Da Corriere.it (19-12-05) Fiorani parla, nei verbali nomi eccellenti Altre
Fiorani parla, nei verbali nomi eccellenti Altre 10 ore d’interrogatorio a San Vittore. Nel mirino «gli sponsor delle scalate, anche politici» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU’ LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO Il banchiere Fiorani (Ansa) MILANO - Dieci ore di interrogatorio a San Vittore, il secondo in due giorni, con i tre pm che incalzano il detenuto per tutta la domenica: è il segno più vistoso che le confessioni di Gianpiero Fiorani, il banchiere di Lodi in carcere da martedì come capo di un’«associazione per delinquere» in gran parte «ancora intatta», promettono di scatenare altre tempeste nei palazzi della politica e dell’economia. Nelle sue deposizioni-fiume Fiorani ha fatto sicuramente «nuovi nomi eccellenti». Ha chiamato in causa quattro o cinque «personaggi». Qualcuno è «di alto livello»: «anche politici», ma non solo. Li ha indicati come i massimi «sponsor» delle grandi scalate, passate e presenti, che a cominciare dal ’96 hanno segnato la vorticosa ascesa della Popolare di Lodi, minandone i conti. E in questo quadro si è dipinto come partecipe o talvolta esecutore di una più ampia strategia di «difesa dell’italianità delle banche», condivisa da tutti gli «sponsor». E in primis dal governatore Antonio Fazio. IL SEGRETO SULLE INDAGINI - Alcuni «nomi eccellenti» sarebbero completamente nuovi: mai comparsi prima nell’inchiesta. Ed è proprio la necessità di nuove indagini a spiegare l’inusuale richiesta di «segretare», l’altro ieri, già il primo «interrogatorio di garanzia» davanti al gip Forleo. Per la Procura si apre una nuova fase di verifiche urgenti per capire se, tra chi era al vertice della «rete di protezione», qualcuno possa aver ottenuto contropartite economiche o di potere. Fiorani avrebbe ricostruito nei dettagli anche la famosa notte tra l’11 e il 12 luglio, quando Fazio gli telefonò di aver «appena firmato» l’autorizzazione all’Opa su Antonveneta. Il governatore è indagato per insider trading proprio per aver divulgato a troppe persone quell’informazione riservata. Fiorani avvertì Fazio di non essere solo, ma «nello studio dei legali» con tre «collaboratori», tra cui Boni che ora è in carcere come presunto regista dei reati di borsa. «Sia io, sia D’Amico che Boni - ha già ammesso uno dei tre, Attilio Savarè - abbiamo mandato sms ai colleghi per comunicare l’autorizzazione. Fiorani ha chiamato Gnutti...». E intanto Fazio avvertiva il senatore Grillo (cliente finanziato da Bpl-Bpi), che quella notte gli offrì un passaggio in auto da Bankitalia a casa. IL TESORO DA DUECENTO MILIONI - Dopo le reticenze dei primi quattro interrogatori, culminate nella scoperta che Fiorani in ottobre aveva nascosto tra Jersey e Singapore «circa 70 milioni di euro», il banchiere ha indicato ai pm tutta la sua rete di conti, società e immobili in Italia e all’estero, per un totale quantificabile in «circa 200 milioni di euro». Pur ammettendo le sistematiche «appropriazioni indebite» a danno della banca, Fiorani ha voluto chiarire che questo «è davvero tutto» il suo patrimonio anche lecito. I MISTERI DELLE SCALATE - Nell’interrogatorio si è parlato anche dell’assalto alla Rcs e quindi al «Corriere», per cui la banca di Fiorani ha finanziato con circa 800 milioni di euro l’immobiliarista Stefano Ricucci, per ragioni mai chiarite, fino a poco prima che fosse interdetto, il 2 agosto, per Antonveneta. Il banchiere ha poi descritto gli affari con Emilio Gnutti e «gli amici di Unipol», ma non è chiaro se abbia affrontato la questione Bnl. E nemmeno se abbia inquadrato le tre scalate estive in un’unica tela. Sui parlamentari «finanziati illecitamente» (così il gip), l’unica indiscrezione è che Fiorani ha confermato il nome del «personaggio romano» che «segnalava i politici da accreditare». Già sabato Fiorani aveva annunciato di voler affrontare «tutte le accuse». E all’interrogatorio-fiume di ieri ne seguiranno altri. La Guardia di Finanza potrebbe cercare già nelle prossime ore i riscontri alle confessioni del banchiere, che ancor prima dell’arresto ammise il piano per «spartirsi il bottino da 200 milioni» della scalata ad Antonveneta. Ma ora l’inchiesta riguarda dieci anni di acquisizioni, spesso apertamente sostenute da Fazio. Secondo l’agenzia Ansa, Fiorani avrebbe parlato anche di «come fu costretto a salvare la banca della Lega CrediEuroNord» e dei «politici» interessati. E tra i misteri c’è pure l’acquisto per 88 milioni di euro dalla famiglia Bassani della banca Adamas, benché inquisita per riciclaggio e oberata di debiti. Ribattezzata Bpl Suisse, è diventata la tesoreria occulta del sistema Fiorani. Paolo Biondani - Giuseppe Guastella 19 dicembre 200519/12/2005
Documento n.5449