Corriere Adriatico (2-11-04)- Da Adusbef Marche

in Rassegna Stampa
CORRIERE ADRIATICO Edizione del 2 novembre 2004 L’unica isola felice è il “Patto del buon gusto” per blindare un pasto negli esercizi pubblici Bisello: “Aumenti dell’83 per cento” “Gli spuntini? Un salasso” I ristoratori? Non mancano gli operatori virtuosi, rispettosi del cliente e attenti a non mettere un volano all’inflazione con continui ritocchi ai prezzi del menù. Tra questi ci sono certamente gli esercenti che hanno sottoscritto il “Patto del buon gusto”, iniziativa promossa da Adusbef e Confesercenti, con l’avallo della Regione Marche. I ristoratori aderenti si sono impegnati (dallo scorso 6 febbraio) a mantenere invariato fino al 31 dicembre 2005 il prezzo di un menÙ, tipico e completo. In provincia di Pesaro e Urbino hanno sottoscritto il patto 34 ristoratori di cui ragione sociale e indirizzo sono indicati sul sito della Regione Marche. Per la verità sullo stesso sito ancora non è stato pubblicato, come annunciato al momento della sottoscrizione, il menù che ogni ristoratore si È impegnato a blindare (quindi si va sulla fiducia). Ma il segretario dell’Adusbef è ottimista: “Mi risulta che il patto sia rispettato - afferma Floro Bisello -. Personalmente ho verificato che il ristorante di Sant’Angelo in Vado che aderisce applica al cliente per una cena completa di antipasto, primo, secondo, caffè, vino a dolce il prezzo di 16 euro. Gli esponenti dell’Accademia della cucina verificano che l’impegno sia mantenuto da tutti”. Ma il “Patto del buon gusto” è una sorta di isola felice. La stessa associazione dei consumatori Adusbef, infatti, osserva che rispetto al 2001 mangiare fuori casa costa l’83 per cento in più. “Questo - commenta Floro Bisello - per effetto delle speculazioni legate all’euro, che hanno portato ad una forte lievitazione dei prezzi alimentari e della ristorazione. Ecco gli aumenti rilevati da Adusbef per alcuni prodotti consumati durante la pause pranzo: una pizzetta rossa, da 1.500 lire a 1 euro: + 29 per cento; un tramezzino da 1.500 lire a 1,5 euro: + 96 per cento; un panino con la mortadella da 1.800 lire a 1,6 euro: + 72 per cento; una gelato da 1.500 lire a 1,5 euro: + 96 per cento; una pizza margherita da 6.000 a 6,5 euro + 109 per cento. La media dell’aumento è dell’83 per cento”. Le variazioni dei prezzi sono state talmente significative da aver prodotto un cambiamento delle abitudini sociali. “E’ proprio così, soprattutto per quanto riguarda le famiglie - sottolinea Floro Bisello, segretario regionale dell’Adusbef -. Fino a qualche anno fa la famiglia media andava al ristorante almeno una volta alla settimana, la domenica. Ora al massimo va in pizzeria, ma per molte famiglie questa abitudine diventa un lusso. Abbiamo calcolato, infatti, che padre, madre e due figli per un pasto senza pretese, fatto di una pizza, una bevanda, il caffè e un dolcetto, pagano circa 80 euro. Le pizzerie sono frequentate quasi esclusivamente dai giovani, perché la spesa appare sopportabile solo se è individuale. Ma anche per i ragazzi sta cambiando il comportamento sociale: cresce il numero di coloro che per risparmiare si ritrovano a casa di qualcuno della compagnia per consumare pizze da asporto e birre comprate al supermercato”. L.FUR.

03/11/2004

Documento n.4226

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