Da Il Sole-24 Ore (7-9-05). Caso bankitalia. Banchieri e soldati

in Articoli e studi
il commento Banchieri e soldati di Fabrizio Galimberti L’incredibile spaccato della società italiana che è emerso dalla vicenda Fazio rivela desolanti squarci d’ombra. Per parlarne nella maniera più provocatoria possibile proviamo a rispondere alla domanda: qual è il soldo delle “ truppe di Fazio”? Questo non è un modo disonorevole di porre la questione, ché il “ soldo” può ben essere onorevole. Per esempio, per i militanti di un partito – la “ truppa” – il soldo è nella militanza stessa, nella lotta per un ideale di società e di vita; ma c’è anche chi prende un partito come prende un taxi: per farsi portare dove vuole, con vantaggi di carriera e di poltrone. È quindi legittimo chiedersi che cosa si aspettano le " truppe di Fazio" in cambio della fedele militanza. Ma esistono veramente queste truppe? Sì, esistono. Anche se adesso si sono sfilacciate, basta ripercorrere la storia tormentata del disegno di legge sul risparmio ( con annesse norme sulla Banca d’Italia) per rendersi conto che esisteva in Parlamento una “ truppa” ( in qualche caso anche trasversale) che portava la voce della Banca d’Italia. Piace pensare che questa truppa ( in varie forme sempre esistita) fosse motivata da nobili cure: la Banca d’Italia, da sempre istituzione pura e dura al servizio degli interessi di fondo del Paese, non può che avere una cassa di risonanza fra quanti in Aula sono anch’essi pensosi dei destini della patria. Ma la cronaca delle vicende della legge sul risparmio suggerisce qualcosa di diverso: suggerisce una fede acritica nelle istruzioni del Governatore, una obbedienza “ cieca, pronta, assoluta” alle direttive di Palazzo Koch. Con il che ritorna la scomoda domanda: che cosa avevano in cambio questi fedeli? Una risposta non è facile, e le risposte più disonorevoli non sono quelle vere. Le truppe di Fazio non potevano sperare in favori speciali, informazioni riservate, coperture di parte. La Banca d’Italia è sempre stata inattaccabile su questo versante; gli errori di Fazio nella malsana frequentazione fra controllore e controllato sono errori dell’uomo, non dell’istituzione. Un’altra risposta fa leva sulle lotte fra i “ poteri occulti”: i salotti buoni, la massoneria, l’Opus Dei Ma anche queste sono spiegazioni che lasciano il tempo che trovano. La visione della società italiana come un palcoscenico su cui si agitano e si bastonano un po’ di burattini manovrati dai “ poteri occulti” è una visione che, lungi dal segnalare una cinica saggezza, segnala una lungimiranza da mosche cocchiere, una incapacità di capire che sono ben altre — impersonali, profonde, inesorabili — le forze che plasmano la società. Si può allora aggirare il problema e chiedere alla truppa stessa? Ma anche da quella parte non si riesce a capire. Nella Lega — ormai unica forza politica monoliticamente schierata a difesa del Governatore — viene fuori un appoggio che spera in un Fazio protettore del fanciullesco progetto di una « grande banca del Nord » . Si tratta, più probabilmente, del timore che vengano fuori le magagne di una “ piccola banca del Nord”: della Credieuronord, poi salvata dalla Popolare di Lodi, saranno conservati in qualche cassetto i dettagli dei prestiti fatti a clienti ben scelti ( un impeccabile rapporto ispettivo della Banca d’Italia del maggio 2003 lamentava quella che delicatamente chiamava « labilità nei criteri di selezione della clientela » ) . Ma queste attese della Lega il piccolo o grande cabotaggio bancario non bastano a spiegare l’accanimento terapeutico al capezzale del Governatore. Allora, qual è il soldo delle truppe di Fazio? La risposta è allo stesso tempo semplice e sconsolante. Ci sono dei soldi falsi: i “ poteri occulti” esistono, ma si tratta di don Chisciotte che si battono l’un l’altro infilando di quando in quando le pale dei mulini a vento; e ci sono dei soldi veri: la sudditanza psicologica nei confronti di quello che fu uno dei veri e benefici “ poteri forti” italiani, dal quale ci si attende in cambio non tanto favori quanto benevola comprensione e morbidezza di critiche. Questa corsa a tirare la coperta del Governatore data da quando — e fu quella la primigenia indiscrezione — Antonio Fazio salutò un nuovo Governo augurandogli dieci anni di “ miracolo economico”. Una Banca centrale deve essere, nelle parole di Keynes, un “ buon idraulico”: deve svolgere, lontano dal proscenio, un lavoro umile ed essenziale per far funzionare la baracca ( « Beato il Paese che non ha bisogno di eroi » , scrisse Bertolt Brecht). È triste constatare che c’è voluto uno scandalo di queste proporzioni per far scendere la Banca dal piedestallo. L’Italia in passato aveva purtroppo bisogno di eroi, e la Banca d’Italia svolse egregiamente questo compito. Ma oggi l’Italia ha soprattutto bisogno di “ idraulici”. E soprattutto non ha bisogno di quei politici che, sotto la veste di onorare la Banca centrale, coprono interessi locali o rivelano la debolezza di una politica che è incapace di trovare in se stessa le ragioni del buongoverno. 7 settembre 2005

07/09/2005

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