BANCHE: MOODY'S, ORA ITALIANE SOFFRONO CRISI ECONOMIA / TAGLIATE PROSPETTIVE DI SISTEMA

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ECO:BANCHE 2009-05-27 18:38 BANCHE: MOODY'S, ORA ITALIANE SOFFRONO CRISI ECONOMIA /ANSA TAGLIATE PROSPETTIVE SISTEMA; VENERDI' ASSEMBLEA BANKITALIA ROMA (di Andrea D'Ortenzio) (ANSA) - ROMA, 27 MAG - L'economia reale è oramai contagiata dalla crisi e le banche italiane, seppure aliene dagli eccessi della finanza e i titoli tossici, risentono del clima negativo tanto che l'agenzia di rating Moody's ha tagliato a negativo le previsioni (outlook) sul sistema italiano del credito, che fino a ora in Europa era rimasto l'unico a mantenere il giudizio stabile. La decisione di Moody's arriva a due giorni dalle considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi che fotograferà la situazione del sistema bancario individuandone punti di forza e debolezze. Draghi farà il punto anche sulle novità in arrivo sul fronte delle nuove norme della vigilanza e delle retribuzioni a livello nazionale ed europeo, elaborate dall'Fsb presieduto dallo stesso Governatore. La debolezza delle banche italiane per il 2009 e, forse anche il 2010, si chiama così maggiori sofferenze e incagli sui finanziamenti, più quelli alle imprese che al retail, con una conseguente minore redditività. L'utile, prima delle partite straordinarie, è atteso in calo di un terzo nel 2009. Un'analisi, quella di Moody's che coincide con i timori espressi dal direttore generale dell'Abi Giuseppe Zadra appena qualche giorno fa e con i dati della Banca d'Italia sui flussi di nuove sofferenze. Gli analisti dell'agenzia ribadiscono comunque che il sistema italiano è uno dei meno colpiti in Europa essendo alieno ai titoli tossici e meno esposto alle turbolenze finanziarie globali e che non saranno necessari, nemmeno per il futuro, forti interventi dello Stato a sostegno del sistema oltre ai Tremonti-Bond. Nemmeno l'esposizione dei due principali gruppi Unicredit e Intesa Sanpaolo nei paesi dell'Est Europa preoccupa ma il problema è piuttosto quello della discesa di ricavi e redditività a causa del deterioramento del quadro economico con un calo del Pil previsto del 3,5% nel 2009 e piatto nel 2010. L'agenzia si schiera quindi 'salomonicamente' rispetto alle polemiche fra le banche da un lato e gli industriali e il governo dall'altro sul blocco o meno del flusso dei finanziamenti al comparto produttivo da parte degli istituti di credito. Per Moody's infatti il rallentamento della crescita dei prestiti, già iniziato a fine 2008, "é in linea con gli altri principali paesi europei" ed è attribuibile a entrambi i fattori citati da ognuna delle parti in causa: una minore domanda dalla clientela a causa della recessione e dell'indebolimento della produzione e una minore offerta da parte delle banche, fattesi più caute a causa dei maggiori costi della raccolta, del peggioramento della qualità degli attivi e la necessità degli istituti di preservare il capitale. E il capitale viene definito "la chiave" da Moody's che parla di un indice Tier1 medio di circa il 7,6% a fine 2009. Dal canto suo l'Abi stima il 7,7% considerando anche i Tremonti-Bond e torna però a ripetere che il livello è adeguato visto il buon livello del portafoglio rispetto alle rivali europee. (ANSA)

27/05/2009

Documento n.7943

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