Da AprileOnLine (10-5-06) Gli avvocati di Palazzo Koch

in Articoli e studi
Gli avvocati di Palazzo Koch Economia. Nei prossimi giorni, le indagini su Antonio Fazio approderanno a un incidente probatorio. Anche Fiorani tra gli interrogati, mentre tra le parti lese c’è la stessa Bankitalia Nane Cantatore Nei prossimi giorni, le indagini sull’operato dell’illustre ex governatore della Banca d’Italia approderanno a un incidente probatorio, tecnicismo con cui si definisce un interrogatorio di altri testimoni, alla presenza dei rispettivi avvocati, di quelli dell’indagato e dei legali delle parti lese. Ad essere interrogati saranno Giampiero Fiorani e il suo ex direttore generale Gianfranco Boni, che dovranno chiarire meglio gli illeciti di Fazio; ma la novità non sta tanto in questo passaggio giudiziario, che del resto non è del tutto indifferente, visto che probabilmente segnerà un ulteriore passo avanti verso l’incriminazione dell’uomo di Alvito. Il dato interessante è che tra queste parti lese c’è la stessa Banca d’Italia, dato che una delle ipotesi di reato riguarda proprio l’ostacolo alle attività di vigilanza, ossia uno dei compiti istituzionali di palazzo Koch. Questo significa che, a questo punto, l’istituzione si schiera, anche se in un modo puramente rituale, contro il suo ex numero uno; o, almeno, questo dovrebbe significare, se le cose avessero il senso che dovrebbero avere. Ovviamente, le cose non stanno affatto così: via Nazionale è iscritta tra le parti lese come atto dovuto, e sempre come atto dovuto manderà i suoi legali, pagati con fondi del suo bilancio, a sincerarsi di come e quanto i suoi diritti siano stati violati. Ma, allo stesso tempo, la banca nazionale continuerà a pagare gli avvocati di Fazio, dal momento che l’assistenza legale al governatore, per quanto ex, rientra nel pacchetto di obblighi dell’istituto, e proseguirà fino all’eventuale condanna definitiva. Tutto questo dà alla vicenda quella tonalità surreale che sembra inevitabile ogni volta che si entra nelle aule di giustizia di questo meraviglioso Paese baciato dal sole: da una parte, Bankitalia parte lesa, dall’altra Bankitalia indagata, in mezzo gli avvocati delle due parti, pagati da Bankitalia, ossia dal denaro pubblico. Ma non è, ovviamente, il caso di scandalizzarsi per così poca cosa, come appare ingeneroso e persino un po’ meschino che i sindacati di palazzo Koch, che si sono esposti non poco contro Fazio, facciano notare che il nostro continua ad occupare alcuni uffici della banca, in nome di prerogative che sconfinano nel privilegio. Certo, sarebbe elegante se l’ex governatore si facesse da parte e, insieme alle dimissioni, avesse presentato anche la rinuncia a questi stravaganti appannaggi; ma, da qualsiasi censimento delle non moltissime virtù del patrono di Fiorani, l’eleganza si segnala per la sua brillante assenza. Siamo garantisti sul serio, e riconosciamo tutti i benefici della difesa all’ex governatore, per quanto ci piaccia sottolineare la breve particella che, finalmente, precede il sostantivo; possiamo anche ammettere che questi benefici siano a carico dell’erario, che deve fronteggiare ben latri dissesti. Ma vorremmo, in tutta franchezza, che la famosa nuova Banca d’Italia del nuovo corso del nuovo governatore Draghi desse un segnale di novità un po’ più deciso: se davvero è parte lesa, e ha senz’altro ottime ragioni per esserlo, potrebbe lasciar cadere anche solo per un momento l’aplomb istituzionale e comunicare, anche solo con una noticina, che le azioni di cui è accusato Fazio hanno effettivamente danneggiato la massima istituzione finanziaria del nostro Paese, e che, salve tutte le presunzioni di innocenza, ci si impegna davvero a dare un nuovo corso alle cose. Finora, questo nuovo corso non ha visto, a livello ufficiale, nemmeno la più piccola presa di distanza, neanche il minimo segnale di indignazione e neppure di turbamento; ci si è trincerati dietro un riserbo tanto dignitoso da parere imbarazzato, e si è persino arrivati, alla prima riunione del Consiglio superiore della nuova e fiammante era Draghi, a un passo dal nominare Fazio governatore emerito. Un po’ troppo, per un signore indagato per le seguenti ipotesi di reato: manipolazione del mercato, aggiotaggio, appropriazione indebita, violazione dell'articolo 136 del testo unico bancario, riciclaggio, ricettazione e truffa ai danni dello Stato.

11/05/2006

Documento n.5951

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