardo abbiamo avanzato proposte anche nella manovra, ma non è questa la sede per parlarne, come abbiamo avanzato proposte per calmierare l'oro che sta andando alle stelle e di vendere una parte dell'oro della Banca d'Italia, che non è di Trichet o di Draghi ma è del popolo italiano, sempre per ridurre il debito pubblico. La questione è che la politica, se non vuole essere ostaggio di questi signori, deve reagire e ritornare a difendere i diritti dei cittadini, degli elettori, della povera gente. È vero che tutti paghiamo la crisi, ma la pagano soprattutto i pensionati al minimo, i lavoratori, le famiglie numerose. Quindi, signora Presidente, queste Agenzie di rating non hanno la licenza per poter emettere rapporti né sull'Italia, né sulle aziende italiane. Non sarebbe sbagliato se istituzioni come il Senato potessero far sentire la propria voce, se le istituzioni potessero dare anche loro il proprio contributo per contrastare l'illegalità di queste agenzie di rating che attentano alla sovranità degli Stati e alla ricchezza delle Nazioni. (Applausi del senatore Fantetti).15/09/2011
Documento n.9045