GIUSTIZIA.: TREMANO I PALAZZI – GUARINIELLO E SCARPINATO DIVENTANO VICE ALLA PROCURA DELLA CAPITALE

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TREMANO I PALAZZI – GUARINIELLO E SCARPINATO DIVENTANO VICE ALLA PROCURA DELLA CAPITALE – IL PRIMO TRASFORMA OGNI ATTO IN MAXI-INCHIESTA (VEDI JUVE) – IL SECONDO, mastino DELla criminalità economica, è IL PM DEL BACIO DI ANDREOTTI A RIINA… 1 - I pm per cui Roma trema... Franco Bechis per "Italia Oggi" Se la riforma può attendere, la giustizia va avanti. E mentre il palazzo sta per prendersi le sue vacanze rimettendo nel cassetto la bozza da mesi preparata dal giovane ministro della giustizia, Angelino Alfano, il Csm nella prima riunione utile ratificherà una girandola di poltrone già decisa all'unanimità nella commissione di merito che è destinata a fare tremare la capitale. A Roma arriveranno infatti con i galloni di procuratore aggiunto due pubblici ministeri assai noti alle cronache nazionali e internazionali, come Raffaele Guariniello, autore di clamorose inchieste (dal doping in casa Juve al caso Thyssen group), e Roberto Scarpinato, pm antimafia per eccellenza, che guidò l'accusa nel processo a Giulio Andreotti...Guariniello viene da Torino, dove diventò famoso negli anni Settanta con l'inchiesta sulle schedature Fiat: fu lui a mettere la firma sulla clamorosa perquisizione dell'ufficio personale dell'avvocato Gianni Agnelli. Di processo in processo il suo nome è finito in prima pagina, più per l'oggetto delle sue inchieste che per la disponibilità (scarsa) al colloquio con i giornalisti. Ogni suo atto si è trasformato magicamente in una maxi-inchiesta, da quella sui farmaci, a quella sull'amianto, dal doping in casa Juventus con il celebre interrogatorio ad Alessandro Del Piero, al latte avvelenato, ala sla nel mondo sportivo, alle morti sul lavoro fino all'ultimo drammatico caso della Thyssen group. Scarpinato è un mastino a combattere la criminalità economica, ma è difficile non ricordare le mille polemiche suscitate dalla trama di accusa ad Andreotti, con quel leggendario bacio che il senatore a vita secondo il pm aveva dato a Totò Riina. Due magistrati così fra i quattro vice della procura di Roma (un terzo sarà interno, Pietro Saviotti, uno dei migliori magistrati dell'antiterrorismo, mentre il quarto è ancora da decidere) stanno già facendo tremare la capitale, il suo palazzo e anche i palazzi contigui. Inutile ricordare quale sia la competenza territoriale della procura di Roma, e quali grandi gruppi industriali pubblici e privati finiranno sotto la vigilanza di un magistrato come Guariniello (dall'Eni, all'Enel, da Finmeccanica alla Rai, dalle Poste a tutte le agenzie pubbliche) che da tempo è idolo di sindacati e associazioni a difesa di cittadini e consumatori. Roma si prepara alla scossa in procura mentre il palazzo sta già vacillando, con un partito (il Pd) colpito già ai fianchi da numerose procure. Va a finire che la riforma la fanno come sempre i pm... 2 - Infilzò la Juventus... Da "Italia Oggi" Procuratore di Torino, Raffaele Guariniello (nato a Frugarolo, piccolo comune piemontese, 67 anni fa, magistrato di Cassazione, libero docente di procedura penale) sta indagando sulla correlazione tra la presenza di scorie tossiche sotto lo stadio Sinigaglia e l'insorgenza negli sportivi della Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. Un mondo, quello del calcio, che lo ha fatto balzare agli onori della cronaca per il processo ai danni della società sportiva Juventus. Era il 1998, e, dopo le denunce dell'allenatore Zeman, Guariniello apriva un fascicolo nei confronti dell'allora amministratore delegato della squadra degli Agnelli, Antonio Giraudo, e del medico sociale, Riccardo Agricola. Pesante l'accusa: aver fatto assumere ai giocatori sostanze dopanti. Il periodo sotto esame era il quadriennio 94/98 - durante il quale la Juve vinse 3 scudetti su 4. L'inchiesta si concluderà 7 anni dopo, anni di pesanti accuse e recriminazioni che scuoteranno l'intero mondo calcistico, con un nulla di fatto per entrambi gli indagati. Attento conoscitori dei temi relativi alla sicurezza sul lavoro, Guariniello -che dal 2008 è anche procuratore capo vicario di Torino- ha condotto e chiuso in tempi record, solo 2 mesi e 19 giorni, l'inchiesta sul rogo divampato tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 alla ThyssenKrupp di Torino, dove morirono 7 operai. Gli imputati- compreso l'amministratore delegato della società, Harald Espenhahn- sono stati tutti rinviati a giudizio dal giudice dell'udienza preliminare. Omicidio volontario, l'accusa. Così come chiesto da Guariniello nella domanda di rinvio. Tra le recenti inchieste di Guariniello, anche il caso della morte di uno studente di 17 anni nel crollo di un soffitto in una scuola di Tivoli. 3 - Puntò sul bacio di Andreotti... Da "Italia Oggi" Roberto Scarpinato è procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, dove dirige il Dipartimento Mafia-economia. Ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed è considerato una delle memorie storiche dell'antimafia siciliana. Si è occupato di alcuni dei più importanti processi di mafia degli ultimi anni. Tra questi, il processo Andreotti, dove Scarpinato è stato uno degli accusatori. Il processo passato alla storia per il presunto bacio, prova di correità, tra il senatore a vita e più volte presidente del consiglio dei ministri, Giulio Andreotti, e Totò Riina, il boss di Cosa nostra. A raccontare dell'incontro, il pentito Balduccio Di Maggio, ritenuto poi poco attendibile. Dirà Giancarlo Caselli, ex capo della procura di Palermo: «Col senno di poi, la parte delle indagini che riguardava il famoso bacio di Totò Riina a Giulio Andreotti si sarebbe anche potuta tagliare, dal punto di vista probatorio». Il processo si concluderà con un nulla di fatto per l'accusa e l'assoluzione di Andreotti. I giochi politici nell'intreccio tra criminalità organizzata, mondo imprenditoriale e finanziario costituiscono il filone su cui si snoda l'intera carriera di Scarpinato. Che guida oggi, nell'ufficio giudiziario del capoluogo siciliano, un dipartimento per la lotta alla criminalità economico-mafiosa che nelle ultime settimane ha portato al sequestro di beni per un valore di oltre 500 milioni di euro. Tra le ultime inchieste quella relativa alla Calcestruzzi Ericina e al coinvolgimento di politici in affari poco chiari. «Oggi la mafia i soldi li fa con la testa, non con i muscoli», ha commentato Scarpinato. Che in un recente libro sui retroscena del potere, politico ed economico, lancia però un messaggio ottimistico: «Gli italiani possono reagire, è già successo».

17/12/2008

Documento n.7659

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