CRISI: INVECE DI EROGARE CREDITO ALLE IMPRESE, I BANCHIERI (PROFUMO DI PASSERA) CERCANO DI SALVARE LO SPECULATORE ZALESKI

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C’E’ UN PAESE CHE CHIUDE FA CRACK MA SALVA UNO SPECULATORE PRIVATO - PASSERA E BAZOLI DOVREBBERO SPIEGARE COME MAI AIUTANO ZALESKI - 1 - IL COSTO ZALESKI PER PASSERA E PROFUMO Giovanni Pons per La Repubblica Passo dopo passo, anche nel caso Zaleski stanno venendo alla luce le differenti filosofie di gestione tra la banca di sistema (Intesa Sanpaolo) e la banca più orientata al mercato (Unicredit). Il divario lo si percepisce in primo luogo dai numeri fin qui emersi. Se l´operazione proposta a Zaleski andrà in porto (ma ieri sera tutto era ancora in stallo) Unicredit erogherà nuovi crediti per 260 milioni ma rientrerà di oltre 600 milioni nei confronti della società lussemburghese della Tassara, in quanto quei prestiti sono totalmente garantiti da azioni in pegno. Saldo finale per Profumo: 350 milioni di esposizione in meno verso il finanziere franco-polacco. Diverso il conteggio per Passera: con 780 milioni di nuovi prestiti e, forse, altri 400 milioni alla lussemburghese (l´aumento di capitale della Tassara ne copre soltanto 200) l´esposizione di Intesa verso il socio-debitore Zaleski rischia di impennarsi. Passera e Bazoli dovrebbero dunque spiegare al mercato come mai in questa fase di credito così difficile per chiunque la loro banca è disposta ad aumentare l´esposizione verso un cliente traballante e per importi così consistenti. 2 - INTESA: MODIANO "ANTICIPA" L'ADDIO: "TRA POCO AVRO' MOLTO TEMPO LIBERO" Diego Longhin per La Repubblica Due battute che rafforzano l´ipotesi che Pietro Modiano, direttore generale di Intesa Sanpaolo, lascerà l´istituto di credito prima di Natale. Ipotesi che sembra ormai una certezza non solo per le voci che si rincorrono dentro e fuori la banca. Ieri è stato lo stesso Modiano, impegnato a San Giusto Canavese in un convegno di Piemonteuropa, associazione vicina al Pd, ad anticipare con due battute ironiche le sue dimissioni. Si fa sempre più robusta la convinzione che fra pochi giorni, intorno a metà dicembre, dovrà lasciare gli uffici di piazza San Carlo.Lo ha fatto in modo sarcastico, ma con parole inequivocabili. Prima all´arrivo a San Giusto, dove si girano fiction televisive. A chi gli ha ricordato che negli studi davanti alla sala congressi si registra Cento Vetrine Modiano ha risposto in maniera secca: «Non l´ho mai vista, ma presto avrò molto più tempo libero per farlo». Battuta che ha gelato i presenti. E poi il bis durante il convengo. L´assist è della vicepresidente della Compagnia di San Paolo, uno dei principali azionisti della banca, Elsa Fornero. «Il welfare italiano deve essere riformato, c´è necessità di nuovi ammortizzatori sociali». E Modiano non ha perso l´occasione per rimarcare il suo prossimo addio, un po´ forzato, alla poltrona di direttore generale: «La questione a breve mi riguarderà direttamente». Altro gelo. Il caso Modiano, scoppiato ad inizio novembre, quando era intervenuto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino per difendere il top manager considerato espressione della Mole negli equilibri della superbanca dopo la fusione tra Intesa e Sanpaolo, sembrava archiviato. Ora torna alla ribalta. All´interno dell´istituto di credito si indica il 18 dicembre, giorno in cui si dovrebbe riunire il consiglio di gestione del gruppo. Data in cui ufficializzare l´allontanamento del direttore generale.I rapporti con l´amministratore delegato, Corrado Passera, sono ai minimi termini e non è bastato né l´intervento, esplicito di Chiamparino e né quello più sotterraneo del numero uno della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia, a far cambiare idea all´ad. Il sindaco aveva parlato di «atto ostile» nei confronti della città e «di grave colpo non compensato dal grattacielo che l´istituto si è impegnato a costruire a Torino». Si andrebbero a toccare i rapporti di forza con Milano e soprattutto verrebbe ridotto il peso del settore retail, che ha la sede sotto la Mole.Le battute di Modiano sembrano però un anticipo chiaro di come andrà a finire. La querelle di inizio novembre ha solo allungato i tempi. D´altronde lo stesso Enrico Salza, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, pochi giorni dopo l´uscita di Chiamparino aveva invitato la politica «a rimanere al suo posto, alle banche ci pensiamo noi: nessuno si deve permettere di dire chi deve comandare». Il rischio è che cali il gelo tra Torino e Milano, a meno che gli azionisti non abbiano trovato un accordo, visto che Alfonso Iozzo, ex ad Sanpaolo, ha lasciato la Cassa Depositi e Prestiti e non è stato nominato in consiglio di Sorveglianza. Per il numero uno della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, i rapporti con «la Compagnia di San Paolo e il presidente Benessia non sono mai stati così positivi, rispondo delle mie azioni e non sono mai entrato nelle questioni che riguardano Modiano. Solo voci che si rincorrono». [

29/11/2008

Documento n.7630

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