Da corriere.it. I dati della Confcommercio: niente contratti, consumi giù

in Rassegna Stampa
Da corriere.it. I dati della Confcommercio. Billè: ormai siamo all’ultima spiaggia. I commercianti: niente contratti, consumi giù Le cifre dell’analisi: se fossero stati rinnovati i contratti scaduti ci sarebbe stata una crescita dell’1,4% della domanda interna ROMA - Pochi soldi in tasca e consumi a picco. Lo dimostrano anche gli ultimi dati Istat sul Pil. Lo confermano le cifre dell’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio. L’Italia soffre per una debolezza dei redditi motivata anche dai ritardi nel rinnovo dei contratti, sostiene il presidente Sergio Billè presentando i dati. Se i tanti contratti scaduti da tempo, come quello degli statatli, fossero stati rinnovati (a un tasso del 4,5% come ipotizzato dal governo per il pubblico impiego) l’effetto sarebbe stato una spesa di 4,4 miliardi per l’acquisto di beni e servizi. Sarebbero insomma aumentati i consumi, con notevole beneficio per l’economia italiana. I consumi delle famiglie sarebbero cioè cresciuti dell’1,4% mentre Confcommercio stima un andamento debole, con un aumento della domanda dello 0,3%. PREVISIONI - Nel complesso, invece, la Confcommercio prevede infatti un aumento della domanda per consumi da parte delle famiglie che arriverà al massimo allo 0,3%. I beni alimentari, che nel 2004 hanno registrato una flessione, dovrebbero registrare un andamento sostanzialmente stagnante, mentre più favorevole dovrebbe risultare l’evoluzione della domanda per quelli durevoli. «Sugli andamenti previsti - nota il Centro Studi - pesano tuttavia le forti incertezze che caratterizzano il quadro di sviluppo interno, le preoccupazioni sull’aggravarsi della situazione della finanza pubblica, i ritardi nei rinnovi contrattuali, ed un ulteriore possibile aumento dei prezzi dei prodotti derivati dal petrolio. Effetti scarsamente bilanciati dal maggiore reddito derivante dalla riforma fiscale». Per tacere di eventuali modifiche nella politica monetaria che potrebbero ulteriormente condizionare i comportamenti delle famiglie. Secondo le cifre permangono le difficoltà delle esportazioni: nel 2005 cresceranno infatti solo dell’1,3% e dell’1,7% nel 2006. Per quanto riguarda i prezzi, nonostante le tensioni sui prodotti petroliferi la crescita è modesta: +1,7% nel 2005 e +1,8% nel 2006. ULTIMA SPIAGGIA - Il dato di ieri sul Pil ha fatto «cadere anche l’ultimo velo di ottimismo» e mostra «una situazione quasi da ultima spiaggia, talmente grave da esigere per fronteggiarla e per contrastarla la collaborazione e un grande senso di responsabilità da parte di tutti». Annunciando le previsioni economiche per i prossimi due anni, il presidente Sergio Billè rileva addirittura che «il collasso del nostro prodotto interno lordo impone interventi talmente drastici che, al confronto quelli presi a suo tempo dalla Thatcher possono apparire rose e fiori». «Che cosa si sta aspettando ad agire?», chiede Billè al governo, rivolgendosi anche alle istituzioni «e a chi sta nella stanza dei bottoni» e deve usarli: «sono almeno due anni che ci sgoliamo perchè - ha detto - questi bottoni vengano finalmente usati nella maniera giusta». INTERVENTI - Per Billè la situazione è tale che non può essere risolta semplicemente con una manovra aggiuntiva: «Anticipare il Dpef o una manovra aggiuntiva sono provvedimenti che vanno inseriti in un contesto più ampio. Per una manovra serve una drastica riduzione della spesa pubblica». Anche rispetto al decreto sulla competitività - per Billè - «è un’illusione che un peso mosca possa, salendo sul ring mandare al tappeto un peso massimo». Per la Confcommercio, invece, «la straordinarietà di questa crisi richiede scelte strategie e interventi di nuovo conio e di straordinarietà». Secondo Billè inoltre è «opportuno che i gestori della politica comincino ad avere più rispetto e molta più considerazione per chi, nel paese, sta smarrendo il senso della prospettiva e sta avendo difficoltà ad arrivare alla fine del mese». 13 maggio 2005

13/05/2005

Documento n.4667

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