LEHMAN: TRA I CREDITORI PRIMARIE SOCIETA' ITALIANE, DA FONDIARIA SAI A GENERALI

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Tratto da www.dagospia.it Tra i creditori della bancorotta lehman figurano le prime grandi società italiane - la parte del leone la fa il gruppo Fondiaria-Sai di ligresti: crediti per 485 milioni $ - a seguire Generali (70 mln), Finmeccanica (479 mila) e la Rai (526 mila)... Laura Serafini per "Il Sole 24 Ore" I creditori di Lehman Brothers Holding Inc (Lbhi), la capogruppo americana finita in Chapter 11 nel settembre scorso, cominciano ad affluire in massa per ottenere l'insinuazione al passivo. E tra questi figurano le prime grandi società italiane. Il tribunale di New York non ha ancora fissato il termine ultimo entro il quale registrare il proprio credito, ma gli interessati si muovono in vista della presentazione del piano di ristrutturazione che saranno chiamati a votare e che dovrebbe essere presentato a metà luglio. Ad oggi Lbhi ha ricevuto "proof of claim", ovvero documentazione del diritto al credito, per circa 10 miliardi di dollari da parte di oltre 3.800 soggetti da tutto il mondo, Cina e Australia incluse. Il dato che spicca, seppure si tratta per ora di informazioni parziali perchè non tutti gli aventi diritto si sono ancora fatti avanti, è il peso dei gruppi italiani. I claim arrivati dall'Italia pesano per 570 milioni di dollari, e la parte del leone la fa il gruppo Fondiaria-Sai che vanta crediti complessivi per 485 milioni di dollari, pari a 365 milioni di euro. Una cifra che appare superiore all'esposizione dichiarata dal gruppo verso Lehman all'indomani del crack. I claim delle società che fanno capo a Salvatore Ligresti si collocano al terzo posto a livello mondiale, dietro 2,1 miliardi vantati da una controllata di Lehman (Lehman Brothers Bank Fsb) e 833 milioni rivendicati dal gruppo Usa Boise Land & Timber II. Nella documentazione fornita c'è conferma dei 37 milioni di eurodi esposizione del gruppo Fondiaria dichiarati a settembre, ma il dato non coincide per la controllata Popolare Vita, la joint-venture controllata al 50,1% dal gruppo Ligresti e per il resto dal Banco Popolare. A fine 2008 era stata annunciata un'esposizione su polizze index linked tra i 100 e i 200 milioni di euro nominali. Dai documenti del claim risultano invece rivendicati 433 milioni di dollari, pari a 326 milioni di euro.Va ricordato che i manager del gruppo a suo tempo avevano precisato che per quelle polizze la società non aveva garantito la restituzione del capitale, per cui il rischio sarebbe a carico della clientela per conto della quale la società ora agisce. Nella lista, poco oltre il decimo posto per entità del claim, figura Generali Versicherung Ag, la controllata austriaca del gruppo assicurativo di Trieste, che ha iscritto crediti per 70 milioni. Nel settembre scorso il gruppo aveva dichiarato un'esposizione di 110 milioni: è possibile, dunque, che l'invio della documentazione sia ancora parziale. Nella sfilza interminabile di nomi spuntano anche creditori inediti: Finmeccanica, con 479 mila dollari, la Rai con 526 mila dollari, Cassa di risparmio di Asti (650 mila dollari), Bim Vita (Banca Intermobiliare) per 718 mila dollari. Mentre Telecom Italia e Italease (quest'ultima esposta su contratti derivati) hanno per ora solo annunciato la presenza tra i creditori senza comprovare la consistenza del credito. E ancora: ci sono persone fisiche, dunque privati cittadini italiani, che hanno registrato complessivamente claim per 5 milioni. Mentre tra i gruppi internazionali hanno esposizioni consistenti il gruppo assicurativo Aviva (72 milioni), la portoghese Caixa Geral de Depositos (100 mi-lioni), la catena di hotel messicana Logan (75 milioni). Questi dati sono stati messi a disposizione sul sito ufficiale della procedura americana; la selezione e l'elaborazione di una parziale classifica è stata eseguita da Raffaele Romano e Angelo D'Alessandro dello Studio Giuridico Economico che assiste vari clienti iscritti alla procedura. «Questi dati mostrano che è stata capita l'importanza di avviare l'insinuazione al passivo - spiega Romano - si è visto infatti che alcuni crediti possono non risultare iscritti nei bilanci delle società emittenti dei bond. Inoltre, alcuni di questi iscritti sono creditori della Lehman Treasury Co, la società olandese finita sotto una diversa procedura. Ma poichè molti bond emessi in Olanda sono comunque garantiti dalla casa madre americana, è bene registrarsi in entrambe le procedure».

27/04/2009

Documento n.7896

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