INGIUSTIZIA AMERICANA - "MA COME! HO RIVELATO IL PIU' GRANDE CASO DI EVASIONE E DENUNCIATO 19.000 CRIMINALI,E DEVO STARE IN GALERA PER 38 MESI" ?

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INGIUSTIZIA AMERICANA - "MA COME! HO RIVELATO il più grande caso di evasione fiscale del mondo, ho denunciato 19 mila criminali e per questo devo andare in galera e rimanerci per 3 anni e 4 mesi?" - IL BANCHIERE CHE HA MESSO IN GINOCCHIO L'UBS (penale di 780 milioni di dollari al governo degli Stati Uniti), E IL SEGRETO BANCARIO SVIZZERO, BATTE ANCHE CASSA... Paolo Valentino per il "Corriere della Sera" TRATTO DA WWW.DAGOSPIA.IT Probabilmente otterrà una ricompensa di centinaia di milioni di dollari dal governo degli Stati Uniti. Ma intanto, da venerdì prossimo, deve costituirsi in una prigione federale e rimanerci per 3 anni e 4 mesi. Bradley Birkenfeld grida all'ingiustizia. Ora che un giudice della Florida ha respinto la richiesta di rinvio della carcerazione presentata dai suoi avvocati, l'ex banchiere della UBS si sente ferito e trattato con ingratitudine dalle autorità del suo Paese: «Ho dato loro il più grande caso di evasione fiscale del mondo, ho denunciato 19 mila criminali e per questo devo andare in galera?», si è sfogato ai microfoni della Cbs. Birkenfeld non esagera. Poco più che quarantenne, americano vissuto in Svizzera per oltre 15 anni, fu lui nella primavera del 2007 a dare il via all'indagine, che avrebbe finito per minacciare l'esistenza di una delle maggiori banche del mondo e scuotere dalle fondamenta il tabernacolo plurisecolare del segreto bancario elvetico. Grazie alle rivelazioni dell'allora oscuro funzionario dell'UBS, l'istituto venne costretto ad ammettere di aver frodato l'Internal Revenue Service, aiutando migliaia di ricchi americani a evadere le tasse. Come conseguenza, la banca svizzera ha accettato di pagare una penale di 780 milioni di dollari al governo degli Stati Uniti, oltre a rivelare i nomi di 4.450 cittadini americani titolari di conti segreti. Altri 14.700 contribuenti Usa si sono auto-denunciati lo scorso anno come intestatari di conti off-shore, per evitare conseguenze penali. Tutto questo non è però bastato a Bradley Birkenfeld a evitare il carcere. Gli è costata cara l'unica ammissione di colpa: aver aiutato il miliardario californiano di origine russa, Igor Olenicoff, a nascondere parte delle sue ricchezze agli agenti del fisco americano. Gli stessi procuratori federali, in agosto prima della sentenza, avevano inutilmente chiesto clemenza alla corte, invocando il suo ruolo decisivo nel successo dell'inchiesta. Ma i giudici, dando peso alla circostanza che all'inizio Birkenfeld fosse stato reticente sui suoi traffici con Olenicoff, lo avevano condannato a 40mesi di reclusione. Il paradosso delle vicenda è che Birkenfeld è un pregiudicato miliardario in pectore. Giusta una legge federale che premia i collaboratori di giustizia in materia fiscale, anche se hanno commesso dei reati, il nostro ha infatti teoricamente diritto al 30% delle somme recuperate come conseguenza delle sue informazioni. Nella fattispecie, l'ordine di grandezza è in miliardi di dollari. È l'Internal Revenue Service, che deve decidere se l'ex funzionario, ora agli arresti domiciliari in Massachusetts, potrà riscuotere la generosa ricompensa. Nell'intervista alla CBS, Birkenfeld ha rivelato che il 90% dei suoi clienti americani cercava di evadere le tasse: «Era la regola non scritta, non bisognava discuterne, non si attraversa l'Oceano per andare in Svizzera ad aprire un conto bancario perché si vuole dichiarare apertamente la propria ricchezza». Ma Birkenfeld non si limitava a consigliare investimenti e movimenti. In alcuni casi era protagonista attivo della frode. Come quando ritirò dei contanti a nome di un cliente, acquistò dei diamanti e li portò in America nascosti in un tubetto di dentifricio. Il banchiere sostiene che questa operazione non fu illegale, perché le due pietre valevano meno di 10 mila dollari e non c'era l'obbligo di dichiararli alla dogana. Già, gli ha chiesto Steve Kroft, il giornalista che lo ha intervistato, «ma se non era legale perché li ha nascosti nel dentifricio?». «Era solo un modo per trasportarli - ha risposto -, così non li perdevo».

05/01/2010

Documento n.8384

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