Da Il Messaggero (2-12-05) Denuncia in Procura.Videomessaggi hard sul telefonino: è allarme minorenni

in Articoli e studi
Venerdì 2 Dicembre 2005 Milano/Denuncia in Procura Videomessaggi hard sul telefonino: è allarme minorenni ROMA - Il cellulare come telecamera: agile, tascabile, alla portata di tutti. Per filmare momenti speciali, curiosi. Ma anche momenti molto intimi. Che però poi, volendo, è possibile “condividere” con la tribù dei navigatori in rete, purché abbonati allo stesso gestore. E guadagnandoci! Intascando cioè parte dei proventi versati al provider che gestisce sia il traffico telefonico che il portale Internet ogni volta che qualcuno scarica la clip. Il sistema, lanciato da H3G, si chiama “InVideo”. E proprio la sezione “Privé”, ove è possibile stoccare e scaricare, se si ha la password fornita dal gestore, le immagini “intime” di cui sopra, ha scatenato la polemica. Va all’attacco Adusbef, associazione dei consumatori, che fa sapere di aver presentato «dettagliata denuncia» il 28 novembre alla Procura di Milano nei confronti di H3G innescando - rivendica l’associazione - anche l’apertura d’un dossier da parte dell’Autorità di vigilanza di settore. Il costo per inserire un mini-film in “InVideo” - spiega Adusbef - è a carico dell’utente “regista”, che poi però incasserà, come credito telefonico o danaro vero, da 3 a 10 centesimi ogni volta che il suo video viene “scaricato” da un altro cliente, che, per farlo, paga ad H3G 60 centesimi. Per Adusbef si tratta di «disinvolto commercio di videoclip» anche a luci rosse, in teoria «aperto - è l’acccusa - con facilità a chiunque, inclusi bambini e minori di 18 anni». Ma H3G respinge l’addebito. Senza negare gli aspetti - per così dire - venali, cioè il meccanismo di premi e pagamenti per autori e utenti delle clip, la compagnia ribatte che l’accesso ai videomessaggi hard del “Privé” «è tecnicamente inibito ai minorenni. Siamo l’unica compagnia di telefonia mobile - afferma H3G - a imporre una password per accedere ai contenuti per adulti», non concessa « se il titolare del cellulare è minorenne». Se poi l’adulto che ha contratto e videofonino «chiede la password e quindi regala il cellulare al figlio, sarà lui responsabile per l’accesso ai contenuti hard, non l’operatore». Insomma: tocca ai genitori vigilare, sia l’uso del mezzo che quello dei codici. Esclusa anche l’ipotesi «che possano finire sul videofonino contenuti per pedofili». Esiste, dice H3g, un controllo preventivo delle immagini. An. Pa.

02/12/2005

Documento n.5351

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